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Pescara, 25/07/2024
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Data: 03/02/2017
Testata giornalistica: Il Centro
«Bomba in stazione» Ma è un falso allarme. Controlli senza esito in 5 scali. Individuato chi ha telefonato

PESCARA «C'è una bomba alla stazione». Erano le 5.30, ieri mattina, quando una telefonata anonima arrivata al 113 ha fatto scattare l'allarme in questura, scatenando la mobilitazione di polizia ferroviaria, artificieri, unità cinofile. Era necessario, così come è stato fatto, controllare tutte le stazioni della zona, per escludere la presenza di un eventuale ordigno, ma nello stesso tempo andava individuato l'autore della telefonata. L'intervento è stato lungo e complesso ed è andato avanti fino alle 9. Sono state passate al setaccio la stazioni di Pescara centrale e di Portanuova, San Marco, Tribunale e Montesilvano, visto che nella telefonata non si faceva espresso riferimento a una struttura piuttosto che a un'altra. Polizia e carabinieri hanno controllato ovunque, senza però generare alcun tipo di allarme tra i viaggiatori, per evitare scene di panico e un fuggi fuggi generale che non avrebbe sicuramente agevolato il lavoro di artificieri e unità cinofile della polizia. Si è fatto in modo di agevolare la partenza dei treni in transito, facendo salire rapidamente a bordo i viaggiatori, e sono state sgomberate le aree dove si concentrava un certo numero di persone, senza però far capire dell'esistenza di un allarme bomba. Nello stesso tempo la polizia ferroviaria, diretta da Davide Zaccone, si è attivata per individuare chi ha fatto partire la telefonata di allarme. Dai primi accertamenti è emerso che la chiamata è stata effettuata da una cabina telefonica di Silvi Marina, in via Rossi, la stessa usata per altri allarmi dello stesso tipo. A quel punto gli agenti si sono mossi, per un sopralluogo in zona. Ascoltando chi poteva aver visto qualcosa, i poliziotti hanno saputo che attorno alle 5.30 qualcuno si è mosso attorno quella cabina. E quel qualcuno è anche entrato in un bar per bere un caffè. Avendo intuito di chi potesse trattarsi, gli uomini della Polfer hanno raggiunto l'abitazione di un uomo di sessant’anni, di Silvi, per metterlo alle strette. Con loro c'era il personale del commissariato di Atri e dopo un po' il sessantenne ha ammesso le proprie responsabilità ma ha provato a giustificarsi dicendo che la sua intenzione era solo di giocare, facendo uno scherzo. Ha anche spiegato di averlo fatto altre volte, probabilmente senza rendersi conto che ogni telefonata del genere comporta uno spiegamento di uomini e mezzi non indifferente e che si attiva una procedura complessa, per via dell'allarme anti-terrorismo che ormai da tempo impone una serie di controlli. Il sessantenne, che si presenta come un mago, è finito in ospedale, prima ad Atri, dove è stato sottoposto a una consulenza psichiatrica, e poi a Giulianova, dove è stato ricoverato per fronteggiare i disturbi comportamentali accertati dai medici. Nei suoi confronti è partita, da parte della Polfer, una segnalazione per procurato allarme.

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