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Data: 03/02/2017
Testata giornalistica: Mapero'
Voto a perdere di Lilli Mandara

E adesso anche Luciano D’Alfonso è contrario al voto anticipato. Lo smarcamento da Matteo Renzi era già cominciato subito, il giorno dopo la sconfitta del referendum. Ma in questi giorni è più netto che mai. Ieri il governatore della Regione Abruzzo è stato inquadrato a Roma, in prima fila seduto tra i giornalisti, durante la conferenza stampa sul decreto terremoto del primo ministro Gentiloni.

No, il voto anticipato non lo vuole, D’Alfonso. Per una serie di ragioni: intanto perchè con Renzi non si sa dove va a finire e poi perchè votare più in là per lui rappresenterebbe un bel vantaggio: nel 2018, mettiamo, e superate le emergenze di questi ultimi mesi, chiudere la porta della Regione e candidarsi a Roma sarebbe per lui molto più agevole.
Insomma, Dalfy come molti altri. Viene dai territori il freno alla corsa al voto. Dai sindaci e dai presidenti di Regione, molti dei quali renziani della primissima o della seconda ora come Dalfy.

Come lui Giorgio Gori, sindaco di Bergamo o come Giuseppe Sala, sindaco di Milano. Inviti alla calma e alla riflessione che sono arrivati anche un po’ da tutti i governatori, dalla umbra Catiuscia Marini al laziale Nicola Zingaretti fino a casa nostra. Senza contare Michele Emiliano, l’ex amico di Dalfy ma ora considerato l’anti-Renzi. Un coro unico: sono altre le priorità nei territori sconvolti dal terremoto e dalla tragedia di Rigopiano, altro che elezioni anticipate.
ps: riconversione rapida, quella di D’Alfonso. In politica funziona così.

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