L’AQUILA «L’opera dei sindaci è stata molto difficile e importante. Stiamo lavorando in queste ore per determinare concretamente la ripresa di questi territori, con misure di esenzione fiscale e di sostegno al tessuto produttivo». Lo ha assicurato il commissario alla ricostruzione Vasco Errani, nel corso del summit con amministratori e politici che si è svolto ieri a Montereale, epicentro del terremoto del 18 gennaio. Errani ha poi effettuato un veloce sopralluogo nel comune di Campotosto, il più colpito tra quelli dell’Alta Valle dell’Aterno, dove il 90% delle abitazioni è stato dichiarato inagibile. È stata l’occasione per illustrargli il progetto che prevede la ricostruzione ex novo del paese, con tecniche innovative antisismiche e con case in legno, pietra e cotto, sotto la regia dell’archistar Renzo Piano. Verrà valutata anche la possibilità di delocalizzare, a circa 5 chilometri, la frazione di Ortolano, completamente evacuata e che insiste in un’area a forte rischio di frane e slavine. Il summit. Alla riunione hanno preso parte, tra gli altri, il governatore e commissario per l’Abruzzo, Luciano D’Alfonso, il vice presidente della giunta Giovanni Lolli, il consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci, il responsabile dell’ufficio speciale per la ricostruzione dei comuni del cratere del terremoto del 2009, Paolo Esposito e la senatrice Stafania Pezzopane. Errani ha sottolineato che «va poi affrontato il problema delle infrastrutture strategiche anche anteriori al 24 agosto. Questo al fine di dare una prospettiva di collegamento a questi territori». Il riferimento è all’apertura dei cantieri per il lotto dell’Aquila-Amatrice, come confermato dal sindaco di Montereale Massimiliano Giorgi. Tra le maggiori priorità da affrontare, quella della infrastrutture scolastiche: «Saranno realizzate strutture nuove prefabbricate», ha assicurato Errani. Decreto e delibera. Ma è stata anche un’occasione, per il governatore D’Alfonso, di intervenire sulle polemiche sollevate dalle opposizioni (vedi articolo in basso) che hanno bollato come inadeguato il decreto terremoto approvato giovedì dal governo. «Vorrei far notare che i danni del maltempo con quelli del terremoto e, quindi, con il cratere sismico, non c’entrano niente», ha spiegato a il Centro. «Il decreto del governo si occupa di terremoto, la delibera del Consiglio dei ministri del 20 gennaio, invece, ha dichiarato l’emergenza proprio per il maltempo», ha aggiunto. E su quest’ultimo fronte resta da sciogliere il nodo dei danni indiretti, come ad esempio le disdette o le mancate prenotazioni nelle strutture alberghiere. «Se per quelli diretti è sufficiente un rapporto di causa-effetto con l’emergenza neve, il danno indiretto va valutato e misurato». Ma come? «Con una norma e assicurata la copertura finanziaria - prosegue D’Alfonso -. Sto portando il governo ad accettare l’idea di assegnare un quantum, una somma determinata alla Regione che provvederà poi a ripartirle tra i richiedenti che avessero diritto al risarcimento». Cratere e danni. Quanto al sisma, impossibile ampliare il cratere. «Se si continua ad allargarlo arriviamo alla Serbia», liquida la questione D’Alfonso. E per i comuni abruzzesi rimasti fuori (Isola, Colledara, Penna Sant’Andrea eFano Adriano nel Teramano, Pizzoli nell’Aquilano e Penne nel Pescarese), il governatore punta ad «inserire una norma per assicurare loro le stesse agevolazioni spettanti a quelli inseriti nel cratere». Poi c’è la partita delle infrastrutture. Due le priorità: «Il completamento della L’Aquila-Amatrice e l’opera di razionalizzazione al servizio della collina teramana». E per finire, il capitolo Enel. «La società risarcirà gli utenti in bolletta per i disagi delle ultime settimane - conclude D’Alfonso -. Ma andrà risarcito anche il danno d’immagine cagionato alle imprese, che hanno sofferto ritardi nelle consegne per colpe non certamente loro a causa dei dislacci».
PESCARA Passata la nottata, si alzano i toni. E il giorno dopo il via libera al decreto terremoto del governo, in Abruzzo sono soprattutto le polemiche a decollare. «Se il testo ufficiale del decreto fosse realmente quello che abbiamo avuto modo di leggere, sarebbe semplicemente imbarazzante e oltraggioso rispetto alle sofferenze e ai danni morali e materiali subiti da decine di migliaia di abruzzesi, in particolare dalla comunità teramana». Quella dei consiglieri regionali del centro-destra Giovanni Chiodi, Mauro Di Dalmazio e Paolo Gatti è una bocciatura senza appello. Rispedita al mittente dall’assessore all’Agricolutra, Dino Pepe, e dal consigliere Luciano Monticelli del Pd che, invece, difendono il provvedimento dell'esecutivo: «Gli interventi previsti sono un grande risultato». Ma cosa non è andato giù agli esponenti di Forza Italia? «Sembra sparita la zona franca, la sospensione temporanea delle tasse resta ferma a quanto già previsto prima del 17 gennaio, il cratere è rimasto inalterato tenendo fuori realtà come Isola del Gran Sasso, Colledara, Castel Castagna e tanti altri Comuni gravemente colpiti - accusano gli esponenti di Fi -. Di risarcimenti per danni diretti e indiretti, fatta eccezione per generici e insufficienti riferimenti al settore agricolo e zootecnico, non c’è traccia». Insomma, una «risposta desolante da parte dello Stato» e una «sconfitta grave» per la regione. Oltre che «una patente di irrilevanza politica senza precedenti» per chi la governa. Concetto ribadito anche dal capogruppo azzurro in Regione, Lorenzo Sospiri: «Il decreto terremoto si traduce nell’ennesima colossale bufala per l’Abruzzo, e, in particolare, per le province di Pescara e Chieti, di fatto tagliate fuori dagli aiuti strutturali - accusa -. Sembra che nei due territori non sia accaduto nulla dall’agosto 2016 al gennaio 2017». Accuse che il Pd respinge con forza. Si «confonde il terremoto con l’emergenza maltempo», contrattacca il vice capogruppo in Regione dei dem Alberto Balducci: «Va chiarito una volta per tutte che il decreto approvato ieri (giovedì, ndr) dal governo riguarda il sisma». Per il maltempo, invece, «lo strumento è la delibera del Consiglio dei ministri del 20 gennaio, che riconosce tutti i danni diretti a cose pubbliche e private che abbiano un rapporto di causa/effetto con l’emergenza neve», aggiunge. Quanto ai danni indiretti, conccludono Pepe e Monticelli, «si attende una quantificazione oggettiva, cui corrisponderà una copertura normativa e finanziaria».