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Pescara, 25/11/2024
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Data: 06/02/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Mastromauro-Brucchi, ancora scintille. Il primo commenta soddisfatto l’esodo dall’entroterra verso la sua città. L’altro replica: «Speculi sulle disgrazie altrui»

TERAMO Spesso si stringono la mano, sorridono davanti ai fotografi negli incontri istituzionali, rilasciano dichiarazioni che lasciano trasparire unità di intenti quando c’è un nemico comune da combattere. Ma ogni tanto si accende la scintilla e allora il fuoco della polemica divampa. Non è tanto la politica a dividerli: la rivalità fra il sindaco di Teramo Maurizio Brucchi (Forza Italia) e il suo omologo di Giulianova Francesco Mastromauro (Pd) è soprattutto stracittadina; si potrebbe dire dettata dall’orgoglio di campanile, ma sarebbe riduttivo. Questa volta la scintilla è un articolo apparso sul quotidiano la Città nel quale si dà conto dell’aumento dei residenti a Giulianova. Un fatto oggettivo, del quale hanno parlato tutti gli organi di informazione, dovuto principalmente all’esodo da Teramo e dall’entroterra in seguito alle scosse di terremoto e al maltempo. Chi ha la casa al mare si è affrettato a raggiungerla per sfuggire alla paura e ai disagi, gli alberghi ospitano gli sfollati i che hanno dovuto lasciare le proprie abitazioni dichiarate inagibili. Solo cronaca, dunque, ma ciò che ha urtato, e non poco, la suscettibilità del sindaco di Teramo sono state le soddisfatte dichiarazioni di Mastromauro sull’aumento dei residenti, a riprova – a suo giudizio – della capacità di attrazione della sua città, scelta anche da molte persone come dimora stabile. Passano poche ore e sulla pagina Facebook di Brucchi compare un post in cui, senza troppe parafrasi, si accusa il sindaco di Giulianova di speculare sulle difficoltà di Teramo e degli altri centri colpiti dal terremoto. «Le dichiarazioni di Mastromauro», scrive Brucchi, «sono a dir poco imbarazzanti. Dichiarazioni che lucrano sulle disgrazie altrui. Gravissimo. Teramo non morirà, io non lo permetterò e confido nei cittadini teramani che non possono abbandonare la propria città». La risposta di Mastromauro non si fa attendere e non è mano polemica del post del sindaco di Teramo. «Brucchi è fuori strada», afferma il primo cittadino giuliese affidando la sua replica a WhatsApp, «mi attribuisce “apprezzamenti” che non ho mai pensato, nè tantomeno pronunciato. Sono vicino alla città di Teramo e agli amici teramani. E l’ho dimostrato con le mie azioni amministrative e le mie dichiarazioni pubbliche, anche attraverso i mezzi di informazione radiofonici, televisivi e sulla carta stampata. La solidarietà e l'ospitalità della città di Giulianova e del suo sindaco sono un fatto oggettivo. Brucchi non può mettermi in bocca affermazioni che non ho mai fatto. Basta leggere l'articolo. Invito il sindaco Brucchi a leggerlo e a chiedermi scusa». E il sindaco di Teramo in certo senso lo fa. Nel tardo pomeriggio di ieri sulla sua pagina facebook compara un’altra dichiarazione in cui la parola “scusa” non c’è, ma il tiro è ampiamente rettificato: «Vorrei chiarire il mio post circa le dichiarazioni di Francesco Mastromauro», scrive Brucchi. «Sono certo che nelle sue intenzioni non c’era la volontà di “offendere” il nostro territorio già martoriato. Ma noi ora abbiamo bisogno anche di manifestazioni di vicinanza, di affetto, di sostegno. Io non ce l'ho con Francesco Mastromauro e non è vero che siamo nemici, anzi, ma leggere quelle così mi ha ferito. Io avrei detto altro». Caso chiuso, quindi? Presumibilmente sì ed eventuali controrepliche di Mastromauro – che fino a ieri sera non c’erano – dovrebbero avere toni moto meno accesi, per non dire molto più concilianti, visto il radicale cambio di registro adottato da Brucchi. Ad ogni modo la polemica c’è stata e i successivi toni diplomatici non la cancellano. E se è vero, come ha detto Brucchi, che tra i due non c’è inimicizia, la rivalità – la stessa che tradizionalmente, e talvolta simpaticamente, divide le due città – cova sempre sotto la cenere.



Non è la prima volta: il precedente della «Giulianova senza mare»
Non è certo la prima volta che Brucchi e Mastromauro si stuzzicano con dichiarazioni non propri amichevoli, o che comunque vengono interpretate come ostili da una parte o dall’altra. E sullo sfondo c’è sempre la rivalità fra le due città. Una polemica simile a quella scoppiata ieri ha visto protagonisti i due sindaci nell’agosto del 2015 (ma non sono mancate né prima né dopo altre occasioni per punzecchiarsi) e neanche in quel caso sono state parole d’amore. A innescarla era stato il sindaco Brucchi, che nel commentare la riforma della pubblica amministrazione del ministro Madia – che avrebbe comportato la perdita della prefettura, poi scongiurata, e della camera di commercio, che tra breve sarà accorpata all’Aquila – aveva detto che a forza di perdere uffici pubblici Teramo sarebbe diventata «come Giulianova, ma senza mare». Aggiungendo poco dopo che le sue parole non volevano essere irriguardose nei confronti della città costiera. «Non voleva essere irriguardoso? E secondo lui quel passaggio davvero infelice dovremmo ritenerlo un complimento?», aveva commentato acido Mastromauro. «Purtroppo per lui e per i suoi cittadini, Teramo sta attraversando una fase di grande declino, mentre Giulianova sta rafforzando giorno dopo giorno il suo ruolo di centro di riferimento».

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