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Data: 07/02/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
D'Amico si dimette da Tua «Farò soltanto il rettore». Le carte del Miur e i blitz nell'Ateneo

PESCARA Troppi attacchi diretti alla sua persona, troppe strumentalizzazioni nel gioco della politica: si colpisce Luciano D'Amico per arrivare a Luciano D'Alfonso. Tutto scontato per chi è del mestiere, ma non per lui. Così, alla fine, il rettore dell'Università di Teramo si è tolto il dente. Ieri ha lasciato la presidenza di Tua con una lettera di dimissioni indirizzata proprio al governatore D'Alfonso che lo aveva voluto alla guida della società unica del trasporto pubblico regionale nata dalla fusione di Gtm, Arpa e Sangritana. D'Amico aveva accettato l'incarico rinunciando all'indennità (non aveva voluto un centesimo neanche come rimborso spese) ma aveva mantenuto il suo posto di rettore a Teramo e questo lo aveva esposto a molti attacchi. La pressione sul presidente di Tua si era alzata l'8 gennaio scorso, quando dall'Anac, l'Autorità nazionale anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone, era arrivata la doccia fredda: incompatibile il doppio incarico.
Tutto era stato comunque demandato agli accertamenti del Miur, il Ministero dell'Istruzione, e allo stesso Ateneo di Teramo che in un successivo passaggio avrebbero però confermato la legittimità della nomina del rettore alla presidenza di Tua. Qualcosa dev'essere però accaduta proprio negli ultimi giorni se il magnifico ha deciso di sottrarsi alle pressioni esterne passando alle dimissioni irrevocabili.
LA LETTERA
Nella sua lettera di addio D'Amico spiega di avere agito «al solo fine di sgomberare il campo da qualsiasi strumentalizzazione e nell'interesse primario dell'azienda», dopo aver raggiunto, grazie all'impegno di tutti, gli obiettivi prefissati. «E' stato per me un privilegio - aggiunge - lavorare con voi. Vi ringrazio per avere accettato importanti sacrifici senza i quali il risanamento aziendale non sarebbe stato possibile. Avete dimostrato di essere la vera, grande risorsa dell'azienda. Di essere l'azienda». Il rettore non può dire di più. Si limita ad elencare i risultati centrati alla guida di Tua in questi due anni, una ristrutturazione organizzativa impegnativa, con l'esigenza di far quadrare i conti, mantenere vivi i rapporti sindacali e aziendali, rilanciare la produttività.
D'Alfonso reagisce alle dimissioni di D'Amico, uno dei suoi pilastri di riferimento in Regione, esaltandone «la raffinata sensibilità di uomo delle istituzioni» e auspicando provocatoriamente «un futuro in cui un cittadino sia libero di prestare gratuitamente la propria opera alla Pubblica amministrazione senza che ciò sia oggetto di sospetti e indagini e senza far patire, ingiustamente, ciò che ha dovuto subire Luciano D'Amico». Considerazioni riprese dal consigliere delegato ai Trasporti, Camillo D'Alessandro: «Dire grazie al rettore è dire poco nei confronti di un galantuomo delle istituzioni che a titolo totalmente gratuito ha messo a disposizione competenza e professionalità per accompagnare la Regione Abruzzo nella più grande riforma ascrivibile ai trasporti».
LA RIFLESSIONE
Ma c'è un'altra riflessione: «Il caso D'Amico - aggiunge D'Alessandro - deve diventare nazionale. Nel rispetto di tutti e della legittima azione di controllo e verifica, ritengo legittimo riflettere su come sia possibile impedire l'esercizio di una generosità professionale a titolo del tutto gratuito e senza sottrarre tempo alla prevalente attività accademica». Anche i sindacati corrono a difesa di D'Amico con una nota di Cgil, Cisl, Uil e Faisa-Cisal dal titolo significativo: «Quando l'incompatibilità presunta prevale sulla incompatibilità di merito». Dopo aver riassunto i traguardi centrati da Tua nei primi due anni di vita, le organizzazioni di categoria sollecitano un incontro urgentissimo con D'Alfonso al fine di individuare una figura in grado di garantire continuità alla gestione virtuosa dell'azienda. L'invito al Rettore è quello di tornare sui suoi passi, ma si tratta di una evenienza in cui non crede quasi nessuno.

Le carte del Miur e i blitz nell'Ateneo
TERAMO Le dimissioni di Luciano D'Amico da Tua arrivano in qualche modo a sopresa perché, solo il 21 dicembre scorso, Gianna Barbieri, responsabile dell'Ufficio prevenzione della corruzione e della trasparenza del Miur, aveva espresso un giudizio favorevole al rettore, presidente dell'azienda di trasporto pubblico. La Barbieri giunge alla conclusione che «non sembrano evidenziarsi profili di illegittimità nella considerazione, in particolare, del carattere gratuito di cui trattasi assimilabile a quello di amministratore non esecutivo e indipendente e nella particolare qualificazione della società Tua spa (detenuta al 100% dalla Regione Abruzzo) quale ente senza scopo di lucro. 2-1 per D'Amico, con i due pareri a favore di Regione e Miur contro quello di Cantone. Allora perché si è dimesso? Secondo indiscrezioni il rettore sarebbe stato preoccupato ed amareggiato dalle continue visite degli investigatori all'Università di Teramo per acquisire documenti, che a suo dire a lungo termine avrebbero minacciato di compromettere l'immagine dell'Ateneo. Di qui la volontà di dire addio a Tua.

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