Il direttore del trasporto regionale: "Ci siamo fatti carico dell'accordo con Assoutenti nel disinteresse generale. Disponibili a venire incontro ai viaggiatori colpiti, ma ora molte Regioni dovranno aumentare le tariffe delle tratte interne"
Roma - Dice Orazio Iacono, direttore della divisione passeggeri di Trenitalia regionale, che l’algoritmo che negli ultimi anni ha fatto pagare 38 euro in più al mese al pendolare abbonato per la tratta Genova-Milano, e 36 in più per chi si muove tra Ancona e Pescara, “non è un errore e non l’abbiamo fatto noi”.
Chi l’ha fatto, quindi?
“Le Regioni riunite – nel 2007 – nella Conferenza Stato Regioni”.
Perché non è un errore, visto che realizza una stortura: un sovrapprezzo ingiusto per il pendolare che viaggia tra due o più regioni?
“Perché l’algoritmo nel 2007 teneva conto di una serie di fattori concreti e giusti”.
Questi fattori sono validi anche dieci anni dopo?
“Sono stati superati nel tempo”.
Da che cosa?
“Dal fatto che, per esempio, le tariffe regionali sono cresciute troppo poco mentre quelle sovraregionali, regolate dall’algoritmo, sono salite di più”.
E alla fine?
“Il biglietto Genova-Milano costava, anzi, costa, più di un biglietto che a parità di chilometri fa tutto il viaggio all’interno della Liguria o tutto all’interno della Lombardia. Nascono lì quei 38 euro mensili di differenza per gli abbonati”.
Quindi, esiste un problema: l’algoritmo non è stato aggiornato.
“Sì, ma non doveva aggiornarlo Trenitalia, noi possiamo solo applicarlo rigorosamente”.
Dovevano aggiornarlo le Regioni.
“Certo. I comitati dei pendolari hanno segnalato a Trenitalia la questione dalla seconda metà del 2015, ma nessuno si è mai fatto carico del problema. Siamo stati noi a prendere in mano le storture dell'abbonamento sovraregionale e portarla alla commissione Trasporti della Conferenza Stato-Regioni”.
Con quale risultato?
“E' ripartita la contrattazione sulle tariffe regionali e sovraregionali”.
Lei prima diceva che le tariffe regionali sono cresciute poco. State chiedendo di alzarle per abbassare quelle sovraregionali, regolate dall’algoritmo?
“Le tariffe regionali sono basse, tra le più basse d’Europa. Se in molte regioni non saranno alzate non potremo portare treni nuovi, garantire più comfort, migliorare il servizio. Ma le tariffe, ribadiamo, le fanno le Regioni”.
Voi, però, avete un ruolo importante. State chiedendo aumenti per i biglietti regionali in tutta Italia?
“Alcune regioni virtuose, come la Toscana, hanno già fatto gli aumenti necessari e quindi non ne chiediamo altri. Non a caso, il cinquanta per cento dei treni regionali toscani è nuovo. Oggi presentiamo un nuovo modello”.
I due aggiornamenti delle tariffe sovraregionali si fanno a febbraio e ad agosto, riuscirete a rivedere in tempi brevi l’algoritmo superato?
“Se l’intera contrattazione delle tariffe con la Regione va in porto, si può fare entro agosto. L’importante è mantenere l’equilibrio economico, nostro e delle Regioni”.
Quanti sono coloro che hanno subito l’algoritmo vecchio?
“Poco meno di 70mila".
E quanti sono gli abbonati?
"Gli abbonati che hanno subito un danno sono 7mila. Teniamo conto che gli abbonati pendolari, in Italia, sono 480mila”.
I ricavi per questi settemila?
“Sono 15 milioni di euro, a fronte di un ricavo generale dal traffico pendolare pari a 860 milioni di euro. I cosiddetti beffati, e ribadiamo non da noi, valgono il due per cento di quel mercato. Come si vede, per Trenitalia non c’è
un vantaggio economico nel mantenere l’algoritmo in vita. Noi stiamo cercando di risolvere il problema e giovedì scorso, per questo, abbiamo siglato un accordo con Assoutenti. Trenitalia punta sul comparto pendolari, a bilancio abbiamo investimenti per 4,5 miliardi”.