TERAMO Il terremoto causerà una migrazione della popolazione teramana dall’interno verso la costa: lo si può già dare per scontato. Ma se sarà un vero e proprio esodo lo si potrà dire come minimo tra mesi, forse solo tra anni. L’analisi dei dati aggiornati al 31 dicembre raccolti negli uffici anagrafe dei principali centri della provincia non fornisce riscontri importanti. Un movimento verso il mare da fine agosto in qua indubbiamente c’è, ma al momento non comporta trasferimenti significativi di residenze e resta un movimento temporaneo di persone sgomberate dalle proprie abitazioni rese inagibili dalle scosse o semplicemente spaventate dal terremoto. Le prime, beneficiarie dei contributi statali, si sono sistemate in strutture turistiche o alloggi in affitto; le seconde in gran parte si sono trasferite (spesso solo per dormire) nelle seconde case al mare e in piccola parte hanno trovato sistemazioni in affitto. Sulla costa si registra, come leggete nella pagina a fianco, una grossa richiesta d’informazioni su possibili acquisti di alloggi, ma per ora gli acquisti non ci sono. E acquistare è ben altra cosa che affittare. Limitandoci ai freddi numeri della popolazione residente a fine 2016, va rilevato come Teramo perda 187 residenti rispetto al 2015, interrompendo una crescita che durava da anni e l’aveva portata sopra i 55mila abitanti. Sul totale, tuttavia, si tratta di uno spostamento minimo, come minimi sono l’aumento di Roseto (+55) e la diminuzione di Giulianova (-70), le altre due città più importanti della provincia. Roseto, in ogni caso, ha ormai staccato Giulianova di quasi 2mila residenti: tra le due “cugine” costiere non c’è più insomma il testa a testa demografico durato per anni e il secondo posto in provincia della Città delle rose appare ben saldo. Le altre comunità sopra i 15mila abitanti sono tutte costiere. Martinsicuro conserva il quarto posto, ma perde 120 residenti in un anno e viene avvicinata da Silvi, che invece ne guadagna 55. Ha appena superato la soglia dei 15mila residenti Pineto, la città – tra quelle prese in considerazione nella nostra analisi – che ha avuto il miglior saldo nel passaggio tra 2015 e 2016 (+112). A ruota ci sono Alba Adriatica e Tortoreto, con la seconda che riduce la distanza – già minima – dalla prima avendo guadagnato 64 residenti nel 2016 mentre Alba ne perdeva 24. L’ultimo centro del Teramano sopra i 10mila abitanti è Atri, che nel 2016 ha perso 93 residenti; il primo sotto i 10mila è Sant’Egidio alla Vibrata, che invece – nonostante si trovi nell’entroterra – continua ad avere capacità attrattiva (+38) ed è arrivato sopra i 9.800 residenti. Trend positivo anche per Mosciano Sant’Angelo (+23) mentre Montorio, principale centro della fascia pedemontana, accusa un calo di residenti abbastanza importante (-113). Montorio è, per ora, l’unico caso per il quale si può già parlare di effetto terremoto. Ma bisognerà aspettare come minimo mesi per poterlo affermare con certezza. In generale, il processo di spopolamento della zona più interna della provincia – in corso da oltre un cinquantennio – continua inesorabile a prescindere da terremoti e altre calamità naturali. E ovviamente non potrà arrestarsi proprio ora, anzi. La popolazione teramana sarà sempre più concentrata sulla costa e nelle vallate, questo è lo scenario che ci attende. Scosse o non scosse.