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Pescara, 25/07/2024
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Data: 07/02/2017
Testata giornalistica: La Repubblica
Raggi, Romeo indagato per abuso d'ufficio. L'ex capo della segreteria, al centro della vicenda polizze, accusato di abuso d'ufficio

ROMA. Nuovo colpo al Raggio Magico. Sul registro degli indagati ci finisce anche Salvatore Romeo, ex capo della segreteria politica della sindaca di Roma. Mr Polizza verrà sentito domani dai pm che lo accusano di abuso d’ufficio. La vicenda è quella delle nomine. Nell’invito a comparire, la procura non precisa per quale delle promozioni Romeo è accusato di avere violato la legge. Potrebbe essere la sua: il fedelissimo della sindaca passò da un ruolo di semplice funzionario al dipartimento Partecipate (con stipendio da 39 mila euro l’anno) a uno da dirigente a 110 mila (poi abbassati a 93mila dopo la censura dell’Autorità Anticorruzione). Ma potrebbe anche essere quella di Renato Marra, vigile urbano e fratello dell’ex capo del Personale Raffaele, suo grande amico e anche lui molto legato alla sindaca grillina. Il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Francesco Dall’Olio hanno volutamente omesso la contestazione specifica: Romeo scoprirà solo domani di che cosa è accusato. Solo domani saprà anche chi avrebbe commesso questo reato con lui: i magistrati gli contestano anche il concorso, ma senza precisare con chi. Sicuramente, tra i “correi” c’è Virginia Raggi. Possibile che i magistrati gli chiedano anche delle polizze stipulate in favore dell’avvocata grillina. Anche se per l’accusa non hanno rilievo penale, probabilmente i pubblici ministeri vorranno capire il perché di quella scelta.

Grillo sostiene la sindaca in ogni modo, ma il Raggio Magico finisce nei guai quasi al completo (manca solo l’ex vicesindaco Daniele Frongia). Tre dei “quattro amici al bar” sono indagati. Il loro, questo si sa, erano un gruppetto molto unito. È stato Romeo, intervistato ieri da Agorà (Raitre), a spiegare il contenuto della chat pubblicate domenica da Repubblica in cui lui e Marra, anche prima delle elezioni, organizzano strategie e spartiscono incarichi. «Sicuramente — ha detto Romeo — ci stavamo preparando per cercare di governare la città laddove si fosse vinto, evidentemente, proprio perché ci conoscevamo». E però: «Non era un progetto mio, di Virginia Raggi e di Raffaele Marra. Era della squadra, che è molto più ampia, capitanata da Virginia e dal Movimento».
Un’altra tegola per l’inquilina del Campidoglio perché Romeo, ormai scaricato, con lei aveva un rapporto speciale, al punto da intestarle due polizze vita. Di segreti il suo ex fedelissimo potrebbe custodirne parecchi. Esattamente come Marra, il cui interrogatorio è stato rinviato alla prossima settimana (anche se potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere).

Botta e riposta a distanza tra il segretario del Pd, Matteo Renzi e il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio. «Sono molto felice — scrive l’ex premier sulla sua Enews — che in Italia il garantismo
sia tornato di moda anche in ambienti che ne sembravano distanti. Siamo contenti della svolta. Viva il garantismo». E replica Di Maio: «Nessuna svolta garantista, applichi il codice etico al Pd». A rispondergli, a distanza, è Beppe Grillo che sul blog pubblica i 43 «successi di Virginia Raggi in sette mesi di governo della città». Dai trasporti alle buche. Una difesa a oltranza. Accadeva ieri. Già oggi sul Campidoglio si addensano nuove nubi.

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