ROMA Un po' di Marino, una spruzzata di Tronca e una mano di Renzi. Se a Roma l'impresa eccezionale è essere normale, Beppe Grillo dopo la virata totale pro-Raggi (che val bene Palazzo Chigi) rilancia in 43 punti le «cose fatte» per la Capitale dalla grillina in questi sette mesi burrascosi in Campidoglio. La narrazione pentastellata che dovrebbe passare è la seguente: altro che «affaire Marra» non è vero che finora non si è combinata un'acca in Comune. Gran parte delle azioni rivendicate, però oltre alla normale amministrazione, sono provvedimenti ereditati in continuità con le precedenti giunte e l'aumento degli stanziamenti per il sociale e municipi sono raffrontati al bilancio del commissario Francesco Paolo Tronca, un bilancio tecnico per una gestione che durò otto mesi. Grillo dice che «abbiamo trovato la capitale devastata, ma non ci siamo spaventati: noi ci siamo buttati a capofitto in questa avventura e, nonostante le difficoltà, stiamo iniziando a cambiare la città».
I PUNTI CONTROVERSI
La lista di Grillo inizia con «i 430 milioni di euro per il trasporto pubblico» e termina con la rivendicazione del bilancio approvato «con due mesi di anticipo sulla scadenza fissata dal Governo». Attenzione però: proprio Palazzo Chigi ha concesso una proroga a tutti gli enti locali dal 31 dicembre al 31 marzo. Per la prima data il Comune di Roma non ce l'avrebbe fatta, vista la bocciatura dell'Oref. Al secondo tentativo è andata meglio.
L'abbassamento della Tari - «con un risparmio in bolletta tra l'1,5% e il 2%» scrive Grillo - fa parte del piano iniziato (ma non concluso) da Ignazio Marino, che aveva programmato una sforbiciata della tariffa di cinque punti in cinque anni. Proprio la giunta di centrosinistra aveva studiato il nuovo piano del traffico che prevede varchi elettronici nella Ztl dell'anello ferroviario: «21 sono stati già attivati entro l'anno saranno realizzati ulteriori 53», scrive Grillo. Così come il leader del M5S sottolinea l'investimento di 18 milioni per le periferie stanziati dal Governo Renzi prima delle dimissioni del premier fiorentino. Nei 43 punti rilanciati dal blog c'è anche, per esempio, il Grande Raccordo Anulare per le Biciclette: un pallino dei due ciclisti, il ministro Graziano Delrio e l'ex sindaco Ignazio Marino. Progetto però mai realizzato. Nell'elenco delle «cose fatte da Virginia» si citano due volte i 25 milioni di euro del Giubileo salvati. Ribaltando l'affermazione: la notizia è che il Comune è riuscito a spendere i soldi stanziati dal Governo per l'Anno Santo straordinario. Normale amministrazione, appunto. Ancora più controverso il passaggio sui salari accessori dei 23 mila dipendenti capitolini. Secondo Grillo «bloccati da oltre sei anni dalle precedenti amministrazioni», in realtà la giunta Raggi ha saldato, seppur senza il via libera del ministero dell'Economia, circa 30 milioni di arretrati dei premi a pioggia (non in base al merito) che si riferiscono però agli ultimi mesi del 2015. Discorso diverso, invece, è per i fondi erogati illegittimamente dal 2008 al 2012: una vertenza con il Tesoro da 340 milioni su cui indaga anche la Corte dei conti che è lontana da essere conclusa. Anche sui trasporti i 150 nuovi bus sono frutto del bando delle precedenti amministrazioni. Dopo sette mesi i tagli alle spese della macchina capitolina invece risultano efficaci: «40 milioni di euro per i servizi istituzionali» e sono diminuite anche le spese per gli staff (nota dolente visto le inchieste sulle nomine) fermi finora a 3 milioni e 114mila euro rispetto a una media di «7 milioni e 400mila euro l'anno» delle giunte precedenti. Tutti da verificare invece i piani, che Grillo rilancia, contro tutte le forme di abusivismo commerciale che assediano Roma, così come fanno sorridere «le 400 buche riparate» (praticamente una ventina per municipio di Roma, ciascuno grande in termini di estensione come una cittadina di provincia) e una serie di iniziative normali tipo la pulizia delle caditoie e delle foglie. Il post di Grillo, con il quale blinda la sindaca Raggi, è frutto per gran parte dell'attivista M5S Maurizio Di Simone, che l'ha pubblicato su Facebook domenico pomeriggio.
LE MOSSE
L'opposizione, nel dubbio di toccare con mano i punti, va all'assalto. La capogruppo del Pd Michela Di Biase ricorda che nella smorfia napoletana «il 43 è la donna affacciata al balcone, ed è un modo di dire che raffigura una persona cui piace talmente tanto apparire da essere disposta a tutto anche a vendere per propri gli impegni e le attività di altri». L'altra democrat Valeria Baglio fa un'altra lista, ma con «43 insuccessi» della giunta Raggi. Per l'ex sindaco Gianni Alemanno si tratta di «balle messe in bella copia». Forza Italia rincara la dose: «Grillo tratta i romani come cretinetti». Raggi però si gode lo scudo dei vertici del M5S, compreso Luigi Di Maio, e prepara la nuova strategia per «uscire dal guscio» e ritornare «all'attacco» dopo settimane a dir poco complicate: «Adesso - dicono dal Campidoglio - inizieremo a occuparci di Roma».