PESCARA L'apocalisse in venti giorni. Una combinazione eccezionale di eventi: terremoti-neve-black out elettrici, che hanno trovato l'Abruzzo impreparato. Su questo tutti d'accordo durante il Consiglio regionale straordinario convocato ieri a Pescara. Ma si sarebbe potuto fare di più e meglio per non affidare le risposte che servivano, in quei giorni drammatici, al solo eroismo dei volontari e dei mezzi di soccorso o di chi si arrampicava di notte sui tralicci dell'alta tensione, con i piedi nell'acqua e raffiche di vento di 90 km orari che tagliavano la faccia. Forse una parola di verità, che è anche l'invito a cospargersi il capo di cenere, è arrivata dall'intervento più breve, quello dell'assessore Donato Di Matteo: «Se diciamo di non avere commesso errori, la gente non capirebbe...». E prima di arrivare all'approvazione del documento della maggioranza, dove si chiede soprattutto l'impegno del governo per individuare lo strumento giuridico necessario a quantificare i danni indiretti causati dalle calamità di gennaio, è il M5S a chiedere conto delle quasi 200mila utenze dell'Enel rimaste senza gas e luce, anche per dieci giorni consecutivi. Circa 600mila cittadini, la metà della popolazione abruzzese, che nel migliore dei casi godrà di un indennizzo di massimo 300 euro per i disagi subiti.
Domenico Pettinari ha ricordato che ci sono 2 direttive europee e 4 Decreti legislativi che disciplinano i rapporti con il gestore dell'energia elettrica: «La Regione ha competenze specifiche su Terna ed Enel. Partecipa ai tavoli di concertazione con il Ministero dello Sviluppo economico sulla sicurezza delle linee e l'approvvigionamento energetico. Riceve, soprattutto, i report annuali di Enel sullo stato degli impianti. E se questi report sono arrivati - chiede Pettinari -, cosa dicono?». Alla fine, centrodestra, M5S e maggioranza si sono ritrovati tutti d'accordo su un punto: i gestori delle linee elettriche non possono limitarsi agli indennizzi, devono risarcire tutti i danni diretti e indiretti subiti dalla popolazione e dalle attività economiche.
GLI INVESTIMENTI Il documento approvato ieri non si limita però a questo. A Terna ed Enel si chiede di inserire nella propria programmazione investimenti sulla manutenzione e il potenziamento della rete, mentre dal canto suo la Regione si impegna ad istituire il Servizio di prevenzione Multirischio a supporto anche agli enti locali. Altro impegno, è quello di promuovere un piano di interventi sulla sicurezza scolastica e di giungere rapidamente alla promulgazione del Piano di Adattamento ai cambiamenti climatici. C'è poi la richiesta, indirizzata al governo, di prevedere risorse aggiuntive sul fondo di solidarietà nazionale per il comparto agricolo e l'attivazione degli ammortizzatori in deroga al fine di compensare la sospensione parziale delle attività economiche danneggiate. Ultimo punto, promuovere un piano di investimenti sulla sicurezza degli edifici Asl. Ma tra gli impegni presi, ci sono anche le «inutili passerelle mediatiche» a detta dei rappresentanti del centrodestra, che hanno puntato il dito sulla visita lampo di ieri del premier Gentiloni nelle zone del Teramano: «Vorrei sapere - dice Paolo Gatti - chi ha incontrato ieri il Presidente del Consiglio, visto che a quella riunione hanno partecipato solo quattro persone, alcuni sindaci del Cratere e nessun consigliere regionale o parlamentare. Hanno avuto paura del confronto, una maleducazione istituzionale senza precedenti». Naturalmente la lista degli invitati non poteva essere nelle tasche di Gentiloni e tutto viene rimandato alle responsabilità del governatore Luciano D'Alfonso: «Solo fumo negli occhi - dice Mauro Di Dalmazio - senza che in quella mezz'oretta sotto la pioggia sia stato assunto un solo impegno».