Una lectio magistralis su D'Annunzio («Un grande artista e un grande poeta, tentato dalla politica: è meglio che gli intellettuali restino tali»), un'iniezione di fiducia per L'Aquila («Lo stress è notevole, ma è la città più allenata del mondo a cadere in ginocchio e rialzarsi, questa cosa porterà del bene alla città»), un monito per i giovani (Più libri, meno web) e persino una sviolinata a Cialente («L'Aquila ha avuto una grande fortuna negli ultimi otto anni, quella di avere Cialente come sindaco»). Così Paolo Mieli ha battezzato l'inaugurazione dell'anno accademico dell'Accademia delle Belle Arti. Mieli ha promosso l'informazione («Nel suo complesso è davvero molto ricca e documentata, questa volta non c'è un'informazione uniforme»), purché abbandoni le «note lamentose»: «Aggiungerei fiducia nel futuro ha detto Penso che se il resto d'Italia derubrica tutto al pianto dell'Aquila non sta più neanche a sentire».
Come ha sottolineato il presidente Roberto Marotta, «l'Accademia ha come obiettivo quello di diventare un luogo di aggregazione per contribuire alla rinascita della città. Con circa 400 iscritti e 150 nuovi immatricolati il nostro istituto dimostra la sua vitalità». Dopo anni difficili, insomma, i 141 nuovi iscritti a fronte dei 92 dello scorso anno lasciano ben sperare. Il direttore Marco Brandizzi ha illustrato la visione futura: «Nuovi corsi, quello sugli autori televisivi, ma anche master post lauream per curatori di eventi artistici e quello triennale sull'arte terapia». Gli studenti stanno portando avanti progetti importanti, come quello della tela della finta cupola del Duomo. All'inaugurazione ha portato i suoi saluti anche il sindaco Massimo Cialente. «L'Aquila è il simbolo di una ricchezza che non sarà cancellata da un terremoto ha detto Maria Letizia Melina del Miur Spero che l'Accademia sia da esempio anche per altre popolazioni colpite dal sisma. Il futuro non crolla».