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Data: 09/02/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Infrastrutture e sicurezza - A-24 e A-25, la sicurezza dei viadotti diventa un caso. Di Biagio (Ap) annuncia un ordine del giorno al Senato: subito interventi urgenti. E il leghista Crosio avverte: già danneggiati nel 2009, ora ulteriormente deteriorati

ROMA La paura, ora, fa novanta. E il caso dell’Autostrada del terremoto abruzzese finisce in Parlamento. Il senatore Aldo Di Biagio è pronto a presentare un ordine del giorno che impegna il governo a intervenire perché sia possibile «procedere alla immediata realizzazione dei primi interventi di messa in sicurezza urgenti dei viadotti» sulla A24 e A25. Interventi di adeguamento sismico per scongiurare il rischio di crolli su questo collegamento cruciale per il Centro Italia. A sollecitare l’esecutivo anche Jonny Crosio della Lega, sempre più presente nelle vicende abruzzesi. «I viadotti – sostiene l’esponente del Carroccio che mette nel mirino il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio - erano già danneggiati in conseguenza al terremoto del 2009 e oggi ci risultano ulteriormente deteriorati. E’ fondamentale procedere alla messa in sicurezza dell’arteria stradale così come previsto già dal 2012 nella legge di stabilità ma a oggi non ci risultano accordi tra l’ente gestore e il ministero delle infrastrutture. E’ molto grave che non si stia facendo nulla, i responsabili dell’asse viabilistica non stanno adempiendo alla legge lasciando al caso e quindi a una possibile nuova scossa di terremoto la possibilità o meno che i viadotti danneggiati cadano». Ma quali sono le situazioni più a rischio? Senz’altro il viadotto svincolo Bussi, lo svincolo Tornimparte, il viadotto S. Onofrio, e quello di Popoli «sui quali procedere alla immediata esecuzione dei progetti esecutivi di messa in sicurezza. Il che non esclude, nell’ambito delle priorità e dell’urgenza, gli interventi sui restanti viadotti, anch’essi interessati dal pericolo di scalinamento degli impalcati lungo tutta l’asta dell’infrastruttura autostradale». Per scongiurare il peggio bisogna intervenire subito. Si era pensato di intervenire con il decreto Milleproroghe. Ma è molto probabile che i contenuti dell’ordine del giorno che verrà a breve depositato a Palazzo Madama si trasformino in emendamenti al decreto sul terremoto. In modo da «consentire alla concessionaria Autostrada dei Parchi di utilizzare le rate del corrispettivo di concessione per il complessivo importo di 223,4 milioni». Somme in parte già versate del concessionario, ma ad oggi vincolate e quindi congelate. Come spiega al Centro l’amministratore delegato di AdP, Cesare Ramadori: «Abbiamo un contratto di finanziamento in base al quale siamo tenuti a depositare circa 55,8 milioni all’anno, pari alla rata del prezzo di concessione. Al 31 dicembre risultano versati circa 112 milioni. Che però sono bloccati nonostante la legge dai Stabilità del 2012 imponga l’adeguamento sismico a questa infrastruttura strategica», spiega Ramadori. Sullo sfondo un duro braccio di ferro combattuto anche a suon di carte bollate che contrappone la Concessionaria al Mit e chiama in causa anche l’Anas. Fatto sta che ad oggi non risulta ancora approvato dal ministero delle Infrastrutture il piano finanziario che autorizzerebbe gli interventi della Concessionaria. «Non è servito a sbloccare la situazione neppure il nostro impegno a restituire queste somme prima della fine della concessione nel 2030». E nonostante le scosse continue e il rischio collegato all’inusuale scenario sismico prospettato dall’Ingv è tutto fermo. «Dopo il terremoto dell’Aquila del 2009 siamo riusciti con impegno e pure grazie ad una certa dose di fortuna, a limitare i danni provocati dal sisma che ci ha costretto a risollevare circa 200 campate in tempi strettissimi consentendo alla macchina dei soccorsi di non fermarsi», prosegue Ramadori. E se succedesse ancora? «Con un evento dello stesso genere oggi la strada chiuderebbe», dice l’ad che aggiunge: «Inutile dire che senza il piano finanziario approvato e con il blocco delle tariffe imposto anche dalla crisi è molto difficile, se non impossibile trovare sul mercato i finanziamenti che servono». Affonda il colpo l’esponente della Lega, Crosio. Che senza mezzi termini afferma: «Vogliamo che ci scappi il morto come nel caso del viadotto di Lecco? Abbiamo appreso che alcuni viadotti sono ammalorati lungo questa arteria baricentrica. Cosa aspetta Delrio a muoversi? Si faccia un monitoraggio per fotografare lo stato dell'arte. E poi si proceda ad un accordo quadro tra il Mit e la concessionaria. Se verranno date queste garanzie siamo disponibili ad appoggiare anche un emendamento da inserire nel decreto terremoto».

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