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Data: 09/02/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Slavine, frane e crolli: chiusa la tangenziale. Galleria a rischio Si sbriciola il muro dell'ex Utap. Transennata la collina di Coste S.Agostino

Slavine, frane, smottamenti, crolli: Teramo e il suo territorio si sta sbriciolando dopo il maltempo, le infiltrazioni d'acqua perturbano il patrimonio edilizio e la stabilità orografica. Le arterie principali sono a pezzi. Il capoluogo ieri mattina si è risvegliata senza più il muro dell'ex Utap di Via Tom Di Paolantonio, per fortuna crollato al suo interno e non verso la strada nei pressi della rotonda del lotto zero. Un'altra frana con un fronte di grandi dimensioni ha interessato il muro di contenimento presso la galleria numero tre della tangenziale teramana (dinanzi al quartiere Cona) che è rimasta chiusa al traffico. Resta sotto controllo la situazione lungo Via De Gasperi per la collina di Coste Sant'Agostino: per il momento la strada è stata transennata per metà carreggiata. Il Comune già stava intervenendo in altre tre zone in cui si sono registrate frane e smottamenti, e precisamente a Mezzanotte, Rapino, San Pietro ad Lacum. In tali siti fa sapere l'amministrazione - sono già in corso interventi di consolidamento e risanamento idrogeologico e si sta provvedendo anche a ripristinare la viabilità stradale, laddove interessata dai movimenti franosi. Un vero e proprio percorso di guerra è la strada che porta alla Casa circondariale di Castrogno: anche la Cgil si fa portavoce delle lamentele dei dipendenti, dei familiari dei detenuti e degli stessi residenti. Questo stato di cose spiega il sindacato - aumenta sensibilmente il rischio legato al trasporto dei detenuti e non è da escludere il rischio che il carcere possa rimanere isolato. In provincia l'elenco è drammatico: Non si finisce a cristallizzare gli eventi che bisogna subito aggiornarli. Situazioni critiche a Isola del Gran Sasso e a Ripe di Civitella dove un fronte minaccia le abitazioni private: lo stanziamento regionale di un milione di euro per ripristinare il territorio per una frana del 2015 è stato già erogato ma i lavori mai iniziati a causa, di come raccontano gli stessi amministratori, di farraginosi iter burocratici, nel frattempo alcuni residenti hanno dovuto sgomberare le proprie case. Finora in provincia di Teramo sono 14 le strade chiuse in maniera parziale o totale, tra cui la Sp 43 tra Pietracamela e Prati di Tivo, la Sp 23 Cellino-Atri (che ha fatto infuriare il sindaco Del Papa fino a ventilare la riconsegna della fascia tricolore), la Sp 1/b di Ancarano, la Sp 36 di Cermignano (Saputelli), 3 e così via. In alcuni casi, fa sapere Via Milli, non è ancora possibile intervenire in quanto è ancora in corso il movimento franoso. La situazione appare così ingarbugliata che il presidente della Provincia, Renzo Di Sabatino, prospetta una Piano di messa in sicurezza generale che interessi, oltre alle strade, anche la stabilità degli uffici pubblici. In ottica allargata sisma-maltempo chiama però tutti a raccolta: Rimbocchiamoci tutte le maniche, bisogna essere uniti, fare fronte comune. E' necessario unire la politica e gli amministratori, non è più tempo di critiche, insomma imitare il modello L'Aquila, dove si sta lavorando tutti insieme con un tavolo per gli emendamenti sul decreto sisma, fare massa critica, invece qui a Teramo ci si lamenta se un sindaco è stato invitato o meno da Gentiloni. Sugli eventuali risarcimenti sisma-maltempo Di Sabatino scarta l'opzione zona franca: L'area è troppo vasta, concentriamoci maggiormente sulla sospensione delle tasse per un periodo considerevole, con i pagamenti diluiti nel tempo.

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