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Pescara, 24/07/2024
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Data: 09/02/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Enel si difende al Senato «Colpe non solo nostre». Il direttore davanti alla commissione Industria con un dossier di foto e dati. Tamburi: «Abbiamo fatto il massimo, fronteggiate nevicate straordinarie» Indennizzi e risarcimenti. Ecco come ottenerli

PESCARA Maledetta neve, maledetto ghiaccio, maledetto terremoto. E maledetti manicotti. Se l’Abruzzo è rimasto per nove giorni senza energia elettrica a gennaio è colpa essenzialmente della furia di questi tre elementi naturali che hanno fatto saltare a loro volta le giunzioni di alta tensione, interrotto la rete, creato disagi e provocati danni che tra diretti e indiretti devono essere ancora quantificati. Milioni di euro (sicuramente più dei 26 del maltempo 2015) che Enel – azienda elettrica – conferma di voler rimborsare agli abruzzesi vittime del black out durante l’audizione davanti alla commissione Industria del Senato. Tre ore in cui il vertice Enel (E-distribuzione) è stato chiamato a spiegare perché mezzo Abruzzo è caduto nel buio e per quali motivi c’è rimasto per nove lunghi giorni durante i quali si è verificata anche la tragedia di Rigopiano. «La responsabilità non è solo nostra. Erano cento anni che non si verificavano nevicate così intense con 20 milioni di tonnellate di neve caduta in Abruzzo», ha detto il direttore Enel Italia, Carlo Tamburi, nel corso dell’audizione, «si è trattato del 30% in più della media degli ultimi 15 anni, quattro volte la media degli ultimi 15 anni nella sola provincia di Pescara. E nelle Marche c’è stato un impatto sovrapposta al terremoto». Poco prima dell’audizione il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto al Quirinale la presidente di Enel, Maria Patrizia Grieco, con l’ad e dg, Francesco Starace. Il direttore Tamburi ha continuato a parlare mostrando grafici, snocciolando dati, leggendo titoli di giornali che riportano testimonianze sulle drammaticità di gennaio. E poi indicando tante foto, raccolte in un dossier, che vedono strade sbarrate dalla neve, tecnici Enel che lavorano nella tormenta di notte, mezzi impantanati. «La mia non vuole essere solo una difesa, ma un’analisi oggettiva dei fatti», sottolinea Tamburi, secondo cui «in quei giorni è stato fatto il massimo». Cinquecento i mezzi di trasporto e predisposti oltre 11mila i pernottamenti per il solo personale di E-distribuzione. Ma perché, perché è successo? Come è potuto avvenire questo disastro? Nelle relazioni tecniche contenute nel dossier si fa riferimento ai manicotti dei quali si era già parlato durante la fase di emergenza. La neve di tipo farinoso, molto umida e quindi molto pesante, è andata ad incidere sulle linee aeree facendole piegare e in qualche caso crollare. Mentre il ghiaccio ha fatto sì che i manicotti si spaccassero. Interrompendo di fatto la rete. Tamburi si è soffermato della cabina elettrica andata in tilt a Civitella e di altre centraline. «Non voglio scaricare alcuna responsabilità. Noi ci prendiamo la nostra, ma occorre fare distinzione tra quelle nostre e quelle di Terna (altra azienda elettrica ma dell’alta tensione n.d.r.)». Eppure Enel sostiene di aver investito nel periodo 2012-2016 circa 211 milioni di euro: 160 km di linee nuove, 70 km di linee ricostruite, 205 cabine secondarie, allacciamento di 10.400 produttori (270 MW), normale manutenzione e realizzazione di due Centri satellite. «I minuti di interruzione media sono passati da 55,4 per cliente a 44, contro l'obiettivo dell'Autorità fissato a 51,4», aggiunge il direttore rimarcando come la rete elettrica italiana sia ritenuta fra le migliori al mondo. Sui guasti in Abruzzo e Marche ha parlato anche Gianluigi Fioriti, a capo di E-distribuzione (Enel), che ha annunciato come «di fatto la situazione è sotto controllo, di fatto c'è il ripristino della rete»: «Sono ancora installati circa 40 gruppi elettrogeni, contro gli oltre 1.000 dispiegati in campo per fronteggiare l'emergenza». E oggi Terna e di nuovo Enel vengono ascoltate dalle Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive.

Indennizzi e risarcimenti. Ecco come ottenerli

PESCARA Oltre 200mila utenze. In pratica 600mila abruzzesi che hanno subito i disagi del blackout elettrico nei giorni del maltempo di gennaio e che ora contano di essere risarciti. Mezzo Abruzzo. L’Enel ha detto che paga. Quanto? Il conto complessivo non c’è, ma si sa che sono stati 26 i milioni di euro che l’azienda ha sborsato per le 117mila utenze interrotte causa maltempo nel 2015. Come ottenere i rimborsi? Prima di tutto occorre distinguere due parole-chiave. Sono “indennizzi” e “risarcimenti”, diverse perché ciascuna sottintende un modo diverso per vedersi riconosciuti i danni e quindi i rimborsi. Indennizzi automatici. Enel è tenuta a corrispondere indennizzi automatici previsti dall’Autorità per l'energia elettrica e che scattano nelle bollette. Vediamo come. Innanzitutto si fa una differenza in base al luogo dove si è verificato il blackout. Se in un comune con più di 50mila abitanti c’è una deroga di otto ore di buio; se in un comune con meno di 50mila abitanti, la deroga sale a 12 ore e se in paese con meno di 5mila abitanti si parla di 16 ore. Bene. Se il black out è durato di più scattano gli indennizzi automatici per cui le famiglie possono ottenere 30 euro, più altri 15 per ogni blocco di 4 ore di interruzione oltre gli "standard”; questo fino a un tetto massimo di 300 euro (per le attività commerciali e produttive si può arrivare fino ad un massimo di 6mila euro. Nei dettagli: i piccoli consumatori e le imprese con potenza inferiore o uguale a 100 kW, avranno 150 euro, più altri 75 ogni ulteriori 4 ore, fino ad un massimo di 1.000 euro. I piccoli consumatori con potenza superiore a 100 kW, avranno 2 euro per ogni kW, più un euro a kw ogni ulteriori 4 ore, fino ad un massimo di 3.000 euro. Infine, le imprese con potenza superiore a 100 kW, allacciate in media tensione, otterranno 1,5 euro per ogni kW, più 0,75 euro a kW per ogni ulteriori 2 ore, fino ad un massimo di 6.000 euro. . I comuni interessati sono oltre 200. Non è necessario fare richiesta. Sono indennizzi erogati direttamente in bolletta entro il primo ciclo di fatturazione decorsi 60 giorni dall'interruzione. Per usufruirne occorre essere in regola con i pagamenti. A verificare gli indennizzi sarà direttamente l’Enel. Se non dovessero arrivare allora occorre rivolgersi all’azienda (vedi tabella accanto). Indennizzi extra. Si tratta di rimborsi che l’Enel si è impegnata a riconoscere per i disagi causati dalle interruzioni che si sono prolungate per una durata superiore e che pertanto superano la soglia dei 300 euro ad utente. Questo genere di indennizzi verrà quantificato utilizzando gli stessi criteri stabiliti dall'Autorità e attinge al "Fondo eventi eccezionali” alimentato dagli stessi contribuenti e al quale l’Azienda intende contribuire di suo. Una situazione definita «paradossale» dal presidente Codacons Carlo Rienzi che aveva annunciato un ricorso alla Corte dei Conti perché «sarebbero i cittadini a pagare per una rete elettrica che è inadatta e con scarsa manutenzione». Ad ogni modo per ottenere gli indennizzi aggiuntivi occorre armarsi di santa pazienza e procurarsi un modulo negli uffici Enel (vedi tabella accanto). Una prima sommaria descrizione di quanto subito si può descrivere anche nella pagina online messa disposizione di Enel su www.e-distribuzione.it e/o inviarla per posta elettronica. La stessa cosa si deve fare nel momento in cui si lamentano i danni materiali a elettrodomestici. Oltre ai moduli sarà necessario allegare la documentazione necessaria, come fatture e relazione del tecnico intervenuto. Risarcimenti. L'Enel risarcirà i clienti che hanno dimostrato i danni subiti a seguito del protrarsi dell'interruzione o per errata manovra nel ripristino del servizio (una scarica più alta). Anche in questo caso attingerà a un apposito fondo di accantonamento. Almeno così le bollette non subiranno aumenti.

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