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Pescara, 24/07/2024
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Data: 10/02/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Sevel. Pipì vietata in fabbrica, caso nazionale. L’operaio si è urinato addosso. Subito sciopero e riunione delle Rsa. Anche l’azienda si scusa e avvia le verifiche sui ruoli

ATESSA Aveva chiesto più volte al team leader della sua unità lavorativa, al montaggio, di potersi assentare per andare in bagno. Ma all'ennesimo rifiuto un operaio della Sevel non ce l'ha fatta più a trattenersi e si è visto costretto ad urinarsi addosso. E' accaduto in uno dei più produttivi stabilimenti Fiat d'Italia, il più grande d'Europa per la costruzione di veicoli commerciali leggeri e la fabbrica che da tre anni supera un record produttivo dopo l'altro. Tanto che, quest'anno, è arrivata la Medaglia d'argento per efficienza di stabilimento. Un episodio che ha immediatamente suscitato lo sconcerto e l'indignazione del coordinamento provinciale Usb lavoro privato Chieti che ha indetto un'ora di sciopero lo scorso martedì a cui si è unita anche la Fiom-Cgil. Una forte condanna dell'accaduto è arrivata anche dalle rsa (rappresentanze sindacali aziendali) dei sindacati Fim, Uilm e Fismic. I FATTI. Tutto è accaduto nel pomeriggio di martedì. L'uomo, sulla quarantina, impiegato nel reparto del montaggio, ha bisogno di assentarsi spesso per andare ad urinare per via di una terapia che sta seguendo con l'assunzione di un farmaco diuretico. Quel giorno aveva avvisato della circostanza il team leader della sua Ute (unità tecnologica elementare) che, tuttavia, al cambio turno delle 16,25 ha dovuto assentarsi per il recupero di un veicolo di scarto. Nel momento in cui è subentrato un nuovo team leader il dipendente ha ribadito la sua richiesta senza tuttavia spiegarne i motivi per timidezza e per proteggere la sua privacy. Il team leader però avrebbe negato il permesso per via delle richieste arrivate nel frattempo da parte di altri dipendenti. Il bagno è distante circa 250 metri dalla postazione di lavoro del lavoratore che, intanto, ha atteso 20-25 minuti dalla sua domanda. Un lasso di tempo e una distanza che l'uomo non è riuscito a colmare. L'episodio che lo ha riguardato, secondo chi lo conosce ed è accorso sul posto il martedì stesso, lo ha mortificato. I SINDACATI. L'Usb ha proclamato lo sciopero a cui hanno aderito 23 persone sulle 48 dell'unità operativa coinvolta. È stato convocato il consiglio straordinario delle rsa di tutte le sigle sindacali: Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Associazione quadri e capi Fiat. «Il fatto è da condannare con forza - dicono le rsa - perché lede la dignità di ogni persona. Abbiamo ribadito che simili episodi non devono ripetersi e che non venga negata a nessuno la possibilità di andare in bagno. Abbiamo infine chiesto che venga fatta chiarezza sull'accaduto e che si prendano i provvedimenti nei confronti di chi oggettivamente ha avuto delle responsabilità». «Con l'aumento dei carichi di lavoro e la riduzione delle pause si va incontro a questo tipo di episodi - interviene Fabio Cocco, dell'Usb Chieti - anche le donne ad esempio, possono andare incontro a determinate esigenze. Un'altra circostanza grave che abbiamo più volte riportato all'azienda e che è rimasta inascoltata è inoltre il fatto che ci dovrebbe essere un team leader ogni 6 addetti e invece non è così. I team leader gestiscono a volte anche 12, 15 persone». L'AZIENDA. Alla riunione straordinaria delle Rsa hanno partecipato, eccezionalmente, il direttore di stabilimento, Angelo Coppola, il capo del personale, il capo unità del montaggio e il responsabile del personale di officina. Il direttore ha riconosciuto la gravità dell'episodio e riferito ai rappresentanti sindacali che l'azienda avrebbe provveduto a verificare ruoli e responsabilità. E a seguito della riunione sono arrivate anche le scuse ufficiali e personali dell'azienda all'uomo. IL COMMENTO. «Spremere i lavoratori fino al divieto, ripetuto e continuato, di poter andare in bagno, è un fatto di una gravità inaudita, da condannare senza mezzi termini, un caso di fascismo aziendale - dicono Marco Fars e Maurizio Acerbo, segretari regionale e nazionale di Rifondazione Comunista - Nel gruppo Fca si assiste all’incremento di ritmi e carichi di lavoro al limite del sostenibile. L’arroganza aziendale si è spinta fino a costringere un lavoratore ad urinarsi addosso».

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