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Data: 10/02/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Bagno negato all'operaio della Sevel scattano le denunce

Pronte le azioni legali. «In questo caso, di dignità lesa, bisogna assicurare giustizia con celerità, sotto ogni forma di tutela e in ogni sede», così l'avvocato Diego Bracciale, di Ortona, incaricato dall'Unione sindacale di base (Usb) di ricorrere alla magistratura dopo che ad un operaio della Sevel di Atessa, il 7 febbraio scorso, non è stato dato il permesso di andare in bagno e il giovane, di un centro della provincia di Chieti, è stato costretto ad urinarsi addosso. Un episodio che ha suscitato indignazione tra i lavoratori. Che ha fatto sobbalzare i sindacati (condanne sono arrivate anche da Fiom, Fim, Uilm e Fismic), che hanno subito attuato uno sciopero e denunciato pubblicamente l'accaduto. C'è stato anche un incontro con l'azienda che ha risposto che adotterà tutti i provvedimenti che il caso richiede. Un fatto, dunque, destinato a finire in tribunale.

LE REAZIONI In una nota, stigmatizzano l'accaduto anche Marco Fars, segretario regionale Prc e Maurizio Acerbo, della segreteria nazionale. «Spremere i lavoratori fino al divieto, ripetuto e continuato, di poter andare in bagno, è un fatto di una gravità inaudita, da condannare senza mezzi termini. Da molti anni dicono - nel gruppo Fca (ex Fiat) si assiste all'incremento di ritmi e di carichi di lavoro al limite del sostenibile. Troppo spesso gli aumenti di produttività sono stati salutati come un fatto positivo, senza chiedersi come fossero possibili, ogni anno, tali record. E, in questi giorni affermano - la risposta è arrivata, di nuovo, dalla palese manifestazione delle condizioni che i lavoratori, loro malgrado, sono troppo spesso costretti a subire. L'arroganza aziendale - continuano - si è spinta fino a costringere un lavoratore ad urinarsi addosso, dopo che per troppo tempo gli è stato vietato di recarsi in bagno. La produzione viene prima di tutto sottolineano - e perciò i lavoratori non possono permettersi nemmeno il lusso di espletare bisogni fisiologici normali per qualsiasi essere».

RIFONDAZIONE ACCUSA E gli esponenti di Rifondazione vanno anche oltre. «La vicenda Sevel - sostengono - ci ricorda l'importanza e la necessità di riportare la democrazia reale dentro e fuori le fabbriche: questo totalitarismo aziendale è il prodotto di anni di riforme del lavoro che hanno sottratto diritti e tutele, con accordi sindacali capestro accettati da sindacati firmatutto'. Questi sono i risultati della cancellazione dell'articolo 18 di cui porta la responsabilità il Partito democratico, prima con il governo Monti, poi con il Jobs Act di Renzi».

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