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Data: 10/02/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Sede Anas a Bari, Cialente «Il governo ci abbandona» «Ora basta, c'è gente che va via da qui. Voglio sapere lo Stato che vuole fare»

La sede Anas deve restare all'Aquila e in Abruzzo. Il Governo, per il primo cittadino, deve pagare pegno dopo aver abbandonato questo pezzo di Appennino. Cialente parla come sindaco, sostituendosi nei fatti ad un silente governatore della Regione Luciano D'Alfonso che sarebbe l'interlocutore più naturale sul tavolo del Governo. La mossa di Cialente sembra dunque assumere in questo preciso momento anche una chiara connotazione politica di contrapposizione con il presidente della Regione. Il coordinamento Anas insomma sembra essere destinato a prendere la via della transumanza per fermarsi a Bari. «Tale riorganizzazione spiega Cialente - indebolisce le sedi che subiscono l'accorpamento sia in termini di budget da spendere sia dal punto di vista programmatico. Non discuto i motivi per cui il ministro, con il presidente Anas, ha voluto fare ciò. Sono scelte politiche». Poi l'affondo: «Al governo faccio presente che L'Aquila si era rialzata nonostante tutto portandosi dietro la zavorra del sistema Paese per ciò che riguarda la lentezza della ricostruzione pubblica. I soldi che sono arrivati li avevamo investiti bene e in modo pulito. Ora lo Stato, attraverso una sua articolazione, ossia la Protezione civile, ha detto che questa è una terra che non ha più futuro facendoci tornare indietro. Ci hanno detto che abbiamo le scuole insicure, l'Abruzzo è stata definita una terra a rischio. Se fossi una nave dovrei issare bandiera gialla. Ora basta. Questa è una terra abbandonata: voglio sapere come lo stato, al di là delle parole di incoraggiamento, oggettivamente si fa carico di questo pezzo di appennino e dà segnali concreti. Ciò che stiamo soffrendo è conseguenza di una sua disarticolazione. Non voglio incidere sulle scelte, ma chiedo al governo che la sede di questo coordinamento, come segnale politico, resti all'Aquila. Anche in segno di piccola ammenda per ciò che hanno provocato. Come segno che si punta sull'Aquila. Voglio risposte concrete. Siamo pochi ma abbiamo evidenziato che il re è nudo. Basta passerelle, voglio i fatti. Ho gente che è scappata dall'Aquila. Io sono il sindaco dell'Aquila, fratello maggiore dei sindaci abruzzesi e pongo un problema. Mi aspetto che il presidente della Regione appoggi questa battaglia».
L'ATTACCO Il consigliere comunale Luigi D'Eramo parla di farsa: «Un sindaco la cui amministrazione, targata Pd, in 8 anni, ha prodotto un solo progetto per la ricostruzione delle scuole e che ha lasciato al palo la ricostruzione del centro storico e quella delle frazioni, responsabile dello spopolamento della città e del disorientamento dei suoi abitanti, oggi cerca di guadagnarsi una ribalta mediatica attaccando il suo Governo, con la solita tiritera dell'uomo solo al comando abbandonato dallo Stato. Uno scaricabarile dettato da strategie di personali lotte politiche. E se ne accorge adesso? Dove è stato finora?».

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