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Pescara, 25/11/2024
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Data: 10/02/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Alle urne con maggioranze omogenee. Depositate le motivazioni della Consulta sull’Italicum. Ballottaggi «distorsivi», legittimi i capilista bloccati

ROMA Il ballottaggio dell’Italicum è incostituzionale perché distorce la rappresentanza del corpo elettorale. I capilista bloccati sono legittimi perché le liste sono corte e i candidati ben identificabili dall’elettore. Questi alcuni degli estratti delle motivazioni della Corte costituzionale dopo la sentenza del 24 gennaio scorso che ha messo sotto esame l’Italicum. Motivazioni che ora dovranno diventare la traccia entro la quale il Parlamento dovrà legiferare sulla futura legge elettorale. Una delle prime indicazioni dei magistrati riguarda proprio la necessità di varare un sistema elettorale che renda simili le maggioranze delle due Camere. La Costituzione non impone che i due rami parlamentari abbiano sistemi elettorali identici, ma per consentire il corretto funzionamento della forma di governo parlamentare esige che all’esito delle elezioni i sistemi non debbano ostacolare la formazione di maggioranze parlamentari omogenee. Nel fascicolo della sentenza lungo ben 99 pagine, i giudici della Corte motivano la bocciatura del doppio turno perché «rischia di comprimere eccessivamente il carattere rappresentativo dell’assemblea elettiva e l’eguaglianza del voto». In sostanza l’obiettivo della governabilità non può giustificare «uno sproporzionato sacrificio dei principi costituzionali di rappresentatività e di uguaglianza del voto, trasformando artificialmente una lista che vanta un consenso limitato, (in qualche caso anche esiguo), in maggioranza assoluta». Ciò non significa che il ballottaggio sia incostituzionale in sé, ma lo diventa con la disciplina dell’Italicum che non prevede i collegi uninominali. Giudizio inverso sul premio di maggioranza che, assegnato con una soglia del 40 per cento che «non è manifestamente irragionevole», non determina una distorsione della stessa rappresentanza in quanto assegna a una consistente maggioranza relativa, la maggioranza assoluta dei seggi. In questo caso i principi costituzionali sono bilanciati in quanto rispettosi dell’eguaglianza del voto, ma anche della stabilità del governo del Paese e della rapidità del processo decisionale. Sulla legittimità dei capilista bloccati, secondo la Consulta, il sistema attuale si discosta da quello del Porcellum in precedenza bocciato. In questo caso le liste sono molto più brevi, con il candidato identificabile con il nome e dunque la scelta dell’elettore è salvaguardata secondo i princìpi dell’articolo 48 della Costituzione. Per ciò che riguarda le candidature multiple, la Corte ribadisce che non spetta al capolista scegliere il collegio di elezione, perché questo sarebbe «in violazione del principio dell’uguaglianza, ma anche della personalità del voto». Anche se «di risulta», resta vigente la norma del sorteggio e i giudici suggeriscono di sostituire tale criterio con altra più adeguata regola, rispettosa della volontà degli elettori». Ieri, intanto, la commissione Affari costituzionali della Camera ha messo in cantiere le 18 proposte di legge già depositate che dovrebbero portare a un testo in Aula entro il 27 febbraio. Difficilmente però la data sarà rispettata, vista la disparità di vedute tra i partiti e soprattutto la varietà di posizioni anche all’interno dello stesso Partito democratico. La proposta di base resta il Mattarellum che, però, ha raccolto il benestare solo della Lega. Per il resto si va dall’armonizzazione dei due sistemi vigenti e sforbiciati dalla Consulta, fino al proporzionale con premio di maggioranza nelle due varianti alla lista o alla coalizione.

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