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Pescara, 24/07/2024
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Data: 11/02/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Politica in fibrillazione - Pd, nasce il comitato per la scissione. Rapino: fase difficile. Costituito il gruppo dalemiano che fa capo a Pina Fasciani. Asse Emiliano-D’Alessandro, Paolucci con Orlando e Orfini

PESCARA Un partito in difficoltà, anche in Abruzzo. Il primo ad ammetterlo è lo stesso segretario regionale del Pd, Marco Rapino, che in questi giorni ha fatto la spola tra Pescara e la Capitale per capire meglio cosa sta succedendo. Per ora è come muoversi all'interno di una cristalleria, in attesa della direzione nazionale convocata per lunedì da Matteo Renzi. Su un punto, però, Rapino è irremovibile: «Nei giorni scorsi, insieme con altri segretari regionali, ho sottoscritto una lettera per prendere le distanze da chi, in questo momento, ipotizza una eventuale scissione del nostro partito e da chi muove continui attacchi nei confronti di chi è alla sua guida». In Abruzzo il pericolo scissionista è rappresentato dal comitato dalemiano che fa capo all'ex deputata Pina Fasciani: un po' di vecchia guardia proveniente dalla sinistra storica del Pci, qualche simpatizzante tra la Cgil, ma niente di straordinario nei numeri per rappresentare una reale minaccia. La tensione resta però altissima e anche in Abruzzo lo scontro interno al Pd rischia di avere le sue conseguenze.
Rapino prova a prevenire i focolai d'incendio con un richiamo all'unità: «Questo non è quanto i cittadini ci chiedono e non coincide, in alcun modo, con il lavoro e l'impegno che la nostra classe dirigente deve portare avanti. Abbiamo il dovere - aggiunge il segretario - di concentrarci, tutti insieme, su cosa sia il meglio per il nostro Paese e anche per la nostra regione». Poi l'ammissione del difficile momento che sta attraversando il partito: «Quanto accaduto in questi primi mesi del 2017 ha messo tutti noi di fronte ad enormi difficoltà. Proprio per questo, qualsiasi decisione deve essere presa tenendo in considerazione, solo ed esclusivamente, il bene comune e gli interessi del Paese».

CANDIDATURE Il fatto è che tutto ciò che si muove a Roma ci mette poco ad attraversare l'autostrada dei parchi: meno di due ore da casello a casello. E ora, anche le possibili candidature di Andrea Orlando e di Michele Emiliano al prossimo congresso Pd, assieme a quelle di Speranza (asse Bersani-D'Alema) e di Matteo Renzi potrebbero mischiare le carte. La stessa sinistra Pd appare ormai divisa tra l'area dalemiana e quella di Emiliano, che hanno però obiettivi diversi: i primi riunire la sinistra, il secondo mettere in campo una coalizione larga, che va dall'Udc a Sel. Ma con quale seguito? In Abruzzo non è un mistero l'antico rapporto tra Emiliano e Camillo D'Alessandro, attuale coordinatore della maggioranza in Regione. Una relazione importante tra i due che potrebbe incrociare altri consensi trasversali per ragioni geo politiche: l'attuale governatore della Puglia si candida infatti a diventare il primo segretario nazionale del Pd proveniente dal Centro-Sud. E per statuto anche il candidato premier. Questione che proprio Emiliano e D'Alessandro affrontarono qualche tempo fa in un convegno a Vasto, dove veniva ribadito che «Sud non significa stare sotto». Poi ci sono i cosiddetti giovani turchi, la corrente che fa capo ai vari Matteo Orfini e Andrea Orlando, ai quali è sempre stato ritenuto vicino Silvio Paolucci, assessore regionale alla Sanità ed ex segretario regionale del Pd. In realtà Paolucci, pur venendo dal mondo della sinistra, è tra coloro che non intendono sentir parlare di scissione all'interno del partito e ha sempre predicato, proprio come Emiliano, l'allargamento più ampio della coalizione sul modello Ulivo.
Scenari ancora tutti aperti, dunque, mentre resta blindatissimo il rapporto di Luciano D'Alfonso con Matteo Renzi, viste le relazioni Governo-Regione intercorse tra i due fino alle dimissioni dell'ex premier e proseguite oggi con Gentiloni. Gli altri aspettano, in attesa di capire meglio cosa accadrà nelle prossime settimane e, soprattutto, con quale sistema elettorale si andrà a votare alle politiche. Perché anche questo peserà su alleanze e candidature. Stesso discorso per il centrodestra, concentratissimo sulle amministrative dell'Aquila, dove da dieci anni il partito di Berlusconi siede sui banchi delle opposizione. Ma anche per il coordinatore regionale di Forza Italia, Nazario Pagano, c'è oggi l'esigenza di creare un'alleanza più ampia possibile, con l'incognita Ncd. Il percorso del partito di Angelino Alfano e Federica Chiavaroli resta necessariamente legato alla nuova legge elettorale: premio di maggioranza e quote di sbarramento. Poi si vedrà.

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