ROMA Una palla di neve che stava per trasformarsi in una valanga. Con il governo obbligato a correre in fretta e furia ai ripari. Ieri mattina l'Inps ha annunciato che avrebbe sospeso il pagamento della «DisColl», l'assegno di disoccupazione dei lavoratori con contratti di collaborazione coordinata e continuativa o a progetto. Un'indennità istituita nel 2015 con il Jobs act per dare un sostegno nel pieno della crisi soprattutto ai giovani lavoratori precari. La prestazione era pari al 75% del reddito medio mensile se inferiore all'importo di 1.195 euro e veniva corrisposta per la metà dei mesi di contribuzione compresi tra il primo gennaio dell'anno precedente e la cessazione del rapporto di lavoro. In ogni caso l'importo dell'indennità non poteva superare la misura massima mensile di 1.300 euro. La misura tuttavia, era stata finanziata, attraverso una proroga, soltanto fino alla fine del 2016. Il governo Renzi, in realtà, aveva intenzione di trovare con la legge finanziaria le risorse necessarie per allungare anche al 2017 la DisColl, ma la bocciatura del referendum costituzionale e la caduta dell'esecutivo guidato dall'ex sindaco di Firenze, avevano portato all'approvazione di una manovra blindata senza la possibilità di introdurre nuove norme attraverso gli emendamenti. Così, nella mattinata di ieri, l'Inps ha fatto sapere che nessuna indennità sarebbe stata erogata a seguito delle cessazioni involontarie di contratti di collaborazione coordinata e continuativa dall'inizio del 2017.
LA REAZIONE
La nota dell'Istituto di previdenza ha subito scatenato una reazione furiosa da parte dei sindacati. Cgil, Cisl e Uil hanno immediatamente inviato una lettera al ministro del lavoro Giuliano Poletti, nella quale hanno sottolineato come la questione fosse nota da mesi, chiedendo immediatamente una proroga per il 2017 della DisColl e una norma per rendere strutturale l'assegno di disoccupazione.
Subito dopo il consiglio dei ministri che si è tenuto ieri mattina, Poletti ha provato a gettare acqua sul fuoco, annunciando l'intenzione del governo di intervenire con una doppia misura. Innanzitutto con un emendamento al decreto milleproroghe, in discussione al Senato, per garantire la continuità dell'erogazione della DisColl anche per il 2017. E dall'altro lato, una norma da inserire nel disegno di legge sul lavoro autonomo all'esame della Camera, con cui rendere strutturale l'intervento. In realtà era stato proprio il governo, come ha ricordato il deputato Pd Antonio Boccuzzi, a bocciare non più tardi di due giorni fa, un emendamento al milleproroghe per allungare la durata della DisColl per «carenza di risorse». Stessa sorte toccata anche ad un emendamento del Partito democratico, presentato alla Camera al disegno di legge sul lavoro autonomo. «Ègrave e la questione va risolta», ha ammonito il presidente della Commissione lavoro Cesare Damiano. Un appello, come detto, colto dal ministro Poletti, ma confermato anche dal ministro per i rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro, che ha assicurato che sul tema il governo lavorerà a stretto contatto con la Camera e il Senato. «L'ipotesi allo studio», ha spiegato la Finocchiaro, «è rivolta a garantire l'erogazione della DisColl anche per chi ne faccia richiesta oltre i termini già scaduti del 31 dicembre 2016. Ciò potrà avvenire, in prima battuta, già in sede di conversione in legge del decreto milleproroghe, scongiurando gli allarmi delle ultime ore. Quindi», ha concluso il ministro, «si interverrà in maniera strutturale, attraverso il disegno di legge delega sul lavoro autonomo non imprenditoriale». L'emendamento al milleproroghe è stato poi depositato nella serata di ieri da Anna Maria Parente del Pd.