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Data: 12/02/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Caos Roma - Spunta un nuovo audio Berdini vicino all'addio. Virginia si sfoga: un sabotatore venuto in giunta per fare danni. Grillo e Casaleggio: indifendibile, è ora di mandarlo via

ROMA «No, ora è impossibile salvare Berdini». Anche chi fino all'ultimo ha difeso l'assessore all'Urbanistica di Roma, perfino dopo l'intervista in cui spendeva parole feroci contro la sindaca Virginia Raggi, adesso che è stato diffuso un altro audio si arrende. Cosa dice Berdini in questo nuovo frammento? «Mo' fa' conto quello che penso io, che rimane veramente fra noi, poi lo utilizzi: un anonimo che ti ha detto... Cioè questi erano amanti» dice Berdini nell'audio, pubblicato ieri da un giornalista de La Stampa. Sta parlando della Raggi e di Salvatore Romeo. È un nuovo pezzo della conversazione che ha inguaiato Berdini, quella su cui inizialmente l'assessore, mentendo, aveva detto «non sapevo che stavo parlando con un giornalista».
NOVE SECONDII nove secondi di registrazione non solo confermano il contrario, ma dimostrano che Berdini voleva che diventasse pubblica, che ha voluto colpire scientificamente la sindaca, che invita il cronista a usarlo come fonte anonima. Ieri sera si è capito che nessuno avrebbe più potuto aiutare il professore, che non solo ha dimostrato una anomala incontinenza verbale, ma anche una doppia faccia, la stessa che lo ha visto inizialmente su una posizione stadista poi stranamente modificata. «Se prima potevi pensare che il suo fosse stato solo un errore, dopo questa parte dell'audio ti viene da dire che ci fosse del dolo», dicono infuriati alcuni consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle. Ecco perché in tempi rapidi la Raggi ritirerà le deleghe all'Urbanistica e ai Lavori pubblici, prendendole ad interim. Anche ieri sera ci sono stati scambi di telefonate con Milano. Si è deciso di aspettare prima di prendere una decisione affrettata, anche perché l'amministrazione capitolina ha già incassato una serie di «no, grazie» dai papabili sostituti, ma sembra alquanto improbabile che Paolo Berdini possa essere salvato.

POLIZZA Anche perché in parallelo bisogna maneggiare con attenzione ciò che trapela dall'inchiesta giudiziaria che vede Virginia Raggi indagata per abuso d'ufficio per le nomine di Marra e Romeo. Quest'ultimo, a cui la sindaca aveva triplicato lo stipendio nominandolo capo segreteria, deve spiegare perché prima delle elezioni aveva intestato una polizza vita proprio alla Raggi. Ieri lui stesso ha spiegato su Facebook: «Durante la settimana ho modificato l'intestazione delle polizze vita che avevo stipulato indicando come beneficiaria in caso di mia morte Virginia Raggi, così come lei aveva pubblicamente richiesto il giorno in cui è venuta a sapere che avevo sottoscritto diverse polizze aventi come beneficiari alcuni miei amici». Insomma, Berdini ha scelto i giorni peggiori per pronunciare di fronte a un giornalista alcune frasi spietate contro la sindaca: «è impreparata», «è inadeguata», «sono amanti».

A SUA INSAPUTA Consapevole forse che ormai la sua esperienza in Campidoglio sta terminando, che anche la soluzione di affiancargli alcuni tutor che controllino che non combini altri guai non regge, ieri sera Berdini si è confidato con l'Ansa, parlando del giornalista che ha raccolto le sue improvvide cattiverie: «I colloqui con questa persona sono stati due. Uno appena finito il convegno al quale stavo partecipando. Il secondo colloquio è avvenuto fuori, mi stava aspettando. È lì che si è qualificato anche come giornalista. Ma non mi ha mai detto che stava registrando». È una linea difensiva sempre più fragile: non solo perché comunque Berdini non può negare i giudizi molto negativi sulla Raggi, ma perché nella nuova registrazione si dimostra che lui stesso invitava il giornalista a usarlo come fonte anonima per la parte che riguarda il presunto legame sentimentale tra la sindaca e il suo capo segreteria. Adesso, il rapporto tra l'urbanista e l'amministrazione pentastellata sembra davvero arrivato al capolinea.

Virginia si sfoga: un sabotatore venuto in giunta per fare danni

«Paolo lo smentitore seriale», lo chiamano ormai i fedelissimi della sindaca. «Ora smentirà pure questo audio!», ghignano nel Raggio magico appena si propaga in rete il secondo file che incastra il responsabile dell'Urbanistica. Un audio che nell'entourage della sindaca giudicano «gravissimo», con considerazioni che riportano in auge il sospetto di macchinazioni sotterranee all'interno dei Cinquestelle per danneggiare la sindaca e il suo lavoro in Campidoglio. «Questo è un disturbatore che lavora da dentro per farci male», si è sfogata Virginia nelle ultime ore con i suoi collaboratori più fidati. Infuriata ma lucida, la prima cittadina ha capito che ormai il Berdini-gate non può più sopravvivere all'interno di quell'impalcatura para-istituzionale che si era pensato di costruire subito dopo la deflagrazione del primo scandalo, quando si è saputo che l'assessore giudicava la Raggi «inadeguata e impreparata», circondata da «una banda, da una corte dei miracoli». L'idea di accerchiare Berdini attraverso un «gruppo di affiancamento», che di fatto lo commissariasse politicamente, in attesa di individuare un sostituto, ieri sera sembrava lentamente svanire davanti alle nuove - e «più gravi» - affermazioni dell'urbanista. Affermazioni che affossano la tesi che Berdini ha formulato davanti al processo imbastito dai colleghi assessori e davanti alla sindaca, nel faccia a faccia di giovedì pomeriggio. Cioè che quelle frasi sarebbero state «carpite di nascosto» dal cronista della Stampa; che solo alla fine della chiacchierata «con altri amici» avrebbe saputo di trovarsi di fronte a un giornalista. Nel nuovo audio si evince invece chiaramente che «Paolo sapeva tutto», ragionano ancora nel Raggio magico. «Ci ha ingannato, ancora».

«PAOLO SAPEVA TUTTO» Ma non c'è solo la delusione personale. Perché le affermazioni dell'assessore fanno emergere l'intenzione di screditare scientemente la prima cittadina. «Questo voleva danneggiarmi», ripete Virginia. Il punto è da quanto tempo. Nelle ultime settimane, dopo avere capito che avrebbe perso una delle sue deleghe, quella dei Lavori pubblici, che la sindaca ha deciso di spacchettare dall'Urbanistica? Oppure dopo essersi accorto che la linea del «No alla speculazione» per la controversa operazione Tor di Valle, pur coerente con i principi Cinquestelle, avrebbe incontrato diverse difficoltà in giunta? O ancora prima, cioè «da subito», da quando è cominciata la sua avventura a Palazzo Senatorio, nel luglio scorso? Ragionamenti che aprono ad altri interrogativi: «Chi ha sostenuto Paolo nel Movimento? Con chi fa sponda, tra noi?». Tradotto: quali correnti grilline proteggono Berdini?

LA GUERRA TRA BANDE Veleni e sospetti nei corridoi di Palazzo Senatorio, dove si consuma da mesi una «guerra sotterranea tra bande», come l'ha chiamata l'ex assessore all'Ambiente Paola Muraro sulle colonne di questo giornale, in un contesto dove però alla fine «decidono i vertici M5S». Proprio in attesa di definire l'exit strategy con i big del Movimento, ieri la sindaca ha deciso di prendere tempo. Di aspettare un'altra notte, di non agire d'impulso contro «un assessore che ti danneggia», come pure diversi sherpa le hanno suggerito in queste ore. Ma in ogni caso, riflettevano ieri negli uffici della sindaca, «così non si può andare avanti». Ecco perché si cerca di accelerare per trovare un sostituto. Anche se finora sono arrivati diversi no. Da qui l'idea che alla fine «Virginia», per mettere fine alla presenza del suo assessore in giunta, diventata ormai insostenibile, possa prendere l'interim.

Grillo e Casaleggio: indifendibile, è ora di mandarlo via

ROMA «Paolo Berdini? Indifendibile». Così diversi parlamentari vicinissimi a Beppe Grillo e Davide Casaleggio giudicano il nuovo audio di Paolo Berdini diffuso da La Stampa. Sono nove secondi rapidissimi in cui la voce dell'assessore all'urbanistica di Roma Capitale si rivolge al cronista e dice: «Mo' fa conto quello che penso io, che rimane veramente fra noi, poi lo utilizzi: un anonimo che ti ha detto... Cioè questi erano amanti».

LA SORPRESA Parole che spiazzano e scuotono il Movimento 5 stelle che in questi giorni si era prodigato per difendere la vita privata di Raggi da quello che bollava come puro gossip. E però ora con questo nuovo elemento isolato e pubblicato dal quotidiano torinese la questione diventa di nuovo centrale. Per due motivi: perché i leader del M5S hanno avuto una nuova prova che a Roma non c'è un clima di fiducia piena e reciproca in giunta e perché ora anche i magistrati che indagano sulla promozione di Salvatore Romeo potrebbero voler chiedere a Paolo Berdini di confermare quella considerazione sibilata al giornalista della Stampa con la promessa che fosse rimasta anonima.
Berdini infatti ieri ha detto che «i colloqui con questa persona (il cronista ndr) sono stati due. Uno appena finito il convegno al quale stavo partecipando. Il secondo colloquio è avvenuto fuori, mi stava aspettando. E' lì che si è qualificato anche come giornalista. Ma non mi ha mai detto che stava registrando». I giornalisti hanno giustificato la pubblicazione degli audio «per legittima difesa» dopo che Berdini ha cercato in tutti i modi di riparare il danno causato non esitando a ricoprire di improperi il cronista. Ma si è decisa la pubblicazione anche per la rilevanza pubblica di quelle parole. Non si potevano attribuire quelle considerazioni a un anonimo: «E noi dovevamo scrivere che secondo un anonimo Raggi è amante di Romeo. Non esageriamo».

LE POSIZIONI Una notizia che interessa politicamente anche il M5S. Fonti molto vicine ai vertici sono molto deluse da Berdini che invece alcuni consiglieri considerano ancora una stella polare per portare avanti il dossier stadio mentre un'ala più conciliante con l'operazione edilizia vorrebbe commissariarlo.
E invece per i vertici è assolutamente necessario ora «accelerare il processo di sostituzione di Berdini perché è venuta a mancare la fiducia e si ha l'indizio concreto che l'assessore volesse far uscire certe cose». Tra i commenti in rete un attivista ricorda alla senatrice M5S Paola Nugnes che aveva incitato Berdini a rimanere che dovrà invece ora cambiare idea.
Tutto questo succede mentre ci sono nuovi sviluppi organizzativi per il M55, ovvero il metodo Genova che potrà tornare utilissimo quando verranno stilate le regole per le prossime politiche. Il metodo contiene la famosa norma taglia correnti.

LE CORRENTI Una regola aurea che impara dagli errori romani dove fin da subito si sono palesate cordate vicine agli allora candidati Marcello De Vito e Virginia Raggi. In prospettiva anche per la squadra di governo i vertici propongono questa regola genovese in cui si chiede a «ciascun candidato consigliere comunale di schierarsi con un sindaco in modo palese». Obiettivo? «limitare/eliminare le correnti interne».

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