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Data: 12/02/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Benzina più cara e tagli ai ministeri, ecco la manovrina

BRUXELLES Mentre a Roma il Tesoro sta definendo i dettagli della manovra aggiuntiva per evitare la procedura Ue per violazione della regola di riduzione del debito, la Commissione resta in attesa che si concretizzi l'impegno assunto dal ministro dell'Economia. E cioè che prima di aprile, mese in cui il governo varerà il documento di economia e finanza, sia adottata una parte delle misure necessarie per ridurre di 3,4 miliardi il deficit. Misure ormai delineate: 2,5 miliardi di maggiori entrate (con aumento di 2 centesimi della benzina) e 800 milioni di tagli di spesa ai ministeri. Fonti comunitarie indicano che non c'è alcun tipo di ultimatum per l'Italia: il vicepresidente Dombrovskis, responsabile dell'euro, e il commissario agli affari economici Moscovici hanno preso atto degli impegni di Padoan, nei confronti del quale c'è piena fiducia, e aspettano decisioni conseguenti. Certamente ai piani alti di Palazzo Berlaymont le discussioni politiche italiane, specialmente quelle all'interno del Pd, vengono seguite quotidianamente. La preoccupazione è direttamente proporzionale ai segni di fibrillazione della maggioranza che sostiene il governo. Ciò che fa fede per i due esponenti comunitari e per il presidente Juncker sono gli impegni di Padoan e del premier Gentiloni.
IL DIALOGO Il ragionamento di Dombrovskis e Moscovici è questo: quanti più elementi precisi e con effetti quantificabili sui conti il governo fornirà entro febbraio meglio è per l'Italia. Perché la scadenza di fine mese è nota da tempo: Bruxelles ha annunciato un rapporto specifico sul rispetto della regola del debito, e per concludere che non è il caso di aprire una procedura di infrazione, la Commissione ha bisogno che una parte della manovra sia messa nero su bianco. Il 22 febbraio è il giorno in cui l'esecutivo Ue pubblicherà le relazioni sugli squilibri macro-economici e non è detto che il rapporto sul debito italiano sarà pubblicato in quella occasione. Intanto domani saranno rese note le nuove stime economiche: ci si aspetta che Moscovici ribadisca la necessità che l'Italia indichi ciò che intende fare nelle prossime due settimane e ad aprile. Senza ultimatum, ma avendo bene in mente che il caso debito va chiuso a febbraio.
Come detto, il pacchetto di interventi, nelle sue linee generali, è ormai pronto. La manovra dovrebbe pesare per 3,3 miliardi e, coerentemente con quanto indicato nelle scorse settimane da Padoan, sarà composta per tre quarti da entrate e per un quarto da un intervento sulla spesa pubblica. In Via XX Settembre, in queste ore, ribadiscono che restano esclusi interventi sulle aliquote Iva, sulle agevolazioni fiscali, un ampliamento della voluntary disclosure. Il pezzo forte della correzione fiscale poggerà sull'estensione dello split payment alle società pubbliche. In pratica nei rapporti interni alla Pa, come già avviene con le società private, l'Iva sarà versata direttamente da chi paga la prestazione in modo da evitare che l'imposta sul valore aggiunto si perda nei passaggi successivi sgonfiando le entrate. Da questa operazione, che è in attesa del via libera dell'Europa, si punta a incamerare 1,4-1,5 miliardi. Nonostante una forte dialettica interna al governo sull'opportunità di procedere, trova conferma l'ipotesi di un aumento delle accise sui carburanti.
Si ipotizza un aumento dell'aliquota di 2 centesimi che assicurerebbe un aumento del gettito di circa 700 milioni. Non viene escluso che parte del peso delle accise potrebbe essere spostato sulle sigarette. Altri 3-400 milioni arriverebbero dall'aumento della tassazione su bolli, imposte di registro e tassazione dei giochi. Quanto al capitolo spesa, fonti del governo respingono l'espressione tagli accennando a razionalizzazioni e contenimento dei flussi in uscita per un totale di 800 milioni. Nel mirino ci sono comunque le spese dei ministeri. Esclusi tagli lineari, si opereranno interventi selettivi. Tre dicasteri sotto la lente d'ingrandimento dei tecnici: Infrastrutture, Difesa e Sanità. Per quest'ultima in particolare, si punta ad accelerare con le operazioni che, attraverso la supervisione di Consip, permettono di fissare un prezzo standard per l'acquisto di beni e servizi. Il primo risultato è stato raggiunto con le siringhe, altri 12 prodotti medico-sanitari attendono di conoscere il loro costo di riferimento per evitare gli sprechi praticati da alcune regioni negli ultimi anni.

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