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Data: 13/02/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Telelavoro, asili nido e part time. In arrivo il decreto per gli statali

ROMA Cambiare il pubblico impiego non solo contrastando gli assenteisti, ma anche attraverso nuove formule che abbattano le barriere casa-ufficio. L’obiettivo da centrare, infatti, non è quello di totalizzare quante più ore possibili davanti alla scrivania, ma raggiungere dei target per servizi pubblici funzionanti e di qualità. Sarebbe questa la strategia del governo che è al lavoro su una direttiva ad hoc, prevista dalla riforma Madia, che punta proprio sullo smartworking, ovvero su soluzioni innovative e “family friendly”, per aiutare chi è dipendente e anche genitore. D’altra parte l’immagine dell’impiegato pubblico, nonostante l’era digitale, non è cambiata molto negli anni, anzi nei decenni. Spinta al telelavoro, part-time più semplice e un sistema che porti a stringere accordi tra amministrazioni e asili nido e tra enti per campi estivi (aperti durante i periodi di chiusura delle scuole) dedicati ai figli dei dipendenti. È questa la ricetta che sta preparando il ministero della Pubblica amministrazione insieme al dipartimento per le Pari opportunità. Insomma le novità per gli statali sembrano non finire: oltre al Testo Unico, in arrivo alla fine della settimana, ci saranno quindi misure per migliorare la conciliazione vita-lavoro. In realtà anche il rinnovo dei contratti potrebbe riservare qualche sorpresa in materia, magari giocando sulla flessibilità oraria. Intanto si parte da quanto detto nella riforma Madia, in cui si stabilisce che, laddove ci siano richieste, almeno il 10% dei dipendenti entro il 2018 debba essere messo in condizione di prestare servizio attraverso nuove modalità spazio temporali di gestione del lavoro. Ora, secondo gli ultimi dati del Conto annuale della Ragioneria dello Stato, la quota di statali in telelavoro è quasi pari a zero. Basti pensare che lo schema flessibile più tradizionale, il part time, è al 5,6%. Non solo, la capacità di organizzare l’ufficio tenendo conto delle necessità di chi è genitore dovrebbe rientrare nei canoni di valutazione del team. Senza perdere d’occhio l’efficacia e l’efficienza del servizio, per cui l’impatto dello smartworking sarebbe soggetto a un monitoraggio specifico. Le questioni saranno affrontate nella direttiva a cui sta lavorando il ministro della P.a, Marianna Madia. La conciliazione vita-lavoro non dovrebbe essere invece toccata dal nuovo Testo Unico del pubblico impiego, che oggi sarà al centro del confronto con Cgil, Cisl e Uil. L’approdo del decreto in Consiglio dei ministri è previsto alla fine della settimana (ma c’è tempo fino al 28). Sempre sul fronte della riforma della P.a, mercoledì dai dirigenti degli enti territoriali, rappresentati dalla sigle Direr e Direl, arriverà un proposta: suggerimenti in caso rispunti fuori un provvedimento dedicato alla categoria. Il nodo della questione resta comunque il Testo Unico del pubblico impiego con le misure principali vanno dalle norme sui licenziamenti ai controlli contro l’assenteismo, dai piani di assunzioni basati sui fabbisogni all’assorbimento dei precari.

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