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Data: 13/02/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Premi legati al voto dei cittadini. Per i dipendenti pubblici allo studio flessibilità casa-ufficio e part time

ROMA I cittadini che utilizzano i servizi della Pubblica amministrazione avranno voce in capitolo sui premi che saranno assegnati ai dipendenti pubblici che si trovano di fronte allo sportello. Èuna delle novità contenute nella bozza di riforma del Pubblico impiego che sarà discussa oggi in un vertice tecnico tra i sindacati e il governo. Nelle intenzioni del ministro della Funzione Pubblica Marianna Madia, il decreto attuativo della riforma che riscrive tutte le regole sul lavoro degli statali, dalla contrattazione ai licenziamenti, passando per le visite fiscali, dovrebbe arrivare sul tavolo del consiglio dei ministri già questa settimana. L'ultima bozza circolata in queste ore, prevede che «i cittadini e le organizzazioni della società civile partecipano alla promozione delle performance organizzative attraverso un ruolo attivo nel processo di valutazione».

IL MECCANISMO In pratica, spiega il testo, le amministrazioni dovranno predisporre dei «sistemi di rilevazione del grado di soddisfazione degli utenti delle attività e dei servizi erogati». E i risultati di questa rilevazione, insieme alle segnalazioni scritte pervenute direttamente dai privati, dovranno essere obbligatoriamente trasmesse agli organismi indipendenti di valutazione, che dovranno tenerne conto nei loro giudizi. Si tratta, insomma, di una piccola rivoluzione, che nelle intenzioni del governo dovrebbe servire a riequilibrare il rapporto tra burocrazia e cittadini, dando la possibilità a questi ultimi di incidere con i loro voti sui premi monetari che spettano ai dipendenti delle amministrazioni pubbliche con cui si trovano ad avere a che fare. Non solo. La riforma prevede anche che le amministrazioni predispongano dei rimborsi automatici nel caso in cui non siano rispettati standard di qualità nell'erogazione dei servizi. Giudizio dei cittadini a parte, il confronto tra governo e sindacati che parte oggi non si preannuncia semplice. Cgil, Cisl e Uil, chiedono che il ministro Madia rispetti l'accordo sottoscritto il 30 novembre scorso e che prevede il rinnovo del contratto di lavoro con un aumento medio mensile di 85 euro lordi.
Governo e sindacati sono ancora distanti su un punto ritenuto dalle organizzazioni del lavoro fondamentale per il rispetto dell'intesa: il riequilibrio del rapporto tra la legge e il contratto di lavoro. Per i sindacati, l'accordo del 30 novembre assegna una prevalenza al contratto sulla legge. Ma la bozza della riforma, prevede che questa prevalenza valga solo se la legge non specifica che le norme sono «inderogabili». Per i sindacati, invece, quello che viene scritto nel contratto dovrebbe sempre prevalere sulle norme inserite nella legge. Non solo. Lo stesso provvedimento messo a punto dal governo, già riserverebbe «inderogabilmente» alla legge la disciplina di un lungo elenco di questioni: dalle progressioni economiche, alla mobilità, fino all'organizzazione del lavoro. L'altro grande aspetto da chiarire riguarda le cosiddette «gabbie» della legge Brunetta. La regola, cioè, che impone di erogare il 50% dei premi al 25% dei dipendenti pubblici giudicati migliori. Su questo punto ci sarebbe una disponibilità del governo a rinviare tutto direttamente alla contrattazione collettiva.

Per i dipendenti pubblici allo studio flessibilità casa-ufficio e part time

ROMA Cambiare il pubblico impiego non solo contrastando gli assenteisti, ma anche attraverso nuove formule che abbattano le barriere casa-ufficio. L'obiettivo da centrare, infatti, non è quello di totalizzare quante più ore possibili davanti alla scrivania, ma raggiungere dei target per servizi pubblici funzionanti e di qualità. Sarebbe questa la strategia del governo, a lavoro su una direttiva ad hoc, prevista dalla riforma Madia, che punta proprio sullo smartworking, ovvero su soluzioni innovative e «family friendly», per aiutare chi è dipendente e anche genitore. D'altra parte l'immagine dell'impiegato pubblico, nonostante l'era digitale, non è cambiata molto negli anni, anzi nei decenni. Spinta al telelavoro, part-time più semplice e un sistema che porti a stringere accordi tra amministrazioni e asili nido e tra enti per campi estivi (servizi aperti durante i periodi di chiusura delle scuole) dedicati ai figli dei dipendenti: è questa la ricetta che sta preparando il ministero della P.a. insieme al dipartimento per le Pari opportunità.

LE MODALITÀ Insomma le novità per gli statali sembrano non finire: oltre al Testo Unico, in arrivo alla fine della settimana, ci saranno quindi misure per migliorare la conciliazione vita-lavoro. In realtà anche il rinnovo dei contratti potrebbe riservare qualche sorpresa in materia, magari giocando sulla flessibilità oraria. Intanto si parte da quanto detta la riforma Madia, in cui si stabilisce che, laddove ci siano richieste, almeno il 10% dei dipendenti entro il 2018 debba essere messo in condizione di prestare servizio attraverso nuove modalità spazio temporali di gestione del lavoro. Oggi, ultimi dati del Conto annuale della Ragioneria dello Stato, la quota di statali in telelavoro è quasi pari a zero.

LA MISURA Basti pensare che lo schema flessibile più tradizionale, il part time, è al 5,6%. Non solo, la capacità di organizzare l'ufficio tenendo conto delle necessità di chi è genitore dovrebbe rientrare nei canoni di valutazione del team. Senza perdere d'occhio l'efficacia e l'efficienza del servizio, per cui l'impatto dello smartworking sarebbe soggetto a un monitoraggio specifico. Le questioni saranno affrontare nella direttiva, a cui sta lavorando la ministra della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, insieme a Maria Elena Boschi, che ha la delega alle pari opportunità. La conciliazione vita-lavoro non dovrebbe essere invece toccata dal nuovo Testo Unico del pubblico impiego, che oggi sarà al centro del confronto con Cgil, Cisl e Uil. L'approdo del decreto in consiglio dei ministri è previsto alla fine della settimana (ma c'è tempo fino al 28). Sempre sul fronte della riforma della P.a, mercoledì dai dirigenti degli enti territoriali, rappresentati dalla sigle Direr e Direl, arriverà un proposta: suggerimenti in caso rispunti fuori un provvedimento dedicato alla categoria.

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