ROMA Una triplice tenaglia: Bruxelles, i renziani e il calendario. Per il ministro Padoan la manovra correttiva è una via molto stretta condizionata più che dai numeri reali della ripresa economica dalle polemiche politiche. Ultimo in ordine di tempo il violento attacco dell’ex ministro dell’economia Tremonti: «È come la maschera di Arlecchino, servo di due padroni. Non puoi andare a Bruxelles e dire è così, e poi tornare in Italia e prendere gli ordini». I dati sui risultati della lotta all’evasione e sul consolidamento della crescita del Pil sono molto favorevoli, persino oltre le previsioni, e dovrebbero facilitare l’azione del Mef per recuperare quei 3 miliardi aggiuntivi formalmente richiesti dalla Commissione. Entro domani arriveranno sia le stime di Bruxelles sia i dati Istat del 2016: se sarà confermato un incremento del Pil dello 0,9, o addirittura oltre, questo significherà un risparmio netto per la manovra correttiva di 450-550 milioni di euro. Ieri l’Agenzia delle entrate ha diffuso i dati sugli incassi 2016 di Equitalia che nel 2016 hanno sfiorato i 9 miliardi: un risultato record con 8,7 miliardi pari ad un incremento quasi del 10%. Se in cima ai destinatari dell’azione di Equitalia resta l’Agenzia delle Entrate, per la quale la società ha portato a casa quasi il 10% di crediti in più (4,66 miliardi, +414,6 milioni rispetto al 2015) a beneficiare delle performance di Equitalia è stata anche l’Inps, con un saldo che sfiora i 2,5 miliardi (+5,5%). In leggera flessione, invece, il dato relativo ai Comuni: in attesa che arrivi anche la riforma della riscossione locale, e con molti sindaci che si dedicano in proprio al recupero crediti, nel 2016 da Equitalia sono stati riscossi 530 milioni di euro, 20 in meno rispetto al 2015. A trainare il saldo positivo resta il Centro-Nord (dalla Toscana alla Valle d'Aosta) che fa segnare oltre 4,8 miliardi, mentre nelle regioni del Centro-Sud (Umbria e Lazio comprese) la riscossione sfiora i 3,9 miliardi. Al top la Lombardia, in cui Equitalia ha incassato oltre 1,8 miliardi, (+0,2%) seguita da Lazio, 1,28 miliardi (+8,8%) e Campania (875 milioni, +5,6%). Dati che rendono più credibili le previsioni sul recupero dell’evasione nel 2017 che i tecnici del Mef intendono mantenere come uno dei cardini degli interventi aggiuntivi. Ma la manovra «purtroppo, non si può fare tutta dal lato della spesa. Dalle entrate nel 2017 dovrà arrivare una quota significativa della correzione, un qualche contributo lo dovranno dare ma non è detto che lo debbano dare attraverso un aumento delle accise». Ieri sera frenava il viceministro dell’Economia Enrico Morando commentando la mozione Fanucci, sottoscritta da 37 deputati renziani che chiedono di non aumentare le accise. «Con la Ue - sottolinea Morando - abbiamo peraltro aperto un confronto su misure di contrasto all’elusione e all’evasione fiscale che daranno risultati importanti per la correzione». Quindi «se il documento voleva ribadire che noi siamo quelli che le tasse le abbassano va bene, se invece voleva fissare paletti puntuali è un documento che viene prima del tempo, perché abbiamo definito le dimensioni dell’intervento ma bisogna ancora definire le scelte da fare e lo faremo nei prossimi giorni». Oggi Padoan parteciperà alla direzione del Pd su esplicito invito del segretario Matteo Renzi e probabilmente riassumerà la linea che intende seguire: una bozza di decreto entro la settimana, per rispondere alla richiesta di Bruxelles di anticipare alcune delle misure prima della scadenza del 22 febbraio quando la Commissione pubblicherà il report sul debito dell’Italia. Per evitare l’incremento delle accise di 2 centesimi (che garantirebbe circa 1,5 miliardi) il Mef potrebbe ricorrere ad una tassa sui 96mila punti vendita delle scommesse, 68mila bar e tabacchi e 29.600 sale da gioco, un settore che oggi vale 95,9 miliardi di scommesse e 9,2 miliardi di incassi per il fisco. Resterebbero poi 1 miliardo da maggior recupero dell’evasione e circa 850 milioni dai tagli alla spesa per i consumi.