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Data: 14/02/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
«Tutti a Roma, ricorso al Tar e con le fasce sull'autostrada». Di Sabatino fa la conta dei danni: «437 milioni, serve una legge speciale»

Dobbiamo essere pronti a manifestazioni eclatanti proclama il consigliere regionale Mauro Di Dalmazio nell'assemblea dei sindaci di ieri pomeriggio tenutasi nel palazzo della Provincia in occasione della delibera approvata dai primi cittadini sull'emergenza neve-sisma da spedire, con annesse richieste, al Consiglio dei ministri. Il sindaco di Crognaleto D'Alonzo, nella vita civile un timido vigile del fuoco, esorta tutti i colleghi ad invadere l'A14 con le fasce tricolori addosso: Poi vediamo che succede. La maggior parte vuole dirigersi a Roma per farsi sentire. Rando Angelini (Sant'Egidio) chiede ai parlamentari abruzzesi di uscire dall'aula al momento del voto sul decreto sisma ritenuto scandalosamente insufficiente. Prepariamoci a mobilitarci si sgola il sindaco Brucchi che annuncia, assieme a Spoleto e Macerata, un ricorso al Tar se non dovessero aiutarci in qualche modo: qui gli sfollati alla fine saranno 4 mila e il rischio è che saremo destinati a morire. Si urta del fatto che non ci sarà un parlamentare abruzzese in veste di relatore del decreto ma a sorpresa si propone Giulio Sottanelli che ne parlerà col ministro anche per trasformare gli emendamenti della Provincia in legge. L'onorevole addosserà poi tutta la colpa della mancata sensibilizzazione del problema a Curcio della Protezione civile. Il presidente Renzo Di Sabatino fa la conta dei danni: 437 milioni di euro il totale. Il rischio è che il nostro territorio non si rialzi più dal punto di vista economico, qui occorrono risposte eccezionali per eventi eccezionali. E dall'assise più sindaci invocano un decreto Abruzzo concentrato su Teramo. Di Sabatino sottolinea come ci sia stata una sottostima dell'evento per via dell'esposizione mediatica di Rigopiano. Teramo ha bisogno di uno stato di emergenza specifico. Del resto la situazione si fa sempre più drammatica: a Ponzano una collina sta franando, altrettanto ad esempio ad Atri dove in zona Villa Ferretti il sindaco Astolfi segnala un fronte di uno smottamento di 1,5 km con più di 150 persone sfollate in totale e con case che si girano di 5 gradi. Il video iniziale che Di Sabatino propone alla platea ha il sapore di un trailer di un film post-apocalittico: Sono 2.700 gli sfollati solo per il maltempo in provincia di Teramo. In cima ai pensieri le scuole perché vengono addirittura prima dell'occupazione secondo il sindaco di Montorio Di Centa. Senza la sicurezza le famiglie decidono di abbandonare. Sarebbe pronto a lavarsi le mani delle prossime pratiche sul terremoto (tra l'altro manca ancora un ufficio per la ricostruzione) e spedire la gente direttamente sotto il palazzo della Regione. Per Di Dalmazio il decreto è oltraggioso: Così si rischia la desertificazione socio-economica prossima ventura: dobbiamo chiedere una legge Abruzzo. Di Bonaventura (Notaresco) invita tutti a fare come gli Aquilani, il popolo delle carriole che si è fatto sentire a Roma. Il sindaco di Atri Astolfi avanza l'ipotesi che il premier Gentiloni nella sua venuta a Teramo non avesse le idee chiare sul tema e ricorda che il governo, se vuole, potrebbe intervenire subito senza aspettare quel decreto già bocciato da tutti perché con pochissime risorse. Quaresimale (Campli) è critico verso il grado di vulnerabilità da stabilire per le scuole anche se il presidente Falone (Ance) chiede ai sindaci appunto il giusto compromesso tra l'assunzione del rischio personale e il pericolo effettivo di spopolamento. Nel documento finale sono elencate anche tutte le agevolazioni fiscali e di altra natura per privati cittadini e attività economiche. Accolte alla fine nel documento finale della Provincia una serie di emendamenti tra cui quello dell'università. Infine abortito il Masterplan, si salverebbe solo la nuova sede dell'Izs.

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