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Data: 15/02/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Statali, assunzioni e premi esentasse

ROMA Le ultime limature sono state fatte fino alla tarda serata di ieri. L'intenzione è quella di arrivare ad un accordo di massima con i sindacati già oggi, quando ben 13 sigle che rappresentano i lavoratori del pubblico impiego sono state convocate dal ministro della Funzione pubblica Marianna Madia. I nodi sui quali si è discusso fino a ieri, riguardavano un tema che sta cuore soprattutto ai sindacati e che riguarda il rapporto tra la legge ed il contratto. Cgil, Cisl e Uil hanno ottenuto che quanto verrà scritto nel prossimo contratto di lavoro, quello che secondo i patti con il governo porterà ad un aumento medio mensile di 85 euro per i 3,2 milioni di lavoratori pubblici, potranno se necessario derogare a tutte le norme presenti e future contenute nei testi di legge. La contrattazione, insomma, avrà ampi spazi. E soprattutto impedirà che le «gabbie» della legge Brunetta, quelle che prevedono che i premi non possano essere distribuiti a pioggia, ma erogati in base a fasce di merito, non entreranno in vigore. Anche la distribuzione degli incentivi sarà quindi materia del contratto.

LA PARIFICAZIONE I sindacati hanno anche chiesto di condividere con il governo obiettivi e riorganizzazioni della macchina pubblica. In questo modo si avrebbe una parificazione nel lavoro pubblico, di quanto già avviene nel lavoro privato. Questo comporterebbe la possibilità di poter accedere alla fiscalità di vantaggio per i premi di risultato e per il salario accessorio. Oggi, infatti, nel privato la parte variabile della retribuzione è detassata con un'aliquota fissa del 10%, mentre i premi erogati sotto forma di welfare sono del tutto esentasse. Principi che potrebbero essere ripresi, sempre che si trovino le risorse per finanziarli, nel prossimo contratto di lavoro degli statali. Le norme contenute nella riforma del pubblico impiego, contengono numerose altre novità. Come il superamento del precariato all'interno della pubblica amministrazione. Il testo lancia un piano straordinario di stabilizzazione, che sarà operativo fino al 2018 e che permetterà l'ingresso nei ranghi del pubblico impiego per chi ha avuto contratti precari per almeno tre anni. Nei concorsi avranno riservato il 50% dei posti
Molto hanno fatto discutere le regole inserite nel provvedimento che il ministro Madia vorrebbe portare in consiglio dei ministri già venerdì, le nuove regole sui licenziamenti. Oltre a quelle già previste dalle regole attuali, se ne aggiungerebbero di nuove, come quella per i dirigenti che non avviano i procedimenti disciplinari per i proprio sottoposti colti in flagrante a timbrare il cartellino e a marinare il lavoro. Ma anche per chi viola le regole dei codici di comportamento, magari accettando qualche strenna più costosa del dovuto. Fino a ieri, invece, ancora si discuteva dei licenziamenti per scarso rendimento.

LE GABBIE I sindacati hanno contestato ai tecnici del ministero, che le norme proposte fanno ancora riferimento alle norme della Brunetta che obbligano a non erogare premi al 25% dei dipendenti con giudizi peggiori. Non esistendo più quelle gabbie, bisognerà trovare un altro modo per sanzionare i fannulloni. Così come ancora aperta è la discussione sulla partecipazione dei cittadini alla valutazione delle performance delle amministrazioni. Performance alle quali sono legati anche i premi. Un capitolo riguarda poi l'assenteismo. Le visite fiscali passeranno dalle Asl all'Inps, che armonizzerà a 7 ore l'orario dei controlli, e che potrà organizzare anche verifiche «continuative» e «sistematiche» per cogliere magari in fallo chi si assenta ogni lunedì o durante i ponti. I contratti poi, dovranno prevedere che i fondi per il salario accessorio non potranno essere aumentati per quelle amministrazioni che hanno tassi più elevati di assenteismo.

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