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Data: 16/02/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
L'orco era l'autista dello scuolabus

Alla guida dello scuolabus col turpe prurito della pedopornografia. Con l'arresto dell'autista si apre l'ennesimo caso di violenza su una minore. Ai domiciliari č finito F.V., 64 enne di un paese del Chietino, presuntivamente accusato di corruzione a danno di una ragazzina di 14 anni. L'uomo č conducente di una ditta esterna del servizio di scuolabus appaltato dal Comune. Nello specifico l'accusa dice che ha mostrato alla ragazza materiale pornografico inviandolo sul suo telefonino e l'ha indotta a compiere atti sessuali, come a denudarsi e masturbarsi, quindi a rimandargli indietro le immagini sulla sua utenza.
Una brutta storia andata avanti da febbraio ad agosto 2016. A denunciare il caso sono stati i genitori dell'alunna che viaggiava proprio sullo scuolabus condotto dall'indagato ora difeso dall'avvocato Giuseppina Del Pizzo. Quest'ultima č cauta sul caso: «Mi riservo di valutare gli atti - dice l'avvocato -. Il mio assistito si dice estraneo ai fatti. Bisogna verificare tutto, anche se si č trattato di malintesi». L'autista sarą interrogato domani dal gip Massimo Canosa. Lo stesso gip, che ha accolto la richiesta d'arresto avanzata dal procuratore facente funzione Rosaria Vecchi, rimarca nell'ordinanza «l'estrema gravitą dei fatti. L'uomo - aggiunge - ha strumentalizzato la sua attivitą lavorativa, finalizzata a rendere un servizio alla collettivitą, per procacciarsi occasioni che possano soddisfare le sue turpi deviazioni sessuali». Le indagini sono condotte dal Nor della compagnia carabinieri di Lanciano e dai colleghi della stazione del paese coinvolto.

SCAMBIO DI IMMAGINI Nel capo d'imputazione il pm Vecchi ricostruisce la vicenda e parla «di abuso delle sue funzioni di incaricato di servizio pubblico, approfittando della naturale ingenuitą della bambina, a lui affidata per ragioni di vigilanza e custodia, le inviava video pornografici sulla sua utenza cellulare». Video con scene di sesso, di uomini e donne, che dovevano essere ricambiati con altre immagini hard in cui la giovane doveva ritrarsi nuda e masturbarsi. L'indagine prosegue per accertare se nel gioco a luci rosse siano coinvolti altri ragazzi o ragazze. Per la tutela dei minori trasportati l'autista disponeva dei loro numeri telefonici e di quelli dei genitori. Utenze per comunicazioni legate ad ogni evenienza, ma non certo per scambi di video-immagini pornografici. «Sono rimasto molto male per la vicenda - dice il primo cittadino del Comune coinvolto -. Una botta per un fatto incredibile su cui vanno fatte verifiche e chiarezza. Ho piena fiducia nella magistratura».

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