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Data: 16/02/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Alitalia, nel 2016 perdita di 400 milioni ancora in alto mare il piano industriale

ROMA Ancora in alto mare il nuovo piano industriale di Alitalia che dovrebbe puntare al ritorno a un margine positivo nel 2019 e all'utile nel 2020. Per il resto la compagnia assistita dall'advisor Lazard ha bisogno di altro tempo per individuare il percorso di taglio dei costi superiore ai 160 milioni fissati in una prima bozza presentata a fine gennaio e bocciata dalle banche. Il 31 marzo scade l'accordo di moratoria siglato con le banche creditrici e, di questo passo, il nuovo piano potrebbe vedere la luce il prossimo mese.
Ieri mattina a Milano, presso la sede di Lazard si sarebbero incontrati il cfo James Rigney, i rappresentanti di Intesa Sanpaolo, Unicredit - azionisti e principali creditori -, di Leonardo & co, advisor di Generali, sottoscrittore di 300 su 375 milioni di Dolce vita bond (scadenza 2020), di Kpmg e Roland Berger, consulenti per l'independent business review. La riunione iniziata in ritardo, si sarebbe concretizzata attraverso la proiezione di una serie di slides. In alcune di esse erano riportati i risultati conseguiti nel 2016. I ricavi sarebbero diminuiti di 600 milioni da 3,2 a 2,6 miliardi, l'ebit (risultato ante oneri finanziari) in rosso di 300 milioni, mentre il risultato finale sarebbe negativo di 400 milioni. Per il resto indicazioni vaghe e confuse sugli interventi da fare. D'altro canto con una trattativa interrotta con i sindacati sul costo del lavoro, i vertici di Alitalia dovranno ricominciare daccapo.
CALENDA, PRESTO SOLUZIONE
Oggi è in calendario il consiglio per fare il punto della situazione. Tema principale saranno le dimissioni presentate giorni da Roberto Colaninno al presidente Luca Cordero di Montezemolo e anticipate ieri dal Messaggero. Dimissioni dovute alla necessità dell'imprenditore mantovano, leader del gruppo di privati che nel 2008 con il progetto Fenice fece resuscitare Alitalia dal default della lunga esperienza pubblica di dedicare più tempo alle sue attività riunite in Immsi, controllante di Piaggio. E dopo aver preso atto delle dimissioni di Colaninno che era presidente onorario, è possibile che ci sia il confronto tra l'ad Cramer Ball e i rappresentanti dei soci, a partire da Gaetano Miccichè (Intesa Sp) e Federico Ghizzoni (Unicredit) su come far evolvere il piano. Sembra che i banchieri vogliano incalzare il top management ad accelerare, aumentando i tagli. I 160 milioni ipotizzati sono considerati insufficienti, bisogna almeno superare quota 200.
Il Governo, che si prepara all'incontro di lunedì 20 con i sindacati, attende che l'azienda si ripresenti con il piano. Secondo il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda però non manca molto: vedremo l'azienda, «molto presto, non appena avrà pronto il piano industriale», ha detto il titolare del dicastero di via Veneto, sottolineando l'importanza di «trovare una soluzione. Ci sono in gioco tante cose tra cui moltissimi lavoratori».


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