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Pescara, 25/11/2024
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Data: 17/02/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
La bufera - Masterplan e terremoto. Inchiesta su D'Alfonso. Raccomandazioni intercettate dai carabinieri

L'AQUILA Per capire se i magistrati abbiano sferrato o meno un attacco a un possibile sistema di controllo degli appalti in Regione Abruzzo, arrivando ad indagare il presidente Luciano D'Alfonso, bisognerà attendere gli sviluppi prossimi. Quel che è certo è che il blitz dei carabinieri di ieri a palazzo Silone, la sede aquilana della giunta, per acquisire documentazione ma ci sono state anche perquisizioni domiciliari - ha acceso i riflettori su un'indagine articolata, condotta dalla Procura dell'Aquila, al momento ancora molto frammentata, le cui dimensioni sono ancora da comprendere appieno. Tre i lavori nel mirino: la ristrutturazione post terremoto di palazzo Centi, aggiudicata di recente alla ditta Edil Costruzioni Generali Srl di Isernia con un ribasso d'asta del 35,017 per cento, ritenuto congruo dalla Regione; il progetto del Parco didattico del fiume Lavino, uno dei nove dedicati alla Provincia di Pescara inseriti nel Masterplan Abruzzo; lavori, solo preventivati, per le case popolari di via Caduti per servizio, a Pescara. D'Alfonso fa riferimento ulteriore anche a non meglio specificati lavori che riguarderebbero la città di Penne. Dall'indagine su palazzo Centi sarebbero poi scaturite le altre due. Risulta indagato anche il governatore: di certo per il parco didattico e per le case popolari; secondo fonti investigative anche per palazzo Centi ma non per corruzione -, anche se lo stesso presidente ha smentito.
IL SIMBOLO
L'appalto per ristrutturare palazzo Centi, sede della presidenza della Regione al momento del sisma, è stato contrassegnato da veleni e lungaggini burocratiche, fino all'aggiudicazione definitiva per circa 13 milioni alla Edil Costruzioni Generali Srl di Isernia, che ha operato un ribasso del 35,017%. Nei giorni scorsi l'amministrazione regionale aveva dato l'ok alla congruità degli atti di gara. Per questa procedura la Procura (pm Antonietta Picardi, fascicolo affidato ai carabinieri del Noe di Pescara) ha messo sotto indagine, al momento, 7 persone: l'architetto Alessandro Pompa; i componenti della commissione aggiudicatrice (il presidente Giancarlo Misantoni e i membri Silverio Salvi e Roberto Guetti); il capo della segreteria di D'Alfonso, Claudio Ruffini; Eugenio Rosa, amministratore delegato di Iciet Engineering, arrivata terza nella gara d'appalto; l'architetto pescarese Gianluca Marcantonio, di recente nominato nel Consiglio superiore dei Lavori pubblici, già testimone della difesa al processo Housework che ha visto assolto l'ex sindaco di Pescara D'Alfonso dall'accusa di tangenti. Tra l'altro Marcantonio è stato inserito di recente anche nel comitato tecnico scientifico che supporterà il commissario Vasco Errani nella ricostruzione dei territori colpiti dagli ultimi terremoti. In questo filone le accuse sono turbativa d'asta, abuso d'ufficio e corruzione: l'ipotesi è che i progetti siano usciti prima della pubblicazione del bando, con pressioni sulla commissione di gara. A D'Alfonso sarebbero contestati solo la turbativa d'asta e l'abuso d'ufficio.
GLI ALTRI LAVORI
Per quanto concerne le altre due opere, a D'Alfonso sono stati consegnati gli atti relativi alla proroga delle indagini condotte dalla Mobile di Pescara. Anche in questo caso ci sono sette indagati. Tra questi lo stesso governatore, a cui viene contestata la turbata libertà di scelta del contraente. Tra gli altri sono coinvolti l'amministratore dell'Ater pescarese Virgilio Bafile, il dirigente provinciale Paolo D'Incecco (tirato in ballo nel caso della turbina non inviata a Rigopiano) e lo stesso Marcantonio, al momento anello di congiunzione tra le varie vicende. Le accuse, a vario titolo, vanno dall'abuso alla corruzione.

Raccomandazioni intercettate dai carabinieri

L'AQUILA Nel mirino della procura aquilana finiscono anche i membri della commissione giudicatrice nominata dalla Regione per l'esame delle offerte giunte per la gara di appalto per la ristrutturazione di Palazzo Centi. Sono il presidente Giancarlo Misantoni, Roberto Guetti e Silverio Salvi, che figurano nel decreto di perquisizione insieme a Claudio Ruffini, Eugenio Rosa e Alessandro Pompa. Questo perché prima della data del bando, i carabinieri del Noe avevano intercettato diverse conversazioni dalle quali emergeva che alcuni progettisti avevano avvicinato una ditta concorrente manifestando forti entrature nell'ente regione, al fine di condizionare la composizione della commissione tecnica «con conseguente raccomandazione verso commissari ritenuti compiacenti», come evidenzia il pm. Nel corso delle indagini sarebbe emerso che queste pressioni sarebbero state effettivamente esercitate per la formazione di una commissione tecnica, diversa però da quella che poi è stata nominata. E comunque risulterebbe che i componenti della commissione sarebbero stati successivamente avvicinati per guidare la valutazione delle offerte tecniche.
Dalle intercettazioni, sarebbe emerso che la Iciet Enginerreng di Castelli, doveva essere avvantaggiata «vista anche la conoscenza - sostiene la procura - da parte del titolare Eugenio Rosa dei risultati della commissione tecnica prima che gli atti divenissero pubblici». L'indagine avrebbe anche accertato che lo studio di progettazione della Iciet (Archidee architetti associati di Montesilvano), aveva avuto la disponibilità della progettazione preliminare quattro mesi prima della pubblicazione del bando. La necessità delle perquisizioni viene fuori anche da altri atti di indagini. La Iciet, infatti, risultò prima classificata dopo la valutazione degli elaborati, ma dopo l'esame delle offerte economiche la General Costruzioni di Venafro e Cingoli Nicola e figli di Teramo, superarono in graduatoria la Iciet. E a riguardo gli investigatori ritengono altamente probabile che i verbali della commissione tecnica siano stati viziati da false attestazioni su diversi aspetti e che la stessa graduatoria sia stata modificata dopo la conclusione dei lavori della stessa commissione.
Altre perquisizione sono state poi disposte a carico del dirigente della Provincia, Paolo D'Incecco, Enrico Di Paolo, Tino Di Pietrantonio, Virgilio Basile e Carmine Morelli (indagati come gli altri per turbativa d'asta e falso) in relazione agli interventi propedeutici alla gara di evidenza pubblica per la manutenzione ordinaria e straordinaria per le palazzine Ater di via Caduti per Servizio e di via Salara Vecchia a Pescara.

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