Il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso (Pd), è indagato per corruzione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio nell’ambito di un’inchiesta della procura della Repubblica dell’Aquila. Il governatore sarebbe coinvolto insieme a un’altra quindicina di persone tra funzionari e imprenditori: le ipotesi di reato riguardano il cantiere dei lavori di Palazzo Centi a L’Aquila, sede della Giunta regionale; un intervento riguardante la città di Penne; e interventi di manutenzione di case popolari a Pescara. Dopo quella negli uffici regionali di palazzo Silone all’Aquila, sede della Giunta regionale, son state effettuate perquisizioni anche domiciliari in diverse città d’Abruzzo. Oltre che dai Carabinieri, l’indagine è portata avanti anche dalla Polizia di Stato.
«Estraneo»
«Mi dichiaro totalmente estraneo alle vicende e auspico una loro rapidissima definizione», ha scritto in una nota D’Alfonso, in merito al sequestro, da parte dei Carabinieri, di documenti sulla gara da 13 milioni di euro per l’affidamento della ricostruzione di palazzo Centi, sede della presidenza nel centro storico del capoluogo resa inagibile dal terremoto del 6 aprile 2009. Nella mattina di oggi, riferisce poi nella nota D’Alfonso, «sono stati comunicati atti di proroga di indagini penali che vanno avanti dal novembre 2015 con rinnovi semestrali». E su Facebook il presidente ha scritto: «Ho fiducia nell’operato della magistratura così come ne avevo in passato, quando è stata sempre accertata la liceità delle mie condotte amministrative». In una nota della presidenza della Regione, inoltre, si legge Si D’Alfonso ha ricevuto «due richieste di proroga delle indagini: una riguardante la città di Penne (iscritta nel registro delle notizie di reato in data 18/11/2015) e una per lavori - solamente preventivati - alle case popolari Ater di Pescara (iscritta nel registro delle notizie di reato in data 8/7/2016). Contestualmente è stato recapitato un altro documento (“Ordine di esibizione di atti e documenti”) con il quale è stato notificato alla Regione Abruzzo che è in corso un procedimento penale sul cantiere di Palazzo Centi a L’Aquila nei confronti di 7 persone, in ordine alle quali si è compiuta acquisizione documentale; tra queste non compare il nome di Luciano D’Alfonso».
Palazzo Centi
L'edificio di palazzo Centi, al centro del blitz dei Carabinieri è stata la dimora dell'omonima famiglia dal 1776. Si trova nel cuore del centro storico dell'Aquila, in piazza Santa Giusta. Sede storica di organi regionali, fu acquisito al patrimonio della Regione Abruzzo nel 2002 e poi sottoposto a un restauro, con l'installazione anche di un ascensore, durato da luglio 2003 a settembre 2006. Da allora è stato sede della presidenza della Giunta regionale. Nel sisma dell'aprile 2009 ha riportato danni notevoli. I soldi per il recupero sono arrivati per 3 milioni dalla rimodulazione del primo programma stralcio di ricostruzione degli edifici pubblici e per 10 milioni dalla delibera Cipe numero 44 del 23 marzo 2012. L'appalto è stato caratterizzato da lungaggini burocratiche dovute anche al passaggio di consegne tra il provveditorato interregionale alle Opere pubbliche di Abruzzo, Lazio e Sardegna e la Regione stessa, divenuta stazione appaltante con la cessazione dello stato di emergenza, il 31 agosto 2012. L'appalto prevede interventi di consolidamento strutturale, rifacimento impiantistico, restauro architettonico delle superfici decorate, degli apparati pittorici nonché delle superfici di pregio, ed è basato sul criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa.
Ribasso
Il bando è stato pubblicato il 7 maggio 2015 sulla Gazzetta ufficiale della Comunità europea, con scadenza il 16 luglio, poi posticipata al 27 agosto. Hanno risposto 29 imprese, molte delle quali colossi delle costruzioni, con le offerte valutate da una commissione amministrativa preliminare, poi da una commissione giudicatrice per l'offerta economica e quindi da un organo tecnico per l'offerta tecnica. A metà novembre l'aggiudicazione provvisoria a Edil Costruzioni Generali Srl di Isernia, che ha operato un ribasso del 35,017%, poi divenuta definitiva. Nei giorni scorsi l’amministrazione regionale aveva dato l’ok alla congruità degli atti di gara, ribasso incluso. Il cronoprogramma prevede la riconsegna entro aprile 2018, con durata massima dei lavori stabilita in 730 giorni e collaudo nell'ottobre successivo: date che dovranno essere riviste al rialzo.