Tre inchieste, venti carabinieri del Noe (il nucleo speciale dei Carabinieri) nell’ufficio Patrimonio della Regione Abruzzo dalle prime ore di ieri mattina, sequestri e perquisizioni a tappeto in tutto l’Abruzzo, e tre nomi illustri. Quello del presidente Luciano D’Alfonso indagato per corruzione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio, anche se lui nega di essere nell’elenco. E di Claudio Ruffini, suo braccio destro, e di Claudio Marcantonio, l’architetto collezionista di incarichi.
Il filone di inchiesta più importante seguito dalla pm dell’Aquila Antonietta Picardi riguarda il cantiere di Palazzo Centi all’Aquila, sede della presidenza nel centro storico del capoluogo, una gara d’appalto da 13 milioni di euro. Gli altri due un progetto del Masterplan di 3 milioni mezzo di euro, il famoso parco didattico Lavino, di cui è concessionaria la Provincia di Pescara; e gli appalti per la manutenzione delle Case popolari di Pescara in via Caduti per Servizio e in via Salara vecchia. In questi ultimi due casi l’ipotesi di reato allo studio della procura aquilana è la turbativa della libertà nella scelta del contraente, e riguarda quindi gli affidamenti degli incarichi di progettazione, sia per il parco didattico di Lavino, frutto della concertazione di sei Comuni (Roccamorice, Scafa, Abbateggio, San Valentino, Lettomanoppello e Manoppello), sia per i lavori di manutenzione delle case popolari di Pescara. Reati gravi: in particolare la procura contesta pressioni per la scelta dei nomi in commissione e anche il fatto che i progettisti avrebbero avuto gli elaborati progettuali quattro mesi prima del bando di gara.
Con D’Alfonso nell’inchiesta della procura dell’Aquila sono finite altre quindici persone, e soprattutto altri due nomi importanti. Quello di Ruffini, suo braccio destro, ex presidente della Provincia di Teramo, ex sindaco di Giulianova ed ex consigliere regionale, la cui abitazione è stata lungamente perquisita ieri mattina, e quello di Gianluca Marcantonio, l’architetto infilato al Consiglio superiore dei lavori pubblici e pochi giorni fa anche nel comitato tecnico-scientifico che dovrà aiutare Vasco Errani nella ricostruzione. Ma soprattutto testimone della difesa nel processo Housework in cui fu coinvolto D’Alfonso, poi finito con l’assoluzione. Insomma, il nome che avrebbe dovuto stupirci, quello annunciato con rulli di tamburo dal governatore ai tempi della nomina al Consiglio superiore dei lavori pubblici, proprio quello lì: Marcantonio, 46 anni, ha subito ieri perquisizioni a casa e in ufficio.
Le ultime due inchieste sono relative a fatti del 2016 e figlie della prima: le indagini, affidate alla squadra mobile di Pescara, si sviluppano dopo una intercettazione su Palazzo Centi, e sembra proprio che il filo di congiunzione tra le tre inchieste sia lui, Marcantonio.
Tra gli indagati nell’ inchiesta sul parco didattico e le case popolari, spiccano i nomi di D’Alfonso, Virgilio Basile, commissario unico dell’Ater di Pescara e Paolo D’Incecco, funzionario della Provincia di Pescara il cui nome è finito all’attenzione delle cronache ai tempi della tragedia di Rigopiano: a lui fu mandato l’sms da parte dell’operaio che metteva a disposizione una turbina per riaprire la strada che portava all’hotel sotterrato dalla valanga.
Nell’inchiesta su Palazzo Centi invece sono otto, e insieme a D’Alfonso e Ruffini ci sono quelli che hanno preso parte all’iter dell’appalto, i cui termini furono riaperti in corner e che culminò con l’encomio solenne da parte del presidente a tutti i funzionari e dirigenti che vi parteciparono: l’imprenditore Eugenio
Rosa, amministratore delegato di Icet Engineering di Castelli
(Teramo), che è arrivata terza nella gara, i tre componenti
della commissione di gara, i funzionari regionali Giancarlo
Misantoni (presidente), l’architetto Roberto Guetti e l’
ingegnere Silverio Salvi. Sotto indagine anche i due progettisti
Gianluca Marcantonio e Alessandro Pompa.
Per i sette le ipotesi di reato sono corruzione, turbativa
d’asta e abuso d’ufficio.
E’ il 7 maggio 2015 quando il bando per il palazzo della presidenza regionale viene pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Comunità europea, con scadenza il 16 luglio. Scadenza che poi viene posticipata al 27 agosto insieme a una rettifica del bando (foto sotto). E’ sbagliato, dice la Regione che in corso d’opera corregge gli atti. Rispondono 29 imprese, quasi tutti colossi delle costruzioni, con le offerte valutate da una commissione amministrativa preliminare, poi a metà novembre l’aggiudicazione provvisoria a Edil Costruzioni Generali Srl di Isernia, che opera un ribasso del 35,017%, aggiudicazione poi diventata definitiva.
Nei giorni caldi dell’appalto, e’ luglio del 2015 e il presidente e’ evidentemente in vena di premi, D’Alfonso distribuisce encomi solenni a una ventina di dirigenti. E tra questi ad Anna Maria Marziale, Silvio Iervese e all’ingegner Daniele Torrecchia, “per il bando di Palazzo Centi all’Aquila, una delle prime opere pubbliche destinate a edilizia istituzionale”. Due giorni dopo quegli encomi, la Regione è costretta a pubblicare un avviso di proroga dei termini e la rettifica del bando.
Luciano D’Alfonso dal canto suo ha dichiarato di non essere indagato:
“Questa mattina ho appreso che è in corso una verifica del mio operato da parte della procura della Repubblica di L’Aquila per tre distinte vicende. Ritengo che la mia posizione sia assolutamente estranea a qualsivoglia fattispecie di reato e auspico un espletamento rapidissimo di ogni indagine.
Ho fiducia nell’operato della magistratura così come ne avevo in passato, quando è stata sempre accertata la liceità delle mie condotte amministrative”.
Nel tardo pomeriggio il suo ufficio stampa ha aggiunto:
“Si precisa che il Presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso ha ricevuto questa mattina due richieste di proroga delle indagini: una riguardante la città di Penne (iscritta nel registro delle notizie di reato in data 18/11/2015) e una per lavori – solamente preventivati – alle case popolari Ater di Pescara (iscritta nel registro delle notizie di reato in data 8/7/2016).
Contestualmente è stato recapitato un altro documento (“Ordine di esibizione di atti e documenti”) con il quale è stato notificato alla Regione Abruzzo che è in corso un procedimento penale sul cantiere di Palazzo Centi a L’Aquila nei confronti di 7 persone, in ordine alle quali si è compiuta acquisizione documentale; tra queste non compare il nome di Luciano D’Alfonso”.