Iscriviti OnLine
 

Pescara, 24/07/2024
Visitatore n. 738.563



Data: 17/02/2017
Testata giornalistica: Il Centro
«Viadotti ancora a rischio Il ministro ora chiarisca». Il senatore Jonny Crosio presenta l’interpellanza a Delrio per l’A24 e l’A25 «Anni di dibattito e di allarmi ma non risultano accordi concreti sui lavori»

PESCARA Perché il governo non è intervenuto fino ad oggi? E quali sono gli interventi urgenti che intende adottare per avviare al più presto «gli improcrastinabili lavori per la manutenzione straordinaria e messa in sicurezza dell'autostrada dei Parchi A24 e A25»? Lo vuole sapere l’architetto svizzero e senatore della Lega Jonny Crosio nell’interpellanza al ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio sul caso dei viadotti delle autostrade abruzzesi gestite da Strada dei Parchi del Gruppo Toto. Viadotti per i quali lo stesso Crosio, insieme al senatore Aldo Di Biagio (Ap), aveva dieci giorni fa lanciato l’allarme perché ritenuti «ulteriormente deteriorati dopo i danni riportati nel terremoto del 2009». Crosio teme per la sicurezza e mette nero su bianco quanto già riferito a Il Centro, indicando al ministro le situazioni più a rischio: il viadotto svincolo Bussi, lo svincolo Tornimparte, il viadotto Sant’Onofrio, e quello di Popoli. «Ma in generale», aggiunge, «tutti i viadotti sono interessati dal pericolo di scalinamento degli impalcati lungo tutta l'asta dell'infrastruttura autostradale». Tuttavia, scrive il senatore, né il governo, né i responsabili dell'infrastruttura hanno adottato le misure necessarie per l'applicazione della normativa, «nonostante l'emergenza sismica prosegua incessantemente nel Centro Italia, lasciando al caso e quindi ad un'eventuale nuova scossa di terremoto la possibilità o meno che i viadotti danneggiati crollino». Per fare in modo che s’intervenisse subito si era pensato di inserire un emendamento nel decreto Milleproroghe. Oppure nel decreto terremoto. Ora l’interpellanza che impegna Delrio in una risposta ufficiale su tutta la vicenda. A cominciare dalla disponibilità dell’ente concessionario di effettuare gli investimenti e quindi i lavori utilizzando le rate del corrispettivo di concessione, per complessivi 223,4 milioni di euro, con l’impegno di restituire la somma entro la fine della concessione del 2030. Proposta che è rimasta lettera morta. Il senatore ricorda quando il ministro nel novembre 2016, a margine di un evento a Sulmona parlò di accordo sulla messa in sicurezza sismica di tutta l'autostrada e che l’investimento sarebbe stato validato dal Consiglio superiore dei Lavori pubblici. E cita anche la normativa (art. 1, comma 183, della legge 24 dicembre 2012, n. 228 (legge di stabilità per il 2013), che aveva autorizzato i lavori in considerazione della classificazione di A24 e A25 quali opere strategiche per le finalità di protezione civile prevedendo anche la rinegoziazione delle condizioni della concessione ed evitando l’aumento dei pedaggi. «In realtà», conclude Jonny Crosio, «sono trascorsi anni di dibattito, ma ancora non risultano accordi concreti tra il ministero delle Infrastrutture e la società concessionaria».

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it