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Data: 17/02/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Arriva il bonus per gli asili nido. Mille euro per i nati da gennaio 2016. Caccia ai fondi per la manovra

ROMA Via libera al bonus per gli asili nido. Il premier Paolo Gentiloni ha firmato ieri il decreto che dà attuazione al provvedimento, introdotto dalla legge di Bilancio. Si tratta di un buono di carattere permanente di mille euro annui che sarà erogato a decorrere dal 2017 per l’iscrizione ai nidi pubblici e privati per i nati a partire dal primo gennaio 2016, nonché per l’introduzione di forme di sostegno domiciliare in favore dei bambini sotto i tre anni affetti da gravi patologie croniche. Un aiuto alle famiglie mentre il governo è alle prese con le richieste sempre più pressanti dell’Unione europea, che continua a chiedere all’Italia una correzione del deficit strutturale dello 0,2% del Pil. Nonostante la crescita un po’ più sostenuta delle previsioni, con il 2016 che si dovrebbe chiudere a +0,9%, per la manovrina il governo resta quindi a caccia di 3,4 miliardi da reperire, possibilmente, senza ricorrere ad aumenti delle accise. Dopo lo stop del Pd, e di Matteo Renzi, a qualsiasi rincaro delle tasse, per il Tesoro si potrebbe però complicare anche la strada delle privatizzazioni, difesa con forza dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Alla direzione di lunedì scorso i dem hanno alzato i toni sul fronte delle grandi aziende pubbliche, aprendo un confronto anche interno al governo. Ai dubbi sul fronte Poste, espressi dal sottosegretario Antonello Giacomelli, ha risposto però il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, dicendosi «favorevole» a mettere sul mercato la seconda tranche della società a patto che il controllo resti «pubblico». Ma un gruppo trasversale di senatori Pd ha chiesto al capogruppo Zanda di organizzare un incontro proprio con Giacomelli, che ha la delega alle comunicazioni, per riflettere sulla cessione di una ulteriore quota di Poste e sulla privatizzazione di Ferrovie. Asset «strategici» e scelte che «merita di essere approfondita». Al Tesoro si guarda con attenzione ai risvolti politici che le fibrillazioni interne al partito potrebbero enfatizzare, ma allo stesso tempo si sottolinea l’«assoluta sintonia» del ministro con il premier Paolo Gentiloni. Le scelte più imminenti restano comunque quelle sull’aggiustamento dei conti: in attesa che martedì la Commissione presenti il suo rapporto sul debito, i tecnici continuano a fare simulazioni su tutte le ipotesi, cercando le misure adatte a sostituire un aumento di accise e imposte indirette quantificate nelle stesse lettere a Bruxelles in circa 1,5 miliardi. Il resto della “dote” per la manovra arriverà da un ampliamento del raggio di azione dello split payment (cui saranno sottoposte anche le partecipate pubbliche) che dovrebbe portare circa 1 miliardo, mentre da riduzioni di spesa dovrebbero arrivare 8-900 milioni.

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