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Data: 17/02/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Concorrenza, i tassisti in rivolta. Clienti appiedati e cortei delle auto bianche contro il rinvio della stretta su Uber e servizi a noleggio

ROMA «Io ho 24 anni di “buffi”». I buffi a Roma non sono dei curiosi ceffi, ma i debiti. Quel giovane tassista, con il peso di un prestito di 24 anni ancora da pagare, sale sulla panchina eretta a pulpito sotto Palazzo Madama, sede del Senato, e arringa la folla: «Noi non abbiamo bisogno dei sindacati! Ci siamo radunati in tre ore ieri notte, chi ha staccato dal turno, chi è venuto appena ha potuto. Sono andato a pagare le tasse poco fa e ho visto che in giro non c’è nessuno. Va bene così. Ci dobbiamo fermare. Dobbiamo creare il disservizio. E non dobbiamo prendercela con i poliziotti: quelli sono come noi, stanno lì a mille euro al mese. Salite su questa panchina e dite quello che pensate». Quel tassista, insieme a centinaia di suoi colleghi a Roma ed altre centinaia Torino, Milano e Firenze è in sciopero. Manifesta contro la volontà del governo di rinviare all’anno prossimo le norme che regolerebbero dei servizi concorrenti come il Noleggio con conducente (Ncc) o Uber, l’applicazione per gli smartphone, con il decreto Milleproroghe, anche detto “omnibus” perché dentro ci entra di tutto e di più. Con l’emendamento a prima firma di Linda Lanzillotta (Pd)si sospende il decreto del ministero dei Trasporti per impedire l’esercizio abusivo del servizio taxi - che, secondo gli interessati, favorirebbe Uber - e si rimandano anche le norme che riguardando gli Ncc, come l’obbligo dell’autista di tornare alla rimessa dopo aver accompagnato il cliente. Giuseppe, un tassista particolarmente infervorato, spiega che «chi vuole lavorare deve pagare la licenza come facciamo noi». Ma quando si paventa la possibilità di una liberalizzazione delle licenze si fa ancor più rosso di rabbia e ribadisce fermamente: «No, siamo troppi». I tassisti romani si sono radunati durante la notte dell’altro ieri sotto il Senato e hanno presidiato Palazzo Madama anche dopo l’approvazione dell’emendamento, per poi sciogliersi soltanto nella tarda serata di ieri, mantenendo comunque lo stato di agitazione. Disagi per il centro della Capitale, con le auto bianche che hanno bloccato il traffico per buona parte della mattinata. Comprensibile il caos agli aeroporti di Fiumicino e Ciampino: letteralmente paralizzati dall’assenza di taxi e dalla presenza di molti passeggeri spaesati. A Milano, invece, gli autisti si sono radunati in presidi spontanei nei pressi delle stazioni principali. Tensione durante il passaggio di un Ncc, con il lancio di uova ai danni del conducente. A Torino le proteste si sono svolte sotto il palazzo civico e il presidio era autorizzato. A Firenze, dove ha incrociato le braccia il 90% dei tassisti, il sit-in si è svolto sotto la prefettura. I tassisti minacciano sciopero a oltranza fino allo stralcio della norma. Nel caso del decreto Bersani, che ha tentato una liberalizzazione delle licenze, hanno dimostrato di saper mantenere la parola. Nel frattempo il Garante per gli scioperi ha fatto sapere ai sindacati che l’astensione dal lavoro di ieri ha violato la disciplina vigente.

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