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Data: 17/02/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Caos Roma - Romeo, sfida ai pm: «Polizze a chi voglio» Raggi: «Lo denuncio». Dalle foto sul tetto al benservito l'ex fedelissimo rischia il posto

ROMA «Con i mei soldi faccio quello che voglio». E' una risposta sorpresa e stizzita quella che l'ex fedelissimo del sindaco, Salvatore Romeo, ha consegnato ai pm per spiegare perché avesse aperto una nuova polizza intestata a Virginia Raggi appena saputo che era stata convocata in procura. Ancora oggi, la terza polizza è ancora attiva e il beneficiario è sempre lo stesso, il primo cittadino della capitale. Perché Romeo si sia limitato a variare i beneficiari delle altre due polizze, dopo l'esplicita richiesta della stessa Raggi e prima di essere lui stesso convocato in procura con un'accusa di concorso in abuso d'ufficio, i pm glielo hanno chiesto in sede di interrogatorio, lo scorso 8 febbraio. In quel momento, la notizia di questo secondo investimento per il valore di 8mila euro non è ancora di pubblico dominio, mentre si sa di altri 33 mila euro intestati al sindaco, e Romeo si mostra stupito dalle richieste di spiegazioni del procuratore aggiunto Paolo Ielo. Risponde stizzito, ma al tempo stesso generico. Gli inquireti sono partiti proprio da quelle polizze per contestare a Romeo e al sindaco l'ipotesi di abuso d'ufficio per una nomina che gli ha di punto in bianco triplicato lo stipendio. Una risposta generica, ora passata nuovamente sotto la lente d'ingrandimento, quanto quelle consegnate in relazione alla cassetta di sicurezza affidata a un'amica e svuotata subito dopo l'arresto di Marra.
LA NUOVA POLIZZA
E' da qui che riparte il filo dell'indagine sulle nomine della Raggi e si intreccia con gli investimenti patrimoniali del fedelissimo del Romeo. A proposito di quell'ultima polizza acquistata, l'ex capo staff ha aggiunto a verbale che nei giorni successivi all'interrogatorio avrebbe potuto cambiare ancora una volta il beneficiario: «E' una cosa che sto valutando», ma gli accertamenti vanno avanti per chiarire i tanti punti oscuri. La sindaca non sembra disposta ad aspettare e anzi annuncia formale denuncia: «Ora spunta anche una terza polizza intestata dal dottor Romeo a mio nome - afferma -. Questa stipulata addirittura due giorni dopo che ho annunciato di aver ricevuto un invito a comparire dalla procura di Roma. È inaccettabile che il dottor Romeo abbia fatto una cosa del genere. Ne prendo totalmente le distanze», ha detto.
LA CASSETTA
Anche per la cassetta di sicurezza in banca aperta dal 2011 e affidata ad un'amica, l'ex capo staff e fedelissimo del sindaco ha dato spiegazioni sommarie: «Avevo la cassetta di sicurezza da tempo, ma l'ho prestata alla mia amica per conservare i gioielli di famiglia. Che io sappia ci teneva solo quello». Identica la risposta della donna.
Cinquantenne, sposata e legata a Romeo, dice lui, da un'antica amicizia, non era neppure in casa quando gli agenti della Squadra mobile di Roma hanno bussato alla sua porta per perquisirle l'abitazione. Solo al suo ritorno da un viaggio all'estero è stata sentita come testimone. E le sue risposte sono state altrettanto generiche: «Ho ritirato dalla cassetta i gioielli di famiglia che tenevo all'interno e nient'altro». La donna non ha neppure saputo spiegare la scelta che desta maggiore sospetto: quella di svuotare completamente il contenuto del caveau, il primo giorno utile dopo l'arresto di Raffaele Marra, ex vice capo di Gabinetto e capo del personale di Virginia Raggi in carcere con l'ipotesi corruzione dallo scorso 16 dicembre. «Neppure sapevo che fosse stato arrestato Marra - ha detto lei agli investigatori - non so nulla di quella vicenda. E' semplicemente una coincidenza».
IL CASO DE VITO
Non tutte le tessere del mosaico sono al loro posto anche nell'inchiesta sul presunto dossier ai danni del candidato alle «comunarie» Marcello De Vito, poi battuto dalla Raggi. Un altro capitolo su cui la procura di Roma ha deciso di fare ulteriori accertamenti, a questo punto con un'ipotesi di reato ma senza indagati, sulle riunioni in cui l'allora capogruppo pentastellato fu processato di aver fatto un accesso agli atti del Comune per favorire qualcuno. Tra le accuse c'era anche quella di aver rallentato gli accertamenti su Claudio Ortale, il dipendente del suo ufficio ora accusato di truffa ai danni dell'amministrazione capitolina. De Vito ha anche denunciato il funzionario, ma in quella riunione gli contestarono di aver agito tardi.

Dalle foto sul tetto al benservito l'ex fedelissimo rischia il posto
IL RETROSCENA

ROMA Come finire dal tetto del Campidoglio (immagine irraggiungibile del potere sospettoso e paranoico) a fuori la porta dell'amministrazione. In otto mesi, senza passare dal via. E sempre per mano di Virginia Raggi. Adesso Salvatore Romeo, il funzionario comunale dalla polizza facile all'insaputa della sindaca, rischia la «sanzione espulsiva» per il «danno arrecato all'immagine o al prestigio» dell'ente capitolino. Il codice di comportamento dei dipendenti, approvato dalla giunta pentastellata lo scorso dicembre, parla chiaro.
LA NORMA
Le sanzioni applicabili, compreso il licenziamento, fanno riferimento a diverse fattispecie. E rimandano all'articolo 7, comma 4: «Il dipendente non offre direttamente o indirettamente regali o altre utilità a un proprio sovraordinato, salvo quelli d'uso di modico valore». A differenza delle precedenti Romeo intesta la terza polizza alla Raggi lo scorso 26 gennaio: un pensiero non proprio «modico» da 8mila euro. Quanto basta insomma per finire, inaugurandole, tra le grinfie del nuovo codice del travet capitolino annunciato dal Campidoglio all'insegna della tolleranza zero, due settimane dopo l'arresto di Raffaele Marra, «uno dei 23mila dipendenti comunali», come ebbe a dire a botta calda la grillina.
Per Romeo sarebbe una nemesi abbastanza clamorosa: passare dal «rapporto affettivo» con Virginia (così come da causale delle polizze) alla fine del rapporto lavorativo con Palazzo Senatorio per mano della «mia sindaca» come la chiamava con fierezza e senso di appartenenza più che di possesso. Un benservito che potrebbe arrivare proprio per mano di quel codice che contribuì a scrivere, da dietro le quinte, ai bei tempi che furono. Quando non si muoveva nulla al primo piano di Palazzo Senatorio senza passare davanti alle cravatte sgargianti di «Salvatore». Il factotum, il facilitatore, custode dell'agenda e dei segreti dello sbarco in Comune del M5S. Questo era Romeo. E forse anche altro, nella sua testa. Un'ascesa fulminea quanto rovinosa in queste ore.
LA PARABOLA
Da oscuro - «ma rapido di testa» assicura chi adesso gli sta voltando le spalle - funzionario del dipartimento Partecipate (a 40mila euro all'anno) a segretario politico (con stipendio pressoché triplicato) di quello che era ed è il fenomeno politico del momento. Sei mesi vissuti dentro la «war room» del Campidoglio a schivare critiche interne e spegnere fari dell'Anac sulla propria nomina. Storie dal fronte terminate con il tracollo: l'arresto di Marra, l'azzeramento del «Raggio magico», il ritorno al dipartimento Partecipate (palazzo anonimo in periferia ben lontano dal cuore e dai busti del Comune), la storia delle prime due polizze, l'indagine per abuso d'ufficio. Adesso l'ultimo capitolo (forse) e comunque sempre avvolto dal mistero. Un regalo che potrebbe costare davvero tanto a Romeo. Per via appunto delle sanzioni disciplinari. Storia curiosa anche questa: ad aprire la pratica dovrebbe essere il segretario generale ma a comminare la punizione, se così sarà, toccherà a Gianluca Viggiano, ex finanziere, braccio destro di Raffaele Marra al dipartimento Personale, colui che firmò la scorsa estate gran parte delle nomine interne al Comune che tanto stanno facendo penare l'amministrazione capitolina e la sua inquilina. Proprio ora Virginia «del tutto estranea a quanto sta accadendo» sembra non volerne più sentire del suo Romeo al punto da preparare un esposto contro di lui. I due non si sentono più di persona, ma fanno parlare gli avvocati. Il rapporto, con l'ultimo colpo di scena, è diventato molto complesso. Al punto che, regolamento dei dipendenti comunali alla mano, Raggi potrebbe «cacciare di casa» Romeo da un momento all'altro.

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