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Pescara, 24/07/2024
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Data: 19/02/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Appalti sotto inchiesta Le imprese al Pm «Cercate di fare presto»

L'AQUILA L'inchiesta aperta dopo il blitz dei carabinieri del Noe e degli agenti della Squadra mobile di Pescara in Regione, per una serie di appalti di dubbia regolarità che vede tra i sospettati anche il presidente Luciano D'Alfonso, segna un po' il passo. Uno stop per dare la possibilità agli investigatori di elaborare quanto ad oggi raccolto e per gli indagati (17 in tutto) capire da cosa doversi difendere. Intanto l'Osservatore Romano, il quotidiano della Santa Sede dà ampio risalto all'inchiesta. In questo week-end non sembrano agitarsi le acque della Procura della Repubblica dell'Aquila, come è accaduto nei due giorni di perquisizioni a raffica, con 17 persone indagate. Solo all'Aquila sono 11, in relazione ai lavori per 13 milioni di euro di ristrutturazione di Palazzo Centi, sede della Giunta regionale. Ora soprattutto da parte degli indagati, molti dei quali professioni, è corsa contro il tempo per riottenere i computer sequestrati, che rischiano di bloccare non solo l'attività amministrativa ma anche quella edile con ripercussioni occupazionali. Un esempio Eugenio Rosa, (assistito dagli avvocati Massimo Costantini e Roberto Madama) titolare della società Iciet, terza nella graduatoria dell'appalto, il quale ha sospeso una quindicina di amministrativi tra i circa 40 operai. Nell'auspicare appunto velocità, l'imprenditore si è detto pronto a mettersi a disposizione della magistratura, così come Silverio Salvi (uno dei commissari di gara, assistito dagli avvocati Vincenzo Salvi e Antonio Milo).

CONTESTAZIONI L'avvocato Ernesto Rodriguez Torino, (del Foro di Pescara) attende invece di conoscere meglio le contestazioni formulate dal Pm Picardi ai suoi assistiti (Gianluca Marcantonio e Alessandro Pompa, entrambi consulenti della Icet) prima di decidere di chiarire con gli investigatori le condotte censurate. Per tutti il reato ipotizzato è quello di turbativa d'asta, attraverso una sorta di accordo tra i sospettati per far vincere l'appalto alla ditta di Rosa senza però riuscirvi visto che il mega appalto è stato aggiudicato a un'impresa di Isernia. Indagato anche Claudio Ruffini, dello staff del presidente della Regione. L'altro ieri altri 4 avvisi di garanzia: all'ex dirigente del ministero dei Beni Culturali Berardino Di Vincenzo, al figlio Giancarlo, tecnico progettista, e agli imprenditori Giancarlo Di Persio e Mauro Pellegrini, titolari della impresa Dipe.

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