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Data: 19/02/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Dragaggio, a rischio 9,5 milioni. Porto di Ortona, Febbo e Cieri: subito i lavori o si perdono i fondi. D’Alessandro: soldi garantiti solo ora

ORTONA «Il finanziamento per il dragaggio del porto di Ortona è a rischio». Lo hanno ribadito Mauro Febbo e Tommaso Cieri, rispettivamente consigliere regionale e comunale di Forza Italia, nel corso di una conferenza stampa tenuta ieri mattina in Comune a seguito della decisione del Consiglio di Stato di incaricare un esperto che dovrà stabilire se la documentazione presentata dalla società aggiudicatasi i lavori di escavazione dei fondali, sia conforme a quanto richiesto dal bando di gara. «Il Consiglio di Stato ha chiesto di fare chiarezza, sul bando, sull’impatto ambientale e sulla vasca di colmata, che guarda caso erano proprio le criticità che noi abbiamo sempre evidenziato a gran voce», aggiungono il presidente della Commissione di vigilanza e il capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale. «È stata stabilita una tempistica attraverso la quale l’accertatore dovrà effettuare le sue ricerche, verifiche e rimettere poi lo studio al Consiglio di Stato che poi ha fissato per il 18 maggio il termine per la sentenza. Sempre che il perito non chieda altro tempo per arrivare alla perizia e che la stessa poi non sia contestata dalle parti: insomma tempi lunghi». In un contesto del genere i 9,5 milioni di euro per il dragaggio potrebbero “sfuggire di mano”, considerando che i lavori dovranno essere rendicontati entro il 31 dicembre 2017, pena la perdita del finanziamento. Si tratta di fondi «messi a disposizione dal precedente governo regionale e in stretta collaborazione con l’amministrazione locale di centrodestra», concludono Febbo e Cieri, «l’ingiustificato ritardo, dovuto solo alla ostinazione della Regione Abruzzo e del Comune ha comportato, comporta e comporterà un danno enorme alla città, alle sue economie e a tutto il territorio». Prontamente arriva la replica del consigliere regionale con delega ai Trasporti, Camillo D’Alessandro. «Dicono cose diverse ogni volta che parlano. Le ragioni che accampavano come rischio sull’escavazione non sono state mai prese in considerazione né dal Tar né dal Consiglio di Stato», tuona D’Alessandro, «la Regione ha garantito che arrivassero i fondi, cosa che poteva fare Febbo da assessore. Certo, le risorse erano già state stanziate sulla carta ai suoi tempi, ma mai erano arrivate».

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