MONTESILVANO Diecimila multe in tre mesi a una media di 160 multe al giorno. È il primo bilancio del contestatissimo semaforo entrato in funzione lo scorso 26 ottobre all’incrocio tra corso Umberto e via Adige con il sistema Photored, le telecamere a infrarossi che immortalano la targa di chi commette l’infrazione. E lo puniscono con sanzioni di 163 euro (112 se si paga entro 5 giorni), la decurtazione di 6 punti sulla patente e la sospensione da uno a tre mesi in caso di recidiva nell’arco di due anni. Il dato è fermo al 31 gennaio e già dal primo febbraio il Comune ha iniziato a inviare i verbali ai diecimila automobilisti colti in fallo. Non solo per essere passati con il rosso, ma anche per aver invaso la linea di mezzeria, o per essersi fermati invadendo la linea bianca dello stop, o per aver fatto un cambio di corsia rispetto alla direzione per cui si era incolonnati al semaforo. Una mattanza che dopo mesi di polemiche, iniziate già a pochi giorni dall’installazione del nuovo sistema, ha scatenato proteste e minacce di ricorsi da parte dei diretti interessati. «È una vessazione e basta», tuona Aurelio Lestini, assicuratore noto per la sua carriera cestistica maturata tra Pesaro, Livorno e Pescara. «La settimana scorsa mi è arrivata una multa di 43 euro, con due punti di decurtazione sulla patente solo per aver appoggiato le due ruote davanti della macchina sulla segnaletica orizzontale sotto al semaforo all’angolo di via Adige, mentre rientravo da Perugia una sera intorno alle 21, in direzione nord sud. Multato non perché sono passato con il rosso, ma solo perché fermandomi, con il rosso, ho invaso la linea dello stop. Non è una vessazione? È chiaro che per 43 euro il ricorso non lo faccio, ho già pagato, ma al Comune ho mandato una mail in cui, tra le altre cose, ho avvertito anche che invierò tutto a Striscia la notizia. Perché è inaccettabile che il Comune che dovrebbe tutelare i cittadini si metta a fare questo ladrocinio». «Non può essere che in un Paese civile la normalità sia passare con il rosso», replica Mauro Orsini, presidente della commissione Lavori pubblici. «Sembra che i pazzi siano quelli che vogliono far rispettare le regole per il bene e l’incolumità dei cittadini. Chi prende la multa sulla linea di stop è perché non si è fermato. Basta guardare le fotografie, e non sapete quanti, imbufaliti per la multa, arrivano protestando e poi di fronte alla foto devono ammettere le proprie responsabilità. È una questione di disciplina: con il semaforo arancione che dura 4 secondi e mezzo non si passa. Può darsi che inizialmente faremo cassa, ma è per educare gli automobilisti. La speranza è che con l’azione deterrente di semafori come questo s’impari a rispettare il rosso e l’arancione. Evitando gravi incidenti». Belle parole che non bastano a placare gli animi di chi, tra moglie e marito, si trova a dover pagare anche quattro multe. Due per aver fatto un cambio di corsia (40 euro e due punti di decurtazione) e altre due per essere passato con il giallo (sei punti sulla patente e 170 euro di multa) che durando 4 secondi e mezzo si trasforma subito in un rosso. «Vivo in quella zona da 25 anni», protesta l’informatore farmaceutico Andrea Orfanelli, «e quell’incrocio non è mai stato particolarmente pericoloso. Piuttosto molto trafficato. È evidente che il semaforo sia stato messo lì per questo». «È vero che quell’incrocio non è tra i più pericolosi», replica Orsini, «ma l’alto numero delle multe comminato in quel punto conferma quanta indisciplina ci sia. E infatti andiamo avanti: prima dell’estate ne metteremo altri di semafori con questo sistema. Sicuramente all’incrocio tra via Marinelli e corso Umberto, pericolosissimo, e un paio in via Vestina, dove in auto si tende a correre».