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Data: 21/02/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Politica in fibrillazione - Pd verso la scissione soltanto Sclocco tentata dall'addio

PESCARA Poca voglia di salti nel buio, poca voglia di tornare indietro nel Pd abruzzese. E c'è anche chi, tra gli ex Margherita, ricorda sornione che Nuova sinistra, il partito che Massimo D'Alema vorrebbe fondare dopo lo strappo con Matteo Renzi, era una corrente della Dc che faceva capo al parlamentare Fiorentino Sullo. Oggi di scissione non vuol sentire parlare quasi nessuno. In Regione l'unica che verrebbe data in partenza verso la nuova cosa di Bersani e D'Alema è l'assessore alle Politiche sociali, Marinella Sclocco. Non si è ancora espresso Donato Di Matteo, ma anche l'assessore ai Lavori pubblici della giunta D'Alfonso potrebbe essere tentato dallo strappo. Gli altri, anche chi non è proprio appiattito sulle posizioni renziane, si tengono lontani dall'avventura di aderire a un nuovo partito della sinistra. È il caso dell'assessore regionale alla Sanità, Silvio Paolucci che pur muovendosi nell'area critica del ministro Orlando, manda un messaggio chiaro: «Spero tanto che si crei uno spazio autonomo nel partito ma che non riproponga il dualismo Ds-Margherita. Questa è una cosa che io ho superato dieci anni fa». Dalle ultime notizie rimbalzate dalla capitale sembra appunto che l'area Orlando si stia riorganizzando per garantire l'appoggio a Renzi.
Stesso discorso per Camillo D'Alessandro, coordinatore della maggioranza in consiglio regionale e vicinissimo alla corrente di Emiliano: «Se Emiliano sfida Renzi dentro il partito è un conto, altrimenti non credo che in Abruzzo lo seguirebbero in tanti in caso di scissione». Una posizione che al momento sarebbe anche quella del deputato pescarese Antonio Castricone, anche lui molto vicino al governatore della Puglia ma poco tentato dalla scissione. Poi c'è tutta l'area dem che in Abruzzo faceva capo prima a Marini, poi a Franceschini e anche qui non c'è nessuna tentazione di ricreare il vecchio schema Ds-Margherita fuori dalla cornice del Pd. Gli altri, con in testa il governatore D'Alfonso, sono (più o meno apertamente) schierati con Renzi.
FERMENTI AQUILANI
E c'è grande attenzione anche su ciò che potrebbe accadere nelle varie amministrazioni locali, con lo sguardo puntato soprattutto sull'Aquila, già in campagna elettorale per le amministrative, dove la galassia Pd appare la più complessa. La scissione potrebbe tentare l'area civatiana che aveva dato vita al gruppo Possibile, i cui esponenti di spicco sono Paolo della Ventura e Piergiorgio Leocata. Fabio Ranieri e Carlo Benedetti, pur avendo sostenuto il no, sono ancora in casa dem. C'è poi la corrente di Cuperlo, critica ma non tentata allo strappo, a cui sono molto vicini il sindaco Massimo Cialente e l'assessore Piero Di Stefano. Tra i renziani, la senatrice Stefania Pezzopane, il candidato sindaco Americo Di Benedetto e, con tutta probabilità, il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, anche lui candidato a sindaco, che non ha però espresso la sua indicazione di voto al referendum.
GLI ALTRI COMUNI
Al Comune di Pescara il più vicino all'area Bersani-D'Alema è il consigliere Carlo Gaspari, storico esponente della sinistra cittadina. Piero Giampietro si muove nell'area Rossi, ma nessuno ha ancora pronunciato la parola scissione. Il grosso degli altri amministratori e consiglieri comunali continua a gravitare nell'orbita dell'ex premier. Dicono no alla scissione anche i 7 consiglieri comunali del Partito democratico che siedono sui banchi del consiglio comunale di Chieti. Una evenienza che la capogruppo e segretaria provinciale del Pd, Chiara Zappalorto allontana così: «Questo non ci sembra un percorso lineare, il nostro riferimento è il Pd. Eventualmente potremmo dividerci nella scelta dei candidati al congresso, ma al momento non sappiamo come andranno le cose. L'idea di una scissione non ci è mai balenata per la mente». Sulla stessa lunghezza d'onda anche i consiglieri Filippo Di Giovanni, Alessio Di Iorio, Luigi Febo, Pietro Ferrara, Teresa Giammarino, Alessandro Marzoli, Renata Sablone. Molto attendismo anche a Teramo, dove il capogruppo del Pd in consiglio comunale, Gianguido D'Alberto, di area bersaniana, attende gli sviluppi della direzione nazionale prima di pronunciarsi. Altrettanto cauto il segretario dell'Unione comunale, Maurizio Angelotti: «So che molti stanno riflettendo, ma credo che la stragrande maggioranza resterà nel Pd. Io lo farò»

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