ROMA Bombe carta che esplodono davanti al Parlamento, cori di protesta che si intrecciano all’ inno nazionale e ai saluti romani, cariche e scontri in una giornata ad altissima tensione in cui i tassisti arrivati da tutta Italia sono tornati a manifestare a Roma contro il decreto Milleproroghe, con una contestazione che si è saldata a quella degli ambulanti in lotta contro la direttiva Bolkestein. Il bilancio del sesto giorno consecutivo di blocco del servizio taxi a Roma è pesante, con quattro persone fermate dopo gli incidenti scoppiati davanti alla sede del Partito democratico, due dei quali appartengono alla destra di Forza Nuova. Una terza persona viene bloccata durante i tafferugli, “armata” di tirapugni. Forza Nuova denuncia che si tratta di un esponente delle forze dell’ordine, la questura replica che l’uomo, immortalato in una foto che diventa virale sul web, è stato identificato ed è un ex militante di estrema destra. Quattro agenti e tre manifestanti restano feriti. Mentre la battaglia contro la sospensione di un anno delle misure che regolamentano il servizio di Ncc e Uber infiamma anche le piazze di Milano e Torino, il sindaco di Roma Virginia Raggi e il leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo si schierano al fianco dei tassisti, che la prima cittadina incontra in mattinata in piazza Venezia per poi unirsi a loro nel presidio di Montecitorio. È dentro il Parlamento che si decide il destino della protesta: i manifestanti chiedono infatti il ritiro dell’emendamento contenuto nel decreto Milleproroghe passato in Senato la scorsa settimana e da ieri in discussione alla Camera, a prima firma della senatrice Pd Linda Lanzillotta, la norma che sospende le disposizioni che regolamentano il servizio di noleggio con conducente e autisti legati alla app di Uber. «Basta riforme calate dall’alto, siamo al fianco dei tassisti» twitta il sindaco prima di unirsi al sit-in. L’emendamento, sottolinea, danneggerebbe il trasporto pubblico “non in linea” perché «porterebbe a una vera e propria liberalizzazione degli Ncc, non più vincolati al rispetto della territorialità». Il blog di Grillo parla di «porcata del Pd contro i tassisti» e annuncia battaglia contro l’emendamento che lascia «tassisti ed Ncc operare in una incertezza normativa inquietante». Ma la protesta che precipita in violenza e la caccia ai “nemici” (come accade in via Piave dove l’auto di un Ncc viene inseguita e bersagliata con arance) costringe Raggi, poco dopo, a prendere le distanze e a chiedere rispetto per chi, nonostante lo sciopero, sceglie di lavorare: «Usare la forza è inaccettabile. Ferma condanna di chi ricorre alla violenza». Alla sesta bomba carta la presidente della Camera Laura Boldrini chiama il questore Guido Marino. Una delle esplosioni manda in frantumi una delle finestre circolari del settecentesco palazzo Macchi di Cellere, constringendo i vigili del fuoco a transennare la zona. In tutta l’area attorno a piazza Colonna le strade sono in tilt, ma i momenti più drammatici si registrano davanti alla sede del Partito democratico, in via Sant’Andrea delle Fratte, dov’è in corso la direzione più difficile nella vita del partito dopo la scissione e dove un gruppo di manifestanti che si stacca dalla manifestazione principale si spinge a protestare. La zona è presidiata dalle forze dell’ordine in assetto anti-sommossa, i manifestanti fronteggiano gli agenti che cercano di allontanarli dall’ingresso della sede dem. Per la questura si tratta di «facinorosi» che si sono infiltrati. Volano parole pesanti, «schiavi», «a morte». L’inno nazionale viene accompagnato dal saluto romano, vengono lanciati oggetti in direzione degli agenti che caricano, segue un nuovo lancio di oggetti e bottiglie. Quindi la folla si disperde, e nella fuga rovescia vasi, tavoli e sedie di alcuni locali davanti ai turisti impauriti. A centinaia quindi si spostano davanti al ministero dei Trasporti, a Porta Pia, dove il ministro Graziano Delrio incontra i rappresentanti di categoria e anche qui il clima è infuocato, tra fumogeni e bombe carta: «Venduti, venduti» urlano contro i rappresentanti di sigle come Unica Cgil e Uritax che nei giorno scorsi avevano invitato a evitare scioperi selvaggi. Un appello inutile. E oggi nella Capitale la situazione sarà critica per lo sciopero di 4 ore bus e metro.
Delrio: decreto su Ncc in un mese
La proposta del governo ai rappresentanti della categoria: «Ma no a violenze»
ROMA La soluzione sembra a portata di mano. Dopo una giornata di scontri, mentre i tassisti assediano il ministero dei Trasporti, il ministro Graziano Delrio propone la mediazione: un decreto ministeriale che «entro 30 giorni» regoli gli Ncc e superi di fatto il contenuto dell’emendamento al decreto a firma di Linda Lanzillotta che ha scatenato la protesta. La proposta di Delrio, che un rappresentante dei manifestanti legge alla piazza, arriva nella tarda serata di ieri dopo una riunione fiume al ministero dei Trasporti con i rappresentanti delle auto bianche. «Sono stati condivisi da tutte e 21 le associazioni presenti che riuniscono i tassisti 4 punti, di cui il primo è la sospensione immediata di ogni forma di protesta e la ripresa del servizio da domani oggi, ndr), io spero anche da stasera» afferma il viceministro Riccardo Nencini. Il secondo punto - prosegue - dice che la legge qyadro 21 del '92 è perfettamente in vigore; il terzo indica che da subito inizia il lavoro, da concludersi entro un mese, sia coi rappresentanti dei taxi che con gli Ncc per un decreto interministeriale per la lotta all'abusivismo». Il quarto punto riguarda un decreto legislativo che dovrà riordinare la materia. All’esterno i tassisti assediano il ministero di Porta Pia con fumogeni e bombe carta, decisi a contrastare con le buone o con le cattive l’emendamento che rimanda a fine anno la stretta sui noleggi con conducente come quelli dell’app Uber Black. «Si lavora insieme se non ci sono violenza e minacce» avverte però Delrio prima dell’incontro, nel tentativo di calmare gli animi dopo gli scontri tra manifestanti e polizia nella mattinata. Ma la riunione inizia in un clima teso. Alcuni manifestanti chiedono di accreditare altre sigle locali oltre alla ventina di organizzazioni già previste al tavolo dai sindacati alle associazioni di categoria. La richiesta viene accordata e l’incontro entra nel vivo alla presenza, oltre che del ministro Delrio, del viceministro Nencini e della sottosegretaria Simona Vicari. La richiesta dei tassisti è l’eliminazione dal decreto Milleproroghe dell’emendamento che vede come prima firmataria la senatrice Linda Lanzillotta (Pd) e prevede una proroga al 31 dicembre 2017 del termine per l’emanazione del decreto del Ministero delle infrastrutture contro l’esercizio abusivo del servizio taxi e del servizio di noleggio con conducente. Se l’emendamento viene stralciato, viene annunciato, il Movimento 5 Stelle è pronto a votare sì al decreto Milleproroghe. Ma la scelta è diversa, e parte il conto alla rovescia dei 30 giorni.