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Data: 23/02/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Benvenuti a Villa delle Rose il polmone tossico di Lanciano. Il sindaco Pupillo: il progetto è tutto dei nostri tecnici, ora c’è la procedura per la selezione delle ditte. Il parco è in stato di degrado. Un intervento finanziato da Comune e Regione vuole rimetterlo in sesto

LANCIANO Dovrebbe essere il polmone verde della città ma da anni è sinonimo di degrado e abbandono. E' Villa delle Rose, il parco al centro del quarto filone dell'Inchiesta Appalti, avviata dalla procura dell'Aquila che coinvolge gli assessori regionali Paolucci, Sclocco e Pepe. Un parco rifugio per senzatetto e nascondiglio per tossici. Ma anche con piccole oasi di felicità nel campo da calcio in erba sintetica che si anima ogni pomeriggio e nell'area che guarda verso il parco giochi. Appena si mette piede nella struttura le scarpe affondano nella sabbia. Quella che cinge l'intero parco perché è l'anello dove un tempo correvano i cavalli. L'ex ippodromo è stato cancellato dai calendari dell'Unire ormai dal 2004. La sabbia racchiude al suo interno un'immensa area verde. Un prato di margherite e cespugli sotto i quali spuntano bottiglie di vetro e immondizia. È la zona dove scorrazzano liberi i cani. Anche quelli di grossa taglia, senza guinzaglio e senza museruola. Con buona pace dei bambini che si fermano il più delle volte alla pista di pattinaggio. O a quel che resta: ci sono buche, la pavimentazione è sconnessa. Non è il massimo per pattinare. Infatti molti bambini improvvisano delle porte con delle pietre e ci giocano a calcio. E se hanno sete da un paio di mesi non possono bere perché è stata rubata la fontanella in ghisa. Vicino alla pista c'è anche una piccola rampa per gli skate. E più in là il campo in erba sintetica: l'Esposito. Qui la parte più viva di Villa delle rose con il vociare dei ragazzini delle varie scuole calcio, e le partite. Solo che bisogna stringere i denti e restare in piedi a guardarle. Già perché le tribune sono rotte. E i gradoni? Sono chiusi, non sono agibili dal 2012. Sono in frantumi ed è per questo che il Comune ha deciso di intervenire con i lavori di demolizione e rifacimento, da 300.000 euro, il cui appalto scadrà il 28 febbraio. Sui gradoni incontriamo il sindaco Mario Pupillo. «Faccio una ricognizione» scherza il sindaco «bisogna intervenire», aggiunge serio spostando una pietra. «Il progetto è stato fatto dai nostri tecnici dei Lavori Pubblici per evitare problemi (ingegnere Stefano Rastelli, progettista; architetto Aldo Carosella, responsabile del procedimento; istruttore tecnico Lucio Gallucci, disegnatore; geometra Paolo Spoltore, responsabile della sicurezza; architetto Alessandro Sciarretta, ndc). Nessun affidamento esterno. Ora c'è la procedura negoziata e sono già arrivate 200 domande. Sorteggeremo 20 ditte. Siamo tranquillissimi». Gli occhi poi vanno sulle vecchie casette delle scommesse. Imbrattate e d'estate rifugio di tossici. «Saranno abbattute», chiude Pupillo. Poi inizia la zona d'ombra. Quella delle stalle dei cavalli e dei box della vergogna. Lì dove nel 2005 ci fu uno stupro di gruppo su una 14enne che sconvolse la città. E dove oggi tra rifiuti di ogni genere, sporcizia, materassi abbandonati, ferraglia, bottiglie di plastica, rifiuti, degrado trovano spesso rifiugio i senza tetto. C'è chi da anni, a più riprese, vi vive. Si è creato un giaciglio sotto le coperture, in eternit. Qualcuno si sposta, evitando bottiglie di vetro rotte, spuntoni di ferro, anche nella sala Ced dove ci sono alcuni monitor, delle sedie. «Quella è zona di vandali o di tossici» precisa il pugile Andrea Di Monte che ha la palestra sul lato dei box che sono divisi dalle case dalla ferrovia. E che spesso è costretto a pulire per dare un po' di decoro alla zona. «Purtroppo da qui vedo di tutto», dice Di Monte «perché il recinto non esiste e di notte passano dai ragazzini, ai tossici, alle coppiette. I senza tetto? Vanno e vengono». Ed è stato Di Monte a chiamare i vigili del fuoco il 14 novembre scorso quando dei vandali hanno dato fuoco alle stalle. Un incendio domato subito che non ha avuto gravi conseguenze, anche perché il senza tetto che ci viveva era alla mensa dei poveri. Ora a chiudere il cancello delle stalle c'è un lucchetto nuovo di zecca. Chissà quanto tempo resisterà.

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