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Data: 23/02/2017
Testata giornalistica: Mapero'
Inchiesta continua di Lilli Mandara

Ogni giorno nuovi filoni investigativi e nuovi avvisi di garanzia:
si allarga sempre più l’inchiesta della procura della Repubblica dell’Aquila su una serie di appalti gestiti dalla Regione Abruzzo che vede finora 27 indagati, tra cui funzionari regionali, professionisti esterni, imprenditori, il presidente della Giunta, Luciano D’Alfonso e il suo braccio destro Claudio Ruffini.

E c’è un nome nuovo finito nel registro degli indagati nell’appalto da 13 milioni di euro per la ricostruzione di palazzo Centi, sede della giunta regionale all’Aquila seriamente danneggiato dal sisma del 6 aprile 2009, nel quale secondo la procura, pubblici ufficiali avrebbero favorito alcune imprese: si tratta del dirigente regionale del genio civile Carlo Giovani, dell’Aquila, (assolto per il crollo della casa dello studente nel terremoto del 6 aprile 2009), accusato di turbativa d’asta nel suo ruolo di componente della commissione amministrativa. I fatti contestati risalgono al 27 maggio 2015, giorno di pubblicazione della gara di appalto su palazzo Centi, procedimento segnato da ritardi e caratterizzato da cambi di commissari di gara.

Secondo l’Ansa, ieri i carabinieri del Noe hanno notificato una proroga delle indagini a lui e ai due componenti della commissione di gara, i funzionari Roberto Guetti e Silverio Salvi, nomi usciti pubblicamente nei giorni scorsi perché hanno subito perquisizioni.

Il primo dei due nuovi filoni si riferisce ad una vicenda legata ad un contributo pubblico chiesto e ottenuto a Giulianova per una iniziativa immobiliare. Per questo, secondo l’accusa, ci sarebbero state sollecitazioni nei confronti di alti rappresentanti della Regione Abruzzo, per spingere sulla Sovrintendenza: sono indagati per corruzione aggravata in concorso con altri per un atto contrario ai doveri d’ufficio Giovanni Mosca, ingegnere, e Roberta Caralla, imprenditrice, proprietaria di un ristorante a Giulianova. Non sono stati ancora notificati avvisi di garanzia a pubblici ufficiali. I fatti risalgono al luglio del 2015 a Giulianova. Nel secondo è indagato il noto imprenditore teramano Sabatino Cantagalli, per una vicenda risalente al 2006 a Teramo: in quel periodo Cantagalli era impegnato nella realizzazione del nuovo stadio di Teramo e del vicino centro commerciale Gran Sasso.

E soltanto ieri un altro terremoto si era abbattuto sulla giunta regionale per l’appalto del parco Villa delle Rose di Lanciano: in questo filone sono dieci gli indagati fino a questo momento, e dentro ci sono finiti gli assessori regionali Dino Pepe, Marinella Sclocco e Silvio Paolucci, insieme al segretario di giunta Fabrizio Bernardini, accusati di falso ideologico perchè secondo la procura dell’Aquila, nel giorno in cui fu approvata la delibera del bando, avrebbero attestato la presenza in giunta del presidente della Regione Luciano D’Alfonso e dell’assessore Donato Di Matteo, che invece non c’erano. Un aspetto poco chiaro, questo: nella delibera ci sono le firme di tutti e gli unici assenti risultano Lolli e Gerosolimo. Per verificare come siano andate davvero le cose, bisognerebbe controllare i brogliacci di quella seduta del 3 giugno scorso, forse finita nel materiale sotto sequestro insieme all’originale dell’atto.

Un altro particolare che la procura dovrà verificare è come mai quella delibera venne pubblicata addirittura un mese dopo la sua approvazione e come mai non prevedesse alcun impegno di spesa o accertamento di entrata, quando la Regione si era impegnata a stanziare un milione e 200 mila euro.

In questo filone d’inchiesta, mancano all’appello ancora i nomi degli altri sei indagati. All’interno del Palazzo della Regione, fino a questo momento, gli indagati sono sei: il presidente della Regione Luciano D’Alfonso, i suoi fedelissimi Claudio Ruffini (che ha subito la perquisizione della sua casa di Giulianova) e Fabrizio Bernardini, oltre agli assessori Dino Pepe, Silvio Paolucci e Marinella Sclocco.
ps: ma i rumors dicono che c’è dell’altro, in arrivo nei prossimi giorni. L’appalto di Palazzo Centi, da qui è partito tutto.

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