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Pescara, 25/11/2024
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23/02/2017
Il Centro
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Arriva l’ammonizione dall’Ue «L’Italia rischia tre infrazioni entro aprile serve la manovra». La Commissione chiede correzione dei conti per 3,4 miliardi, rinviate eventuali sanzioni. Giudizi duri: «Squilibri eccessivi, rallentate le riforme». Padoan: dobbiamo fare di più |
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ROMA Il cartellino è giallo, ma la sanzione minacciata è ben oltre quella dell’ammonizione. L’Italia è di fatto a rischio apertura di tre procedure da parte di Bruxelles: non solo per il deficit sui conti del 2017, ma anche su quelli del 2016 e per gli squilibri macroeconomici eccessivi. Il primo e più evidente rischio è quello di una procedura per deficit eccessivo, che potrebbe scattare a maggio, in base ai conti del 2017. Unico modo per evitarla, le misure per lo 0,2% del Pil che devono essere approvate e comunicate entro aprile. Il secondo, come si evince dal rapporto sul debito, è sui conti del 2016, su cui potrebbe essere aperta una procedura ex post se per esempio gli investimenti pubblici si rivelassero inferiori al previsto. Terza possibile procedura, quella per squilibri macroeconomici eccessivi, come ha avvertito il vicepresidente Valdis Dombrovskis, se il piano nazionale di riforme, che sarà valutato a maggio, non sarà convincente. «Già a partire da oggi ci sarebbe da aprire una procedura per debito eccessivo, ma torneremo sulla questione ad aprile, dopo aver verificato il rispetto degli impegni presi». Siamo stati inseriti in una sestina con Bulgaria, Francia, Croazia, Portogallo e Cipro tra i Paesi con “squilibri economici eccessivi” ma insieme a Parigi siamo quelli considerati più a rischio, mentre per la Germania, per il secondo anno consecutivo, la Commissione ha deciso un monitoraggio specifico per i suoi squilibri economici, in particolare l'elevato surplus delle partite correnti, nonostante non si tratti di squilibri “eccessivi” per l’esecutivo comunitario. «Ho incontrato Padoan lunedì sera, ritengo che l’Italia potrà rispettare le regole e che lo sforzo di bilancio possa essere realizzato in tempo» ha spiegato il commissario Pierre Moscovici, responsabile per gli Affari economici e finanziari. «Continuiamo il dialogo con le autorità italiane. Con il dialogo cerchiamo di fare in modo che gli squilibri si riassorbano - ha aggiunto Moscovici. - Il nostro obiettivo è condurre la nave in porto. Il rapporto riconosce le riforme compiute e alcuni segnali come l’occupazione in crescita». Via Twitter la risposta del titolare del Mef: «La commissione europea apprezza l’ampiezza delle riforme avviate e realizzate dai governi italiani in questi anni», ribadendo che «gli effetti delle riforme si vedono: la crescita è tornata, l’occupazione aumenta, il credito funziona meglio. Ma dobbiamo fare di più». Sul debito, conclude Padoan: «Finalmente è stabilizzato ma è interesse nazionale ridurlo con un aggiustamento contenuto del percorso di consolidamento». L’Ue nella sua relazione conferma la stabilizzazione del debito: «Il disavanzo nominale dovrebbe continuare a diminuire nel 2017 all’1,5% del Pil, mentre il rapporto debito/Pil dovrebbe diminuire solo leggermente, attestandosi al 132,4% nel 2016 e al 130,6% nel 2017». Tutto è reso più complesso da «una crescita più fiacca che nella zona euro nel complesso ed è esposta a rischi di revisione al ribasso, in particolare al rallentamento della crescita dei mercati emergenti e al persistere di un’inflazione bassa». Il mancato recupero della competitività ci espone maggiormente agli shock esterni, secondo Bruxelles. Infine le banche, dove «sono in corso importanti riforme, ma persistono sacche di vulnerabilità: Atlante ed il fondo pubblico di garanzia dovrebbero contribuire a ridurre nel tempo il consistente stock e migliorare la capacità delle banche italiane di sostenere l’economia» ma sui crediti non performanti si va verso un piano europeo, come ha concluso Dombrovskis.
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