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Pescara, 24/07/2024
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Data: 24/02/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Il decreto Milleproroghe diventa legge. Sarà eliminata la norma anti-Flixbus

È arrivato ieri il via libera definitivo del parlamento al decreto legge Milleproroghe: la Camera ha approvato il provvedimento con 249 sì, 147 no e 3 astenuti. Oltre alla misura che ha scatenato la protesta dei tassisti, un’altra decisione contenuta nel decreto ha suscitato polemiche. È quella relativa ai viaggi interregionali low cost in corriera. In pratica è stata prorogata al 31 gennaio 2018 l’emanazione del decreto ministeriale per il Piano strategico nazionale della mobilità sostenibile. Un duro colpo per le società come Flixbus (foto) che propongono tratte in tutta Italia a prezzi molto vantaggiosi. Dopo le proteste, però, il governo, come nel caso dei tassisti, ha deciso di rivedere in tempi brevi la normativa. «Siamo stati di fronte ad un attacco molto grave, una norma anti Flixbus portata avanti dai poteri forti e dalle lobby che cercano di fermare l’innovazione», spiega Andrea Incondi, managing director di Flixbus Italia. Quella norma mette infatti a rischio il servizio di questa start up di autobus a lunga percorrenza che è stata fondata in Germania nel 2011 e in Italia, dove opera dal luglio 2015, raggiunge 120 città (collegandole con 1.000 destinazioni europee) conta 3 milioni di passeggeri, 150 autobus in giro per il Paese, 50 aziende italiane di bus partner, e un indotto di 7-10 persone per autobus che ha generato circa 1.000 posti di lavoro. L’emendamento anti Flixbus agisce «sul nostro modello di business, basato sulla collaborazione tra Flixbus, da una parte, che si occupa di tratte, piattaforma di vendita, gestione della App, customer care e servizio, e dall’altra una rete di aziende di autobus diffuse sul territorio che svolgono il servizio: un modello legale in tutta Europa - puntualizza Incondi - ma quell’emendamento interviene a livello legislativo incidendo sul processo per l’ottenimento delle licenze, con il rischio di non poter più operare in Italia. «L’approvazione di tre ordini del giorno, con parere favorevole del governo, impegna il governo stesso a risolvere il problema. Noi siamo fiduciosi» conclude.

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