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Data: 24/02/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Lavoro, diminuiti i nuovi posti stabili torna a crescere l'esercito dei precari

ROMA I numeri in assoluto sembrano buoni: nel 2016 il saldo tra assunzioni e cessazioni è positivo per 340.000 unità. Che aggiunto ai 628.000 contratti creati nel 2015, portano il primo biennio targato Jobs act a sfiorare il mitico milione di posti di lavoro in più. Un bel passo in avanti rispetto al biennio precedente, quando i saldi erano stati sempre negativi. Ma guardando bene dentro questi numeri, si scopre che in realtà il nuovo trend è preoccupante: dopo il boom di contratti a tempo indeterminato del 2015 (drogato dallo sconto totale sui contributi), nel 2016 a farla da padrone sono state le assunzioni a termine. Insomma, con il taglio delle agevolazioni (la decontribuzione è passata dal 100% per tre anni al 40% per due anni), si è nuovamente ingrossato l'esercito dei precari. I contratti stabili sono, invece, crollati: -37,6% rispetto al 2015. È questo il dato più eclatante dell'ultimo rapporto dell'Osservatorio Inps sul precariato. Dato che di fatto smentisce la tesi governativa - sostenuta ancora ieri dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti - del miglioramento qualitativo del mercato del lavoro per effetto del Jobs act, e fanno gridare allo spreco di soldi pubblici (i miliardi erogati per l'esonero contributivo) l'opposizione.

I SALDI C'è poco da meravigliarsi: con la ripresa debole e l'incerto quadro geopolitico europeo - tra Brexit, migranti e terrorismo islamico- le aziende non hanno voglia di buttare il cuore oltre l'ostacolo nei loro programmi di assunzioni. Ma quello che sorprende (e fa pensare) è che sono state ancora più caute rispetto al 2014, quando gli incentivi non c'erano e la ripresa nemmeno. Le assunzioni stabili nel 2016, nonostante la decontribuzione ancora in piedi seppur in forma ridotta, si sono fermate a 1 milione e 264.000, un livello inferiore anche al 2014 (1 milione e 271.000). Nel frattempo sono usciti dal circuito - per pensionamenti, esuberi, licenziamenti, dimissioni - 1,642 milioni di lavoratori con contratti a tempo indeterminato. Comprendendo anche le stabilizzazioni (378.805) e gli apprendisti (81.305), il saldo è davvero risicato: appena 82.000 contratti in più, un numero lontano anni luce (-91%) rispetto ai +934.000 del 2015. Andamento inverso per i contratti a termine: nel 2016 sono stati 3.737.000 (+8% sul 2015, +11% sul 2014). Complessivamente le assunzioni nel 2016, compresi apprendisti e stabilizzati, sono state 5.804.000: 464.000 in meno rispetto 2015 (-7,4%).
Un dato positivo arriva dai voucher che a gennaio hanno frenato la loro corsa: ne sono stati venduti 8,9 milioni, solo il 3,9% in più rispetto allo stesso mese del 2016. Potrebbe essere - dice l'Inps - l'effetto della nuova stretta (entrata in vigore a ottobre 2016) con l'obbligo della comunicazione preventiva. La pensa così anche Poletti che infatti esulta. Infine, la cassa integrazione: le ore autorizzate a gennaio sono diminuite del 46,3% rispetto allo stesso mese del 2016, del 19% su dicembre. Ma i sindacati hanno forti dubbi che sia un dato positivo: potrebbe dipendere - dicono - delle novità restrittive e costose delle ultime riforme sugli ammortizzatori sociali.

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