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Pescara, 24/07/2024
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Data: 24/02/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Il commissario Aric all’esame di Cantone. Esposto del M5S contro la nomina firmata dal governatore D’Alfonso. La replica della Regione: «Tutto in regola». Si muove la Corte dei conti

ROMA La nomina del commissario straordinario dell’Agenzia regionale di informatica e committenza (Aric) è finita sotto la lente dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac). Che, proprio in queste ore, si sta occupando dell’esposto presentato dal consigliere del Movimento 5 Stelle, Domenico Pettinari, indirizzato anche alla Procura regionale della Corte dei conti. Da dove è già partita una richiesta di spiegazioni alla Regione. La nomina in questione è quella di Paolo Menduni, disposta per decreto dal presidente della giunta regionale, Luciano D’Alfonso, il 3 novembre del 2016. E sulla quale, ora, la pattuglia pentastellata di Palazzo dell’Emiciclo vuole vederci chiaro. Portando il caso all’attenzione non solo della magistratura contabile ma, addirittura, dell’Authority guidata da Raffaele Cantone. Ruoli sovrapposti. Ma su cosa si basa l’esposto firmato da Pettinari e finito anche sui tavoli romani? Secondo il consigliere del M5S, il governatore D’Alfonso avrebbe «di fatto nominato un commissario straordinario per la gestione ordinaria e straordinaria dell’Agenzia (l’Aric, ndr) e l’adeguamento dell’articolazione e della struttura organizzativa e funzionale della stessa». Il tutto, si legge nell’esposto, «in contrapposizione e sovrapposizione, con la figura in carica del direttore dell’Agenzia e, parrebbe, in mancanza dei presupposti previsti dalla legislazione regionale». Ma non è tutto. Il decreto di nomina, spedito anche a Cantone, che Il Centro ha potuto visionare, prevede che «il trattamento economico spettante al commissario per lo svolgimento dell’incarico» sia stabilito «in ossequio a quanto previsto dalle normative nazionale e regionale in vigore». Una previsione, però, che, stando all’esposto di Pettinari, contrasterebbe proprio con la legge (la 296 del 2006, comma 457) sulle centrali d’acquisto, come appunto l’Aric. In particolare, sottolinea ancora il consigliere del M5S, con la norma che impone che, dalla sua attuazione, non debbano derivare «nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica». Ma, dal momento che il compenso del commissario straordinario - che come previsto dal decreto di nomina «graverà sul bilancio dell’Aric» - «va a sommarsi a quello dell’attuale direttore dell’Agenzia», Pettinari chiede di accertare la sussistenza di «profili degni di approfondimento giudiziario». Legittime delucidazioni. Al 75enne Menduni, il decreto di D’Alfonso ha affidato «il compito di provvedere alla gestione ordinaria e straordinaria» dell’Aric. Per «il periodo necessario alla riorganizzazione strutturale e funzionale dell’Agenzia e fino alla piena operatività della stessa». Scopo dell’Agenzia è quello di «promuovere un sistema regionale di negoziazione per il contenimento e la razionalizzazione della spesa per l’approvvigionamento di beni e servizi da parte di enti ed organismi regionali». Comprese le relative associazioni e consorzi. E persino delle aziende del Servizio sanitario regionale. Con la possibilità di aderirvi anche per gli enti locali e i loro organismi. Insomma, un’Agenzia strategica, con impatto sull’attività di altri enti. E adesso? Aspettando le decisioni dell’Anac si è mossa, come detto, la Corte dei Conti. Con decreto del 16 febbraio, il procuratore regionale Maurizio Stanco ha disposto che, entro venti giorni, «la Regione Abruzzo provveda a fornire delucidazioni sulla legittimità della spesa derivante» dalla nomina di Menduni all’Aric. «Non rinvenendosi», nella normativa vigente, «i presupposti legittimanti la nomina di un commissario straordinario in aggiunta al direttore generale e alle funzioni assegnategli» dalle leggi regionali. Tutto in regola. E dalla Regione? «Di fronte ad un esposto, la Corte dei conti è obbligata a chiedere delucidazioni», spiega al Centro il capo di gabinetto della giunta, Fabrizio Bernardini. Che riguardo alla vicenda della nomina di Menduni chiarisce: «La legge regionale ha disposto la creazione della Centrale unica di committenza regionale presso l’Arit (l’Agenzia regionale per l’Informatica e la telematica, ndr) - aggiunge -. C’è stato quindi un ampliamento delle competenze (soggetto aggregatore, centrale unica di committenza e stazione unica appaltante) che hanno reso necessaria la nomina di un commissario». Il cui compenso, spiega ancora Bernardini, è solo eventuale. «Premesso che ad oggi Paolo Menduni non ha percepito alcun compenso neppure a titolo di rimborso essendosi reso disponibile a svolgere l’incarico a titolo gratuito - prosegue - il riferimento del decreto di nomina al trattamento economico ad esso spettante è connesso soltanto alla eventuale presenza di norme che impongano di retribuirlo». E riguardo alla contestata sovrapposizione con il direttore generale dell’Arit? «Nessuna sovrapposizione - conclude Bernardini -. Il direttore generale dell’Arit continuerà ad assolvere i suoi compiti, mentre al commissario straordinario è demandata la costruzione dell’Aric in funzione delle nuove ed aggiuntive competenze previste».

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