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Pescara, 25/11/2024
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25/02/2017
Il Centro
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Nuovo cratere, frane e strade. Così cambia la conta dei danni. D’Alfonso a sindaci, cittadini e associazioni: «Collaborate e siate precisi». Già inseriti 873 interventi. Brucchi: «Regione a rilento, va aperto l’ufficio ricostruzione» |
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PESCARA «Adesso tocca a noi. E chiediamo collaborazione ai sindaci, ai cittadini colpiti dalle emergenze, alle associazioni di categoria. Con loro dobbiamo cogliere l’occasione che per la prima volta un governo dà esclusivamente a una regione. Disegnare un quadro preciso di tutti i danni, diretti, indiretti, del maltempo e del terremoto. Da parte mia, nel nuovo incarico di commissario delegato, farò in modo che non si verifichino forzature insostenibili». Dopo gli incontri di Roma con il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e con il commissario governativo per la ricostruzione Vasco Errani, il governatore dell’Abruzzo Luciano D’Alfonso passa alla fase successiva, la conta dei danni. E dà i tempi: 90 giorni a partire dalla pubblicazione (oggi?) sulla Gazzetta Ufficiale dell’ordinanza “ad hoc” , ed entro i quali tutte le caselle devono essere riempite. Sul patrimonio pubblico, quello privato e anche sulle attività economiche (turistiche) e commerciali. Oltre alle misure per gli interventi di soccorso e assistenza alla popolazione, per la gestione dell'emergenza maltempo. CABINA DI REGIA. Con D’Alfonso ci sono il vicepresidente della giunta, Giovanni Lolli, il sottosegretario Mario Mazzocca, l'assessore alle Politiche agricole, Dino Pepe, il presidente di Anci Abruzzo, Luciano Lapenna e il consigliere regionale Luciano Monticelli. Insieme ai primi tre, il neo commissario delegato costituisce la “cabina di regia” attraverso la quale passerà l’attività di ricognizione. Alla luce di una nuova stima: i danni per il maltempo incidono per il 65% sul totale dell’Italia centrale mentre quelli del sisma per il 10 %. L'ordinanza, nell'articolo dedicato alle disposizioni finanziarie, indica anche a quali risorse si attingerà per i risarcimenti e le procedure per i fabbisogni. «Da un primo rendiconto partiamo da 873 interventi da mettere all’opera e dalla stima di 144 milioni di euro di cui ho riferito alla Camera che però è destinata a crescere enormemente. Perché, ad esempio, solo la frana di Ponzano nel Teramano vale 20 milioni di euro», aggiunge il governatore. FRANE. Altra emergenza che si è aggiunta all’emergenza. E che riguarda oltre a Ponzano, la frazione di Castelnuovo di Campli (Teramo), le frazioni Casoli e Ferretti di Atri (Teramo), Castiglione Messer Raimondo e Bisenti (Teramo) e Castiglione Messer Marino (Chieti). Per D’Alfonso è un cataclisma da trattare con gli strumenti del terremoto di scala 7: «Frane di proporzioni mai conosciute. Non lasceremo soli i Comuni che hanno conosciuto il dramma degli sgomberi. Novanta giorni sono troppi? Faremo la nostra parte mettendo le mani nel nostro borsellino. Da subito. E attenzione: a Ponzano se non si lavora bene può nascere una nuova Rigopiano». NUOVO CRATERE. Quello della localizzazione (e della quantificazione) dei danni introduce un punto delicato ma determinante e quindi oggetto di polemiche: la definizione del perimetro del cratere, l’area geografica regionale colpita dal sisma più recente e nella quale sono racchiusi i comuni che hanno riportato danni più rilevanti e soggetti dunque alle misure straordinarie per l’emergenza. Il cratere attuale è composto da 14 comuni (vedere tabella in alto). A Gentiloni l’Abruzzo propone di allargarlo e di portarlo a 23 comuni. Sono i Comuni di Barete, Pizzoli e Cagnano Amiterno (in provincia dell’Aquila); Isola del Gran Sasso, Colledara, Pietracamela, Fano Adriano e Castel Castagna (in provincia di Teramo); Farindola (in provincia di Pescara). Questo in conseguenza di quanto è avvenuto dopo il sisma , con frane, slavine e smottamenti idrogeologici. Non ce l’hanno fatta a rientrare in questo elenco Penna Sant’Andrea e soprattutto Penne il cui “handicap” sarebbe stata la proporzione bassa tra numero di abitanti “danneggiati” sul totale della popolazione. Quante possibilità ha di essere approvato il nuovo cratere allargato? Il governatore sprizza ottimismo perché dice che è riuscito ad aprire un varco. STRADE E AZIENDE. Così come sarebbero aperti i varchi per un piano di investimenti «per rigenerare la viabilità stradale dopo frane e smottamenti», e per un piano per l'aiuto al settore agricolo e alle piccolissime imprese del commercio e del turismo nei piccoli comuni. A proposito di viabilità la Regione calcola che il 10 per cento del sistema viario ha bisogno di interventi. Non solo. D’Alfonso racconta di aver incassato il consenso per utilizzare 35 professionisti in aiuto dei Comuni che sono stati danneggiati dal terremoto: due unità in più per ogni Comune, due per la provincia di Teramo, una per la provincia di Pescara e una per quella dell'Aquila. «Negli interventi di somma urgenza abbiamo fatto intervenire gli esperti del Cnr», conclude D’Alfonso, «ad esempio a Campli apparentemente sembrano interessati dalle frane solo due isolati. In realtà il “mostro” è enorme».
Brucchi: «Regione a rilento, va aperto l’ufficio ricostruzione». Il sindaco invita ad accelerare: «Altri territori hanno già le loro strutture per il post sisma» Nominato il direttore, mancano sede e personale. E va chiarita la questione delle competenze
TERAMO «Accelerare». E' questa la parola d'ordine che il sindaco Maurizio Brucchi indica per l'entrata in funzione dell'ufficio territoriale per la ricostruzione. L'ufficializzazione della nomina a direttore di Marcello D'Alberto, responsabile dell'area tecnica del Comune di Pineto, offre lo spunto al primo cittadino per sollecitare la Regione. «Siamo in ritardo, altri territori hanno già costituito le loro strutture di riferimento per il post sisma», fa notare, «dobbiamo recuperare il tempo perso». Brucchi usa toni lontani dalla polemica, sottolinea la necessità di dare apporti costruttivi alla procedura avviata con il bando per la selezione del direttore, ma comunque spinge sull'acceleratore. «Attraverso l'ufficio territoriale passano le pratiche per la ricostruzione e quelle meno impegnative possono essere licenziate rapidamente», evidenzia, «facendo rientrare a casa una parte degli sfollati ed evitando di gravare sulle tasche del governo». LE COMPETENZE. C'è, però, anche una questione organizzativa fondamentale. L'ufficio regionale dovrà dividersi competenze e funzioni con le strutture analoghe aperte dalle singole amministrazioni comunali. «Abbiamo già predisposto il nostro sportello», evidenzia il sindaco, «ma se non si attiva l'altro, non possiamo partire con l'attività prevista». Brucchi ieri ne ha parlato con il capo di gabinetto della Regione Fabrizio Bernardini che gli ha annunciato la convocazione a breve di una sorta di conferenza dei servizi nella quale dirimere proprio la questione delle competenze. LA SEDE. Da risolvere restano, però, anche aspetti logistici. L'ufficio per la ricostruzione sarà collocato nell'ex Parco della scienza. Lo ha stabilito una convenzione sottoscritta dieci giorni fa in base alla quale il Comune fornirà gratuitamente quello spazio per sei anni facendosi carico delle utenze e la Regione si preoccuperà degli arredi e dell'allestimento, che lascerà sul posto una volta che lo sportello verrà disattivato. «L'intesa c'è già», fa notare il primo cittadino, «ma i lavori di sistemazione non sono ancora iniziati». Nel frattempo arrivano le pratiche per la sistemazione di edifici dichiarati inagibili da novembre in poi. Per il momento a raccoglierle sono il Comune e il Genio civile che però assolvono a funzioni di mero deposito. «Le pratiche devono essere lavorate dall'ufficio per la ricostruzione», insiste Brucchi, «e per questo è necessario attivarlo, creare il gruppo di lavoro e stabilire chi fa cosa». IL PERSONALE. Nell'ufficio, oltre al direttore, lavoreranno due vice e una ventina tra tecnici e impiegati. Alcuni saranno trasferiti dalla sede aquilana di Fossa, operativa già dal sisma del 2009, e attinti da una graduatoria apposita. Ai Comuni è riconosciuta la facoltà di mettere a disposizione proprio personale. «Vogliamo dare il nostro contributo e partecipare all'attività dell'ufficio», annuncia Brucchi, «ma prima dobbiamo capire come sarà strutturato e quale sarà la distribuzione delle competenze». La funzionaria del Comune di Teramo Coletta Puritani, che segue da tempo le pratiche del terremoto, è una delle candidate al ruolo di vicedirettore, ma la sua destinazione allo sportello nell'ex Parco della scienza dipenderà proprio da come verranno ripartite le funzioni con gli enti locali. CIANCIOTTA. In corsa per l'incarico di direttore c'era anche Stefano Cianciotta, giornalista, docente universitario e consulente, che pur essendo stato escluso oggi alle 11, nell'hotel Sporting, presenterà il proprio progetto. «Ricostruzione significa rigenerazione, non solo urbana, ma anche del tessuto sociale, economico, culturale e turistico», spiega, «e questo territorio, dopo aver perso troppe, tante occasioni di sviluppo, non può perdere questa ennesima possibilità di rilancio».
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