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Data: 27/02/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Renzi: «D'Alema dietro la scissione Elezioni nel 2018»

ROMA «Le elezioni sono previste nel 2018. Punto. Se Gentiloni vorrà votare prima lo deciderà lui». Matteo Renzi torna in tv a Che tempo che fa dopo la breve trasferta in California e si presenta come «un normale cittadino uscito da palazzo Chigi senza stipendio e indennità». «E' bello farsi chiamare Matteo», sostiene mentre Fabio Fazio continua a chiamarlo presidente. Rilassato, buonista ma non troppo, l'ex premier considera «il passato» i mille giorni di governo, anche se rivendica molte delle riforme fatte e ne elenca qualcuna.

CRISI Racconta del suo viaggio nella East Cost parlando in modo positiva della innovazione tecnologica e digitale che sta togliendo posti di lavoro come «un'occasione» che soprattutto i giovani devono saper cogliere. «Il discrimine oggi non è la preoccupazione perché l'innovazione produca una crisi occupazionale ma come la politica risponde», sostiene l'ex premier che poi torna sul lavoro di cittadinanza, proposta lanciata dall'ex segretario del Pd da queste colonne che ribalta la soluzione del reddito di cittadinanza proposto dal M5S. «Noi - aggiunge - dobbiamo trovare un paracadute per chi non ce la fa, per i più deboli, ma non possiamo dire reddito cittadinanza, che vuol dire tranquillo ci pensa papi che è lo Stato. L'Italia muore così. Io dico provaci, non ce la fai? Ti do una mano, ti faccio fare un corso di formazione».
Giovani ma anche tasse nella piattaforma congressuale che l'ex premier intende proporre al Lingotto a metà marzo. «Abbassare le tasse è un dovere. Lo abbiamo fatto piano, troppo piano ma abbiamo fatto un passettino». Un altro passo, forse più corposo degli 80 euro, Renzi lo annuncia quando dice che «stiamo lavorando al taglio dell'irpef per i prossimi cinque anni». Proposte e progetti utili per il congresso ma anche per la campagna elettorale che intende fare da segretario del Pd sempre con l'obiettivo di tornare a palazzo Chigi. Senza fretta e senza più la voglia di voler precipitare gli eventi che gli avversari interni ed esterni gli continuano ad addebitare. Ieri è stata la volta di Roberto Speranza che, intervistato su Sky dalla Latella ha sostenuto che «Gentiloni deve avere paura di Renzi», che ha «un atteggiamento ambiguo e non del tutto chiaro sul sostegno a questo governo, non di Speranza», che «non farà mancare il suo sostegno al governo Gentiloni». Immediata la replica del vicesegretario Lorenzo Guerini: «Arriverà un giorno in cui finalmente metteranno da parte l'odio personale e ci racconteranno che cosa pensano dell'Italia e non solo perché odiano Matteo Renzi. Attendiamo fiduciosi».

DISEGNO Seppur non direttamente anche Renzi replica ai continui affondi degli ex Pd parlando della scissione della sinistra ex Pci. «A me dispiace molto - sostiene - perché abbiamo fatto di tutto per evitare che chiunque se ne andasse ma abbiamo avuto l'impressione che fosse un disegno già scritto. Scritto, ideato e prodotto da Massimo D'Alema». Poi un invito che sa di sfida: «A D'Alema dico, non scappare, vieni, corri e vediamo chi ha più consenso e più voti». Tra i valori della sinistra che Renzi indica e che i fuoriusciti a suo parere non hanno c'è anche quello «di sapere accettare che all'interno del proprio schieramento qualcuno vince la competizione interna, anche se non viene dalla stessa storia dei capi di prima, ha tutto il diritto a poter fare il proprio lavoro». «Chi vince - sottolinea l'ex segrerio del Pd - non può avere dal giorno dopo quelli che gli fanno la guerra all'interno, che per tre anni e mezzo non hanno buttato giù il rospo».
Un ultimo passaggio Fazio lo dedica all'inchiesta Consip nella quale è coinvolto il padre di Renzi: «È già accaduto in passato e sta accadendo adesso - dice - Essendo stato un personaggio pubblico, quando c'è una vicenda del genere sto sempre dalla parte dei magistrati. Dopodiché conosco mio padre, so i suoi valori». «Ma nel momento in cui sei un personaggio pubblico - insiste Renzi - non puoi altro che dire, fiducia nei magistrati, sperando che facciano veloce», ma «non solo per mio padre, io penso alle tante persone che hanno diritto di avere processi certi».

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