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Pescara, 24/07/2024
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Data: 01/03/2017
Testata giornalistica: Il Centro
D’Alfonso: allargheremo l’area del cratere sismico. Il governatore: vanno considerati i problemi intervenuti dopo il 18 gennaio «La marcia dei sindaci? I problemi vanno affrontati senza animosità. Questa è una regione che da 8 anni conosce ripetutamente la prova del dolore»

PESCARA Presidente Luciano D’Alfonso, domani molti sindaci del Teramano e qualcuno del Chietino e del Pescarese saranno a Roma per manifestare contro il decreto terremoto. Sostengono di non aver avuto la giusta attenzione. Lei che cosa pensa? «Noi abbiamo come Abruzzo il 10 per cento dei danni da terremoto e il 65% dei danni da maltempo. Su questi due fronti abbiamo già 14 comuni nell’area del cratere e una ordinanza ad hoc per i danni diretti da maltempo al patrimonio pubblico, a quello privato e alle attività economico commerciali. Ho in corso ulteriori attività per ottenere un’evoluzione del cratere sismico. Ci sono tutte le condizioni perché il miglior risultato venga ottenuto al termine del negoziato». In che modo si evolverà il cratere? «La Regione ha rappresentato, con puntualità, la necessità dell'ingrandimento del cratere sismico, per fare in modo che si ricomprendano anche i nuovi problemi intervenuti dopo il 18 gennaio, alla luce del decreto legge (che già abbiamo vigente) e anche del corso delle norme ulteriori che saranno approvate. L'evoluzione dovrà riguardare (io dico riguarderà), l'alto Aterno, la montagna e la collina teramana e le zone più danneggiate della provincia di Pescara, sapendo che il cratere non potrà allargarsi fino a Zagabria. Su questo fronte ritengo di aver fatto bene i compiti a casa per meritare ascolto». E l’ha ottenuto? «Dal Governo è provenuta un'attenzione costante verso la nostra regione, che non è mai mancata, come dimostrano gli impegni assunti con il Masterplan, lo sblocco della vicenda Ryanair, lo stanziamento di 7 miliardi di euro a favore della ricostruzione post sismica aquilana, con certezza finalmente delle risorse erogate. Non è stato e non sarà semplice evidenziare politicamente, dopo la battaglia svolta con grande fatica e determinazione soprattutto dalle classi dirigenti aquilane, l'esistenza di una questione Abruzzo, che va oltre l'emergenza sisma. Tuttavia questa è la realtà di una regione che da 8 anni conosce ripetutamente la prova del dolore e della difficoltà derivante dalle inclemenze della natura, a causa della fragilità del suo territorio». E per il maltempo? «Il negoziato è dedicato a un piano per la viabilità minore, un piano dedicato alle imprese agricole e uno strumento che ci consenta per la prima volta una quantificazione, una qualificazione e il riconoscimento di una parte dei danni indiretti. Questa è la piattaforma sulla quale abbiamo lavorato come Regione trovando ascolto e riscontro da parte dei vertici istituzionali. Ossia il premier Paolo Gentiloni, la cabina di coordinamento di Vasco Errani con i 4 colleghi presidenti, la commissione lavori pubblici della Camera. Nei prossimi giorni verrà in Abruzzo il relatore di maggioranza della commissione Chiara Braga e conto nel fine settimana di fare le ultime verifiche con il sottosegretario Maria Elena Boschi». La protesta dei sindaci la sente anche come una critica al suo operato? «No, e dico di più. Segnalare costantemente la inadeguatezza degli strumenti e la maggiorazione dei problemi fa anche un danno, per esempio all’attrattività turistica. Ci sono però Comuni e sindaci come quello di Civitella del Tronto o Campli che hanno atteggiamenti di merito che sono d’aiuto»

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